Con l’Avis di Campobello il dono del sangue sorride alla vita
di gilda sciortino
Quarantacinque anni e sentirli tutti, ma non come pesantezza che impedisce di andare avanti, quanto come esperienza da mettere in campo per dire e fare ancora tanto.
La raccolta di sangue, ovviamente, è l’attività prevalente della sezione di Campobello di Mazara dell’Avis, la cui capacità di creare sinergie con le altre realtà del territorio dà modo di essere sempre più comunità che vive insieme il bello e il brutto di ogni evento.
«La nostra sezione è la più antica della provincia di Trapani – afferma Baldo Stallone, storico tesoriere, custode della storia dell’Avis di Campobello –. Abbiamo sempre avuto tanto dalla nostra comunità alla quale cerchiamo di restituire perché non sempre si sa cosa quello che riceviamo dai malati ai quali doniamo il sangue che arriva dal territorio».
Un lavoro costante, quotidiano, quello che portano avanti i volontari dell’Avis di Campobello, che conta circa 300 iscritti ma che, come solitamente accade in tante associazioni, di operativi ne ha molti di meno. Nonostante tutto i risultati non sono indifferenti.
«Mediamente raccogliamo 900 sacche all’anno – aggiunge Stallone -. Solo nell’ultimo anno sono state 913, nel 2021 929, mentre nel 2020 sono state 954. E questo a fronte di una popolazione che sulla carta è di 11mila residenti. Dico sulla carta perché almeno circa 2500 persone hanno la residenza a Campobello, ma vivono fuori per motivi di lavoro o studio. I dati sono molto buoni anche rispetto agli altri comuni della provincia di Trapani: Marsala ha circa 80mila abitanti e solo 1768 donatori, Mazzara 50mila abitanti e circa 960 donatori. Purtroppo, però, le nostre donazioni sono tutte di sangue intero, mentre potrebbero essere di piastrine, la cosiddetta plasmaferesi, ma per farlo occorre un macchinario particolare, un separatore cellulare, che nella nostra provincia c’è solo nel centro trasfusionale di Trapani e in quello di Marsala. Sarebbe importante sia perché gli emocomponenti sono diventati più importanti del sangue intero, sia in quanto quest’ultima donazione gli uomini la possono fare solo a distanza di tre mesi mentre le donne di sei mesi. Potremmo, invece, aumentare le donazioni ed essere di ancora più aiuto».
Porre il tema dell’autosufficienza degli emocomponenti è importante.
«Le persone non sanno che, quando devono sottoporsi a un qualunque intervento in ospedale, la sacca di sangue non lo fornisce l’azienda sanitaria ma le associazioni come la nostra che fanno attività di raccolta. Fortunatamente c’è una sorta di suddivisione regionale in base alla quale chi ha più sangue lo fornisce a chi ne ha di meno. Una forma mutualistica che vede la Regione Sicilia ricevere dall’Emilia Romagna. Poi noi, nella nostra regione, abbiamo il problema dell’anemia mediterranea che, specie in estate, ci vede dovere chiedere aiuto in quanto le trasfusioni aumentano e dobbiamo garantire l’autosufficienza».
Come per tante altre associazioni, specialmente quelle che operano in contesti territoriali più piccoli, lontani dalle aree metropolitane, anche l’Avis di Campobello vive il problema della mancanza di giovani. Non a caso l’età media dei volontari è di 50 anni, sia per l’anzianità della sezione sia perché si può donare sino a 65 anni.
«Purtroppo i giovani non si avvicinano molto, nonostante noi organizziamo iniziative nelle varie palestre del territorio, siamo anche presenti come sponsor nelle tante iniziative che si organizzano a Campobello, cercando di far passare il concetto di “mens sana in corpore sano”. Abbiamo anche organizzato un’iniziativa, “Avis per l’Ambiente”, per educare a stili di vita corretti e attenti a quelle che sono le cattive abitudini in campo ambientale».
Ed è grazie alla collaborazione dei ragazzi del consorzio HERA che si è proceduto alla raccolta e differenziazione dei rifiuti presenti nell’area di competenza dell’associazione che ha adottato la Torre Saracena e “li cannolla”, così come comunemente conosciute le due sorgenti di acqua dolce che danno il nome alla frazione. Un momento di cittadinanza attiva a favore della comunità e del territorio.
«Prossime iniziative? Nell’immediato nessuna perché l’estate non è il momento ideale per fare qualcosa. Stiamo lavorando al convegno che organizzeremo a settembre sulla questione degli emocomponenti. Lo dedicheremo al nostro storico presidente, Vincenzo Gentile, che ci ha lasciato ad agosto dello scorso anno. Sarà un’occasione di aggregazione per tutto il paese – conclude Stallone – ma soprattutto la dimostrazione che ci sono persone capaci di lasciare il segno con il loro semplice operato. Una testimonianza, speriamo, anche e soprattutto per i più giovani».
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