Conosciamo il territorio: Valsinni

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Autore: Stefano Bellomo

Valsinni, centro urbano di antichissime origini, fu edificata da esuli greci sulla strategica vetta del monte “Coppolo” (montagna a guardia della piana della Siritide e del mare), sulla quale sono ancora visibili i resti di possenti mura di cinta fortificate con blocchi imponenti chiusi a filari sfalsati, con al suo interno una salubre sorgente d’acqua, testimonianza di un luogo abitato nel tempo da popolazioni insediatesi presumibilmente già dal XII secolo a.C.

La città fortezza, identificata da Lorenzo Quilici nell’antica “Lagaria”, corrisponde alla mitica “Polis” che si vuole fondata da “Epeo”, ideatore e costruttore del Cavallo di Troia. Riedificata a valle in epoca successiva, viene riconosciuta in epoca medievale con il nome di Favale. Con primi riscontri documentali dell’XI secolo, l’antica Favale fu feudo dei Sanseverino principi di Salerno, seguiti dai Vivacqua di Oriolo, dai Capaccio, dai Galeota ed infine dai Morra.

Valsinni è nota infatti per aver dato i natali alla poetessa Isabella Morra, protagonista di un funesto evento consumatosi all’età di 25 anni nel 1546, tra le mura dell’Omonimo castello medievale. Scoperta la sua storia nei primi decenni del 900 dal filosofo e critico letterario Benedetto Croce, viene giustamente riconosciuta quale voce originale ed autentica della Lirica del 500. Mentre la scrittrice Dacia Maraini le dedica nell’ultima parte del secondo millennio un’opera teatrale definendola l’emblema della donna nel Tempo. La giovane Isabella, è stata tragicamente uccisa dai fratelli per la relazione epistolare col nobile poeta di origine spagnola, Diego Sandoval De Castro, di Bollita (Nova Siri).

Dopo un lungo periodo di oblio e in epoca risorgimentale, nel 1863 sotto il regno di V. Emanuele II, l’antica Favale venne ridenominata Valsinni, quasi certamente per la sua posizione strategica e di controllo dell’ultima valle terminale del fiume Sinni e ingresso alla piana metapontina e al Mar Ionio.

Il Castello, d’aspetto aragonese, è attualmente abitato e ben curato dalla Fam. Rinaldi ultimi proprietari. Situato sulla sommità del paese, come un fortino ne domina ancora l’intera valle. Per gentile concessione dell’attuale residente, il panoramico giardino del Castello ed alcune stanze del piano terra possono essere visitate nei suoi arredi d’epoca, spazi opportunamente ristrutturati per conferenze ed importanti manifestazioni culturali.

Nel periodo Risorgimentale, a causa del gran numero di appartenenti alle Associazioni segrete, anche la città di Favale fu teatro di sanguinose incursioni perpetrate negli anni 1861/62 del XIX secolo da bande di briganti provenienti dai boschi di Francavilla, Colobraro e Policoro.

Nel centro storico, interessante è la Chiesa Madre di Santa Maria Assunta, riedificata nel 1853, sui resti dell’antica chiesa medioevale. Il centro urbano di Valsinni oggi “Parco Letterario Italiano”, dominato dalla rocca del castello, snoda file di vicoli concentrici e sovrapposti, dove s’intrecciano nel borgo antico suggestive e strette gradinate, creando armonia di forme e spazi con vecchi locali destinati a Museo dei mestieri e Botteghe artigianali, magico teatro della ormai famosa “Estate d’Isabella”, promossa e merito della preziosa regia della ProLoco cittadina. Belli alcuni portali, finestre e balconi in pietra, lavorati da valenti scalpellini locali nelle numerose botteghe esistenti, dove veniva custodito un fiorente artigianato già dal XVIII secolo.

Tra gli ultimi personaggi illustri e nobiliari palazzi sono da segnalare il Palazzo Mauri, che conserva ancora un antico frantoio con grosse macine in pietra e il palazzo Melidoro. Il dott. Melidoro, ultimo illustre mecenate e politico dei primi anni del 900, oggi viene ricordato attraverso la “Fondazione” a lui dedicata, comprendente oltre al palazzo gentilizio, la stessa Azienda agricola meglio conosciuta come “Casino Melidoro”, oggi in fase di adeguamento progettuale e assegnata nella gestione al CEA WWF “Polieion” per la nascita di un Centro di Educazione Ambientale Regionale e una produttiva Fattoria Sociale, finalizzata alla didattica, all’inclusione sociale e all’ospitalità rurale grazie al bando “Terre Colte” e al progetto “Fattoria degli Enotri”.

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