20 maggio: Giornata Europea del Mare

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Il 20 maggio ricorre la Giornata Europea del Mare, istituita nel 2007 e celebrata per la prima volta il 20 maggio 2008, dopo la pubblicazione, nel 2006, del Libro Verde a cura della Commissione Europea.

Il Libro Verde aveva come sottotitolo “Verso la futura politica marittima dell’Unione: oceani e mari nella visione europea” e si inseriva nel contesto della Strategia di Lisbona, mirante ad attuare politiche comuni di salvaguardia ed ampliamento dell’occupazione a livello europea.

Perché un Libro Verde dedicato ad oceani e mari?

Il mare risorsa europea

Il documento non solo sottolineava la necessità di una politica comune europea nel settore marittimo, ma per la prima volta cercava di imprimere una direzione unitaria alle attività di salvaguardia ambientali, per le ricadute che comportamenti e norme diseguali possono avere rispetto ad un habitat che va invece difeso nella sua complessità e nella sua dimensione.

Si puntava a fissare i principi di sostenibilità delle attività connesse all’uso e allo sfruttamento delle risorse marine, ma anche a modernizzare le tecniche e le condizioni di lavoro legate al mare. Si cercava di dare, inoltre, una spinta ad un settore che mostrava però segni evidenti di squilibrio, con attività in difficoltà ed altre in pieno sviluppo, unite dalla necessità di riparare i danni già causati al delicato ecosistema marino da inquinamento e sfruttamento delle risorse.

 

Il mare: una risorsa

La “Risorsa Mare” è fondamentale per i Paesi dell’Unione Europea e le attività ad essa connesse rappresentano circa il 5% del PIL europeo.
Con il “Libro Verde”la Commissione puntava perciò a studiare approfonditamente le possibilità connesse con lo sviluppo di alcune attività marittime, invitando gli Stati membri a coordinare i programmi di ricerca nazionali per arrivare a una ricerca paneuropea, intensificando la cooperazione con il mondo accademico per lo sviluppo di nuove tecnologie.

Alle sollecitazioni della Commissione ha fatto riscontro una sempre maggiore attività legislativa e di politiche comuni che hanno, con alterne vicende, guidato i Paesi membri ad allinearsi o almeno a confrontarsi con le prospettive di sviluppo sostenibile dell’economia marina,
sentir parlare di economia blu in relazione all’ambiente marino ed oceanico in particolare.

Un’economia blu

E proprio sull’economia blu punta l’Europa, che cerca di armonizzare anche le legislazioni locali in tema di autorizzazioni, qualità degli investimenti, tecniche di sorveglianza marittima, sicurezza in mare, controllo degli scarichi terrestri e delle acque di zavorra delle navi, impatto ambientale delle navi da crociera, formazione di personale qualificato con competenze più adeguate alla complessità delle interrelazioni tra attività marittime e ambiente.

Non bisogna mai trascurare che il mare può offrire opportunità occupazionali notevoli, rispetto a quanto offre oggi.
Ma se in alcuni settori si riesce a dare una risposta unitaria a problematiche comuni, altri mostrano la difficoltà di unire insieme pensieri diversi, di trovare strumenti giuridici adeguati a regolare i rapporti tra i popoli che vanno per mare.

Un comune sentire

E’ stato difficile decidere in quali acque poter pescare senza innescare conflitti, accordarsi per limitare l’uso di metodi di pesca che determinano un eccessivo consumo delle risorse, concordare l’installazione di piattaforme per l’estrazione di petrolio o di impianti per lo sfruttamento dell’energia marina. Ed è ancora lontano, purtroppo, un comune sentire ed una comune legislazione rispetto alla pirateria, all’accoglienza dei naufraghi, alla protezione della biodiversità, la non discriminazione nel mercato dei servizi marini.

Il ruolo fondamentale della Governance per la sostenibilità ambientale

Dopo questa grave emergenza sanitaria globale, che sta mettendo in ginocchio anche l’economia del mare, è indispensabile che l’Unione europea riesca a farsi interprete e promotrice di nuove strategie e nuove visioni per stimolare ed armonizzare le azioni di tutta la comunità. Altrimenti, si corre il rischio di tornare indietro in tema di politiche ambientali.

E’ il momento di celebrare questa giornata chiedendo alla professionalità impegnate nella ricerca e a tutte quelle “start up” altamente tecnologiche di profondere il massimo sforzo al fine di trovare soluzioni utili a garantire la sicurezza ambientale, preservando il mare e gli oceani, un ecosistema immenso che ci accoglie, ci nutre, vive e respira in stretta connessione con la terra e l’aria.

E’ dal mare, dall’aria, dal suolo, che dobbiamo ripartire per salvare il Pianeta.

 

Antonella Renzullo per Tells Italy a Villa Fernandes

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