I sentieri dei carbonai di Ripacandida

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Lo scorso 13 novembre “I Sentieri del Vulture” ci hanno condotti a Ripacandida.

Un breve sentiero ad anello attraverso il meraviglioso complesso boscato del Bosco Grande di Ripacandida. Dalla località Casone che vede, per l’appunto, la presenza di un fabbricato usato in passato come rifugio per i guardiaboschi e per i carbonai, il gruppo si è incamminato verso un sentiero che li ha condotti presso una quercia endemica dell’Appennino centro-meridionale, ovvero il farnetto. Considerando il periodo avanzato autunnale, hanno discusso del noto “foliage” e ne hanno approfittato per imparare a riconoscere una specie interessante che produce dei frutti definiti “dimenticati”, il sorbo ciavardello.

Nel cuore del bosco hanno sostato alcuni minuti dinanzi una pozza d’acqua, usata dai cinghiali per termoregolarsi e per liberarsi dai parassiti, definito tecnicamente con il nome di insoglio.

Questa sosta ha consentito loro di fare utili riflessioni sulla biologia del noto suide così da comprendere realmente come esso andrebbe gestito e come la sua gestione richiederebbe un’azione mirata in funzione, non solo delle caratteristiche delle popolazioni, ma anche degli ambienti che occupano attivamente.

Infine, hanno potuto osservare ciò che rimane di una rete di cavi d’acciaio messa per consentire l’esbosco del carbone vegetale e altro, prodotti in loco e diretti alla stazione di Forenza.

La ciliegina sulla torta della giornata è stata la visita ad una vecchia carbonaia, dove hanno accennato alle modalità di produzione.

Al termine dell’escursione gli escursionisti hanno visitato il santuario di San Donato e il suo giardino con due alberi secolari inseriti nell’elenco degli alberi monumentali lucani.

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