Nino e il suo percorso di inserimento lavorativo sui beni confiscati alla mafia

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Lui è Nino è ha da poco iniziato il suo percorso di inserimento lavorativo sui beni confiscati alla mafia di Terra Aut e Michele Cianci. Merito del progetto “Liberiamo la Speranza” promosso dalla Caritas Diocesana di Cerignola-Ascoli Satriano che ha assegnato anche quest’anno alcune borse lavoro a persone provenienti da particolari condizioni di fragilità o dal circuito penale, grazie al coinvolgimento dell‘Ufficio Locale di Esecuzione Penale Esterna di Foggia. L’iniziativa, finanziata con i fondi OttoxMille della Chiesa Cattolica, ha l’obiettivo di sensibilizzare la comunità in materia di giustizia e di misure alternative della pena. Per questo, anche Altereco è stata individuata tra le aziende che hanno dato la disponibilità ad accogliere i beneficiari, in questo caso Nino. Perché attraverso la gestione dei beni confiscati, Altereco coniuga i temi dell’agricoltura sociale con quelli dell’inclusione socio-lavorativa di persone con vissuti difficili o in fragilità.

Nino, dunque, è impegnato a lavorare sui terreni, dal prendersene cura alla raccolta dei prodotti ed il suo lavoro darà un contributo anche per il progetto “Il fresco profumo della libertà”, sostenuto da Fondazione CON IL SUD insieme alla Fondazione Peppino Vismara che prevede su “Terra Aut” la realizzazione di un orto sociale, l’allestimento di una bottega solidale e l’implementazione di una serie di attività di promozione del territorio, tra cui l’allestimento di un B&B, favorendo l’inclusione socio-lavorativa di persone in condizione di svantaggio. Tutti i borsisti coinvolti hanno un regolare contratto di lavoro della durata di sei mesi presso le aziende resesi disponibili con l’obiettivo di favorire concretamente la loro inclusione sociale e lavorativa attraverso attività di agricoltura sociale.

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