“Una famiglia in più”, 25 anni dalla parte dei bambini e delle famiglie

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Un anniversario significativo, quello che l’associazione “Una famiglia in più” sta festeggiando nel 2022: 25 anni al servizio di bambini e famiglie, nell’ambito dell’affido familiare. Il 16 settembre 1997 infatti ha avuto inizio l’operato dei volontari (famiglie e singoli) che hanno deciso, nel corso degli anni, di mettere il loro tempo, le loro capacità, la loro persona a servizio dei bambini e degli adolescenti che vivono situazioni di difficoltà e in famiglie multiproblematiche.

Tanti i successi e le attività di una storia basata su valori di rispetto e attenzione: l’associazione collabora con i Servizi Sociali del territorio di Andria e dei comuni limitrofi nella gestione degli affidamenti; si impegna a diffondere una cultura fondata sui valori dell’accoglienza, della condivisione e della solidarietà, organizzando incontri di sensibilizzazione e di formazione all’affido familiare; organizza incontri di supporto e “supervisione” per le famiglie affidatarie e adottive per tessere legami e creare rete di supporto; organizza laboratori ludico-ricreativi per bambini e ragazzi; offre supporto psicologico alla rete; dà supporto a minori con disagio economico e sociale offrendo loro supporto pomeridiano nello studio. Inoltre fa parte di una rete di associazioni attive nel territorio di Andria, aderenti al Mo.V.I., per diffondere il messaggio dell’importanza del volontariato per costruire una comunità più aperta e accogliente.

Proprio in questo anno speciale è partito il progetto dell’ABC dell’affido, in collaborazione con la Fondazione con il Sud: a ogni lettera corrisponde un progetto di attività rivolte appunto a sensibilizzare e formare le famiglie che si candidano all’accoglienza, ma anche quelle che hanno già accolto. Le attività spaziano dai cineforum ai laboratori extrascolastici, affiancati da volontari ed esperti, in primis Mariangela Lomuscio (psicologa e psicoterapeuta), Lucia Colasuonno (pedagogista) e Maddalena Larosa (educatrice), ma anche yoga, cinema, fotografia, musica, supporto psicologico, spazio per incontrarsi: tutto è volto a garantire l’opportunità di guardare dentro se stessi e alla propria storia per intrecciarla con quella di altri nel modo più armonico possibile.

Entusiasta la presidente Caterina Sgaramella e tutto il consiglio direttivo, formato da Antonella Allegretti, Giampietro Pistillo, Felice Larosa, Vito Tangaro, Marianunzia Guadagno, Rosalba Addati e Rosa Di Renzo, affiancati da numerosi volontari: «“Vola solo chi osa farlo”: questa frase ci rappresenta perché nell’affido familiare davvero bisogna osare, per andare in alto, per riuscire in questo progetto bisogna avere quel pizzico di incoscienza necessaria a buttarsi. C’è bisogno di amore e pazienza, di comprensione di vissuti diversi, di tanta disponibilità ad aprire il cuore: invitiamo tutti ad avvicinarsi alla nostra grande famiglia per trovare da noi un supporto e una guida nella scelta dell’affido».

Indispensabile è il continuo supporto rivolto a tutti, adulti, adolescenti e bambini, che frequentano “Una famiglia in più”: lo sportello psicologico è in particolare uno spazio dedicato ai ragazzi, ai loro problemi, alle loro difficoltà con il mondo della scuola, la famiglia, i pari, diventando così anche un possibile spazio di incontro e confronto con i genitori per capire e cambiare le difficoltà che naturalmente possono sorgere nel rapporto con un figlio che cresce.

Dalla vicepresidente, Antonella Allegretti, un messaggio fortissimo: «La mia esperienza di affido familiare è stata molto intensa: abbiamo accolto bambini che avevano un forte bisogno di amore, stabilità e di poter esprimere il loro vissuto in un ambiente accogliente. Abbiamo anche sperimentato l’accoglienza di un bambino dalla Russia per il periodo estivo che quotidianamente sentiamo e che consideriamo parte integrante della nostra famiglia. Oggi il nostro nucleo è composto da me, mio marito, i nostri 3 figli e, in un certo senso, anche dai loro familiari di origine, che continuano a frequentare mantenendo i legami. C’è bisogno di aprire veramente il proprio cuore e di dividerlo in tanti frammenti che poi si ricompongono in un disegno più grande e duraturo».

Articolo di Luigi Alfonso, con la collaborazione di Lucia Olivieri

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