I nostri orti “produttivi e sociali”

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E’ un privilegio poter trasferire le emozioni e le gratificazioni provate da noi principianti, nel cimentarci e confrontarci giornalmente con quelle attività che comunemente vengono chiamate attività agricole; per molti di noi alla prima esperienza, tutto questo risulta e viene vissuto come una “magica” scoperta, una scoperta come solo gli innumerevoli “cicli” biologici siano essi animali che vegetali o gli stessi “eventi” climatici  sanno trasmettere e donare attraverso ogni essere vivente o manifestazione naturale. Vivere intensamente il territorio, il paesaggio, il ciclo delle stagioni, i condizionamenti naturali come l’acqua e il sole, il vento e il gelo, i piccoli impollinatori o l’alternarsi del giorno e della notte, fanno di questa esperienza e del nostro approccio alla gestione di un fondo agricolo una assoluta e stimolante scoperta.

A questo proposito, i Partner, dopo costruttivi incontri, confronti e una condivisa pianificazione della gestione del Fondo Melidoro oggi “Fattoria degli Enotri”, parallelamente alla già avviata produzione e manutenzione periodica dell’uliveto, si sono approcciati ad una delle voci più importanti del progetto come gli Orti: produttivi e sociali.

Indispensabili per la gestione generale del Fondo, gli Orti, assumono un importante aspetto sociale in quanto fruibili a quanti personalmente vorranno dedicare del tempo e cimentarsi nella semplice scoperta di gesti concreti, o come esperienza con la propria famiglia ritrovando le proprie radici attraverso la condivisione e il confronto su uno dei mestieri più antichi e indispensabili al quale l’Uomo si sia mai dedicato.

Nella prima attività prevista da progetto come nuova attività produttiva e recupero del Fondo, ci si è voluti cimentare su una monocoltura e su un prodotto che più di altri rappresentasse questa area geografica della Basilicata come il “Peperone di Senise” e “prima” produzione di filiera e trasformazione interna del prodotto.

Seguito da questo primo impegno produttivo del peperone e della sua filiera di trasformazione quale prodotto agroalimentare oggi meglio conosciuto come “Peperone Crusco”, il gruppo di lavoro e i partner dedicati alla gestione del Fondo, hanno dato continuità al successivo allestimento e preparazione dell’orto autunnale.

Dopo una accurata preparazione dell’area destinata alla piantumazione e successiva perimetrazione della sua superficie con tubi per l’irrigazione primaria, sono stati posizionati in maniera parallela i filari secondari di irrigazione intervallati con corridoi di servizio completati con “tessuto non tessuto”, utile alla gestione ordinaria in condizioni meteo avverse o impedimento alla crescita spontanea di piante infestanti.

Lungo il lato superiore dell’orto e a chiusura dell’area, è stato inserito un piccolo impianto produttivo di piselli rampicanti (Pisum sativum), completo di una rete verticale morbida che ne ha facilitato il sostegno e la crescita.

Tra i filari dell’orto e divisi per settori, sono state messe a dimora piantine come:                            Spinaci (Spinacia oleracea), lattuga Iceberg (Lactuca sativa) un alimento ricco di fibre e acqua; Indivia (Cichorium endivia) ricca di minerali e vitamine; Cicoria in foglie (Chichorium intybus); Carote (Daucus carota) ortaggio ricco di  vitamina A, B, C, E e Betacarotene; Finocchio (Foeniculum vulgare) ortaggio ricco di proprietà digestive, depurative e antinfiammatorio; Sedano (Apium graveolens L.); Bieta dalla costa multicolore; Cavolo cappuccio; Broccolo romano; Cavolfiore viola e rucola, rape e fave seminati in campo.

Questi primi approcci e ciclo produttivo, permetterà al personale coinvolto di testare le colture più adatte e i periodi migliori per i futuri impianti e messa a dimora semi e piantine.

Articolo realizzato con il contributo di Soc. Polieion sas – partner promotore

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