Alone, l’associazione che a Cosenza costruisce ponti grazie alla mediazione culturale

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I momenti di condivisione con donne e bambini dell'associazione "Alone"

Non è un caso se si chiama “A better world” il progetto messo in campo dall’associazione “Alone” che, da ben 30 anni, si occupa dell’integrazione dei migranti dimostrando loro che un mondo migliore può esistere se solo si opera nella piena solidarietà e condivisione.

«Ci siamo sempre occupati dell’integrazione culturale e lavorativa dei cittadini arrivati sul nostro territorio perchè spinti dai più diversi motivi – afferma la presidente, Soodevi Bokkory, giunta dalle Mauritius 36 anni fa – offrendo loro interpretariato, mediazione linguistica e culturale, aiutandoli nella ricerca del lavoro e facendo conoscere loro tutti quei servizi necessari per consentire alle famiglie di integrarsi con la comunità locale».

Ogni nuova vita porta gioia ed energia

Oltre 38mila, secondo gli ultimi dati Caritas, gli stranieri che risiedono nella provincia di Cosenza. Un numero non indifferente, se consideriamo che in tutta la Calabria sono 100mila.

«La Calabria è una terra bastarda – aggiunge Bokkory – e chi arriva da un’altra parte del mondo non può capire subito con chi ha a che fare.  Pensa che chi gli sta dando l’opportunità di cambiare la sua vita lo stia facendo perché disinteressato e solidale. Quando sono arrivata 36 anni fa, il razzismo era meno sentito, mentre oggi è camuffato e viene rivolto a coloro  che hanno deciso di crescere e migliorare se stessi. Un esempio? Il sindacato del quale mi sono fidata e che, invece, ha sfruttato la mia condizione di bisogno, aiutandomi solo sino a quando gli ha fatto comodo».

Ecco nascere l’associazione, pensata per dare ai migranti quell’aiuto fondamentale per ricostruire la loro vita al di fuori del paese di origine. E sono migliaia quelli seguiti sino a oggi da “Alone”.

Momenti di spiritualità

«Abbiamo dato questo nome al progetto – prosegue la presidente-  – perché crediamo che il mondo possa migliorare soprattutto quando c’è inclusione, comprensione, condivisione e conoscenza dell’altro. Io sono andata via da Mauritius perché volevo conoscere altri mondi, diversi dalla mia isoletta circondata dal mare. Ho preso una laurea triennale in “Scienze delle mediazioni linguistiche e culturali” e sono diventata mediatrice perché volevo aiutare altri come me che, una volta arrivati in Europa, diventavano succubi della cultura del paese che li ospita, perdendo molta della loro identità. Abbiamo fatto tanto, ma l’aiuto di Fondazione Con il Sud ci ha permesso di potenziare alcuni servizi. In modo particolare  abbiamo consegnato una borsa di studio a un bambino con nessuna possibilità economica, consentendogli di studiare serenamente.  Per noi i bambini sono importantissimi. Ai figli dei detenuti, per esempio, compriamo giocattoli. Rispondiamo, poi, anche ai bisogni delle donne vittime di tratta. Il nostro è un servizio a 360 gradi, che parte dalla singola persona per arrivare al nucleo familiare, quando ce n’è uno che ci chiede aiuto».

C’è, poi, il lavoro che si fa con altre fragilità, ovviamente senza mai badare a religione, lingua,  sesso, condizioni culturali di provenienza o esperienze di vita difficili.

«Siamo costruttori di ponti perché crediamo che non ci siano differenze – conclude Soodevi Bokkory – e lo dimostra il fatto che le nostre porte sono aperte e tutti. In questo momento abbiamo con noi Mirko, un giovane che sta facendo un lavoro pubblica utilità. Percorso che facciamo fare e facciamo anche noi grazie alle convenzioni che sottoscriviamo con l’Ufficio esecuzioni penali del Tribunale. Mirko ha lavorato anche alla ristrutturazione di una casa che abbiamo fatto affittare a una ragazza vittima di tratta con la figlia minorenne. Una bella sinergia che si è creata e che porta energia a tutti noi. Amiamo raccontare poco di tutto questo perché siamo convinti che, nel silenzio, si faccia molto di più. La nostra forza deriva dal fatto che nessuno ci ha mai regalato niente, ecco perchè sottolineiamo con forza l’aiuto di Fondazione Con il Sud. Crediamo nell’umano e non confondiamo mai ricchezze materiali e umane».

 

 

 

 

 

 

 

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