La Terra di Piero ha il cuore sospeso tra il calcio e l’Africa

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A Cosenza da quasi 15 anni esiste l’associazione di volontariato La Terra di Piero. Piero è Piero Romeo, l’ultrà dei Lupi del Cosenza Calcio, scomparso prematuramente, ma che era più di tutto «un uomo solidale, di quella solidarietà a 360° una persona che ha dedicato la sua vita all’aiuto del prossimo dedicandosi a questo dalla mattina alla sera», ricorda la referente dell’associazione calabrese Ivonne Spadafora. Che aggiunge: «Piero Romeo era un leader naturale, riusciva a coinvolgere le persone tirando fuori quello spirito di fratellanza che ha sempre contrassegnato ogni passo della sua vita, dall’impegno nell’Oasi Francescana ai viaggi nella Repubblica Centrafricana, della quale rimase affascinato e tragicamente colpito e verso cui le opere dell’associazione che porta il suo nome si rivolgono».

È stato proprio per questo che la scomparsa di Piero è stata l’approdo naturale per i suoi famigliari, amici e conoscenti, per fondare un’associazione che porta il suo nome e continuare a fare quello che faceva in vita, indirizzando molti di noi verso quel cammino, quel sogno. «Piero è morto il 22 febbraio del 2011 – ricorda Ivonne – e l’associazione è nata subito, spontaneamente, nel mese marzo a pochi giorni di distanza. Le intenzioni e gli obiettivi da raggiungere, mutuando da quella che era la filosofia di Piero, erano chiari a tutti: poche parole e molta concretezza».

 

Amato da tutti, Piero aveva avviato a Cosenza la prima “Mensa dei Poveri”, e si era reso protagonista di tante iniziative sociali e solidali per gli ultimi e gli emarginati. «L due costanti erano sempre il volontariato e l’impegno sociale. Quando Sergio Crocco, sia amico fraterno in curva e fuori, giardiniere e poeta, ebbe l’idea di un’associazione senza scopo di lucro per far vivere la memoria di Piero, nessuno ha avuto dubbi. Ne sarebbe nato qualcosa di buono e di bello così come l’uomo cui l’associazione si ispira».

Sergio e Piero, accompagnati da Padre Fedele visitarono il Centrafrica, in particolare la provincia di Paouae. Videro la miseria, quella vera. Il ricordo di quella esperienza e la grande carica di umanità e fratellanza condivisa negli anni con il suo più caro amico non lasciano dubbi a Sergio. Bisogna continuare l’opera dell’amico scomparso. «Così siamo partiti con l’associazione – spiega la referente – con lo scopo di costruire pozzi, asili, scuole, laboratori e quanto di più utile per alleviare le sofferenze della popolazione in quella regione. Anche per questo lo slogan dell’associazione “pozzo farcela”. Le attività dei volontari infatti si sono rivolte alla raccolta fondi per la costruzione di pozzi nella Repubblica Centrafricana».

Nel primo anno di vita l’associazione ha realizzato due pozzi e due asili a Paoua. Ma tra le prime opere si annovera anche una casa per un ragazzo centroafricano, Jean Paul, malato di Aids. I sette figli di Jean Paul, rimasti orfani, ora vivono in una casa costruita dalla Terra di Piero.

 

«Sono sono oltre cento i volontari dell’associazione che, con pochi euro per la tessera annuale, contribuiscono ai progetti portati avanti la nostro realtà. Abbiamo anche una sede a Cosenza che è diventata un logo della solidarietà di Cosenza». Oggi La Terra di Piero continua ad andare in Africa portando da Cosenza container pieni di cibo, acqua, vestiti, giocattoli per i bambini, costruendo case, scuole, parchi inclusivi. E, a proposito di parchi, l’associazione ha contribuito alla creazione del Parco Piero Romeo su una delle vie principali della città calabrese. «Un posto accessibile a tutti i bambini – conclude la referente dell’associazione -.

In poco tempo, quello che era un desolato giardinetto abbandonato a se stesso, è diventato un posto magico che l’associazione è riuscita a costruire ex novo. Ad abbellirlo ulteriormente, sono le risate e le voci dei ragazzini che lo popolano ogni giorno».

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