A Monastir il campo prende forma

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  Il campo prende forma! Finalmente a quasi un anno dall’inizio delle attività si è conclusa la prima fase del progetto Tutti in Campo, ovvero la realizzazione di una piantagione di Lycium barbarum, o più comunemente “Bacche di Goji”. Il progetto quindi è a un terzo dell’opera ma non si può dire che non sia ben cominciato, infatti tutte le attività previste sono state portate a termine e si attende ottimisti l’avvio della seconda annualità, quella che finalmente porterà i primi frutti.

Il percorso , realizzato grazie al lavoro della cooperativa Bentos ed all’aiuto fornito dai primi 5 inserimenti lavorativi coinvolti, è passato attraverso le diverse fasi previste. I primi interventi sono stati i lavori di aratura e predisposizione del terreno (marzo/aprile) seguiti dalla realizzazione dell’impianto a spalliera con (installazione a filare di pali e fil di ferro), il tutto accompagnato dalla delicata compagnia del sole agostano sardo. Dopo la realizzazione dell’impianto di irrigazione il partner “Likyon – Goji italiano” ha fornito le 4000 piantine di Goji e i ragazzi hanno provveduto alla messa a dimora delle stesse.

Adesso le piante si godono il loro meritato riposo invernale ed ai ragazzi non resta che dedicarsi al controllo ed alla manutenzione del terreno che, causa le abbondanti piogge autunnali è stato interessato dalla nascita di specie vegetali di vario tipo (cardi, cicoria, malva, portulaca, ecc.) che sono state in questa fase estirpate a mano o con attrezzi manuali per evitare la competizione con le piante di Lycium; alcune delle specie estirpate erano commestibili quindi non proprio tutto è andato perduto.

Il primo ciclo di inserimenti lavorativi, promossi dal Comune di Monastir, sta volgendo al termine ed i ragazzi in questi mesi hanno potuto confrontarsi e mettersi alla prova in un’esperienza per loro nuova, ma che hanno affrontato con entusiasmo e voglia di apprendere, accrescendo il proprio bagaglio di conoscenze e competenze sia professionali che personali-relazionali. Hanno imparato come si lavora la terra, come si piantano con fatica i pali in ferro, come si stendono i fili di acciaio che sorreggeranno le piante, cos’è un impianto di irrigazione automatica e come si realizza, ma soprattutto hanno imparato cos’è la fatica, un importante strumento per ritrovare se stessi. Ognuno di loro ci lascia qualcosa, una battuta, un sorriso, un arrivederci. Il loro rammarico e non avere visto maturare i primi frutti; quelli li vedremo a Giugno prossimo, ma i cancelli saranno aperti anche per loro. Il primo grande ringraziamento va a loro, nell’attesa dei primi frutti primaverili che non vediamo l’ora di cogliere, assaggiare, condividere.

Prima di lasciarci i ragazzi ci lasciano le loro impressione: Nicholas ha un pensiero bellissimo “ho capito cosa significa lavorare in armonia: fatichi ma quasi non lo senti, parli scherzi e il lavoro lo finisci magicamente prima di quanto pensavi. Mi sentivo all’interno di una famiglia”. Non tutti si fermeranno qua. C’è Alberto che ha ottenuto un contratto di lavoro con la cooperativa Bentos. Sei mesi fa era un ragazzo molto riservato, silenzioso e timoroso; ora la sua autostima è aumentata si è inserito nel gruppo e ci fa ridere con le sua battute sempre originali. C’è anche Alessandro per lui ci saranno altri due mesi di proroga, se li è meritati per il suo impegno e l’attenzione mostrata soprattutto nelle ultime settimane. L’anno è trascorso non senza imprevisti, ma mentre ci si poteva aspettare i ritardi tecnici ormai consueti, per il clima non ci si aspettava certo un autunno così piovoso. I mesi di novembre e dicembre sono stati caratterizzati da piogge incessanti e frequenti favorendo la crescita di diverse specie vegetali che hanno letteralmente invaso il terreno coltivato arrivando in molti casi a sovrastare le piantine di Goji. Con lo sforzo finale di queste ultime settimane abbiamo liberato il terreno dalla piante indesiderate e aspettiamo la prossima primavera per vedere il primi germogli, i primi fiori e i primi frutti estivi. Questi mesi invernali rimanenti ci serviranno per costruire le sinergie con il territorio e proporre il prodotto del nostro lavoro in tutte le sue forme mettendo in campo tutte le capacità dei partner del progetto. L’obiettivo è creare un distretto del cibo e rafforzare il binomio “cibo e salute” in collaborazione con i Comuni limitrofi.

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