Il mosaico dei partner BIL: Officina Creativa s.c.s.- Made in Carcere

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Il progetto Made in Carcere

Il progetto Made in Carcere nasce dall’entusiasmo e dal desiderio di Luciana Delle Donne di lavorare con chi vive ai margini della società così da creare un nuovo modello di economia  “rigenerativa” ad alto impatto per l’individuo, la comunità e l’ambiente. La vera sfida è stata il riuscire a trasformate il tempo della detenzione da “punizione” a “salvezza” in linea, peraltro, con quanto previsto dalla Costituzione.

La sfida di Luciana Delle Donne

La sfida personale di Luciana risale al 2004 quando decise consapevolmente e con quel pizzico di “follia” che la contraddistingue di mettere un punto alla sua carriera nel mondo della finanza per dedicarsi al mondo degli invisibili. “Facendo da apripista in nuove attività”.

 

Made in Carcere ha dato lavoro a centinaia di persone in stato di detenzione e favorito la loro rieducazione attraverso l’acquisizione di nuove competenze e la reintegrazione nel tessuto produttivo e sociale del Paese. Parlando di numeri, infatti, l’esperienza di Made in Carcere conferma quanto stabilito dalle statistiche, ovvero, che l’80% delle persone che lavorano in carcere non tornano in carcere – un dato significativo se comparato al tasso di reiterazione del reato registrato in Italia.

Partendo dalla prima Maison Made in Carcere, sono stati avviati altri 3 laboratori tessili all’interno degli Istituti Penitenziari di Trani, Matera e a breve anche Taranto. Oltre alle sartorie, nel carcere di Bari è stata aperta una pasticceria che realizza e vende biscotti vegani certificati  biologici – le “Scappatelle”, così come accaduto per l’IPM di Nisida è stata aiutata in questo modo un’altra pasticceria che impiega i minori.

Le sartorie sociali

La contaminazione prosegue anche con le sartorie sociali a Verona, Grosseto e Catanzaro, Lecce, Taranto e Bari, oltre alle 6 Cooperative partner del progetto BIL – Benessere Interno Lordo, realizzato grazie anche al sostegno di Fondazione CON IL SUD. Lo sforzo quotidiano volto ad aumentare la replicabilità del modello aumenta l’impatto sociale generato che a questo punto richiede una più attenta valutazione.

Luciana ha sempre sostenuto: “Io voglio che gli altri ci copino” – e questa è diventata la filosofia che ha ispirato il progetto della Social Academy che nel 2021 darà formazione, lavoro e prospettiva ad oltre 60 persone in varie forme di detenzione, e sosterrà tante cooperative – nel tessile così come in altri settori: agricolo, alimentare e falegnameria – nello sviluppo dei propri progetti condividendo l’esperienza maturata nel tempo.

 

L’obiettivo è quello di creare una nuova formula ed una nuova definizione di benessere. “Un benessere con un altro paio d’occhiali, che vede da vicino la vita degli altri, il benessere comune – quello dove si può costruire dignità, consapevolezza e si può dare una mano alle persone che ne hanno bisogno ma spesso non hanno la capacità di costruire o ricostruire la propria vita”.

 

L’importante è non smettere mai di sognare – come continua a ripetere Luciana “Noi siamo quelli che quando si svegliano, aprono gli occhi cominciano a sognare” – e siamo sempre convinti che i sogni possano diventare realtà attraverso l’impegno, la determinazione e soprattutto l’amore.

 

Luciana Delle Donne

 

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