In-Dipendenze in classe: più cultura digitale per promuovere il benessere e la sicurezza on-line

di

di Giuliana Giudice, educatrice del progetto In-Dipendenze

La crescita dell’essere umano è un continuo susseguirsi di traiettorie che oscillano tra dipendenza e indipendenza. Il bambino per crescere deve diventare indipendente, ma può farlo solo se è stato dipendente dai propri genitori in maniera sana e se, da adulto, continuerà ad esserlo nelle sue relazioni significative. La dipendenza, infatti, non ha di per sé un’accezione negativa, ma rischia di diventare patologica in determinate condizioni: si diventa dipendenti da una sostanza o da un comportamento (come nel caso delle problematiche legate all’abuso della tecnologia) quando la persona perde il controllo sulla sostanza o sul comportamento che giunge a permeare ogni aspetto della vita, riducendo gli interessi, alterando l’umore o causando problematiche di tipo fisico, sociale e/o psicologico.

Oggi gli studiosi parlano di Internet Addiction Disorder (IAD) per riferirsi a qualsiasi comportamento compulsivo correlato alla rete che interferisce nello svolgimento delle attività quotidiane, in cui il sovrautilizzo della tecnologia e la gestione delle relazioni e delle emozioni esclusivamente on-line può tramutarsi in una vera e propria dipendenza. 

Grazie al progetto In-Dipendenze, che interviene nelle circoscrizioni I, II, V e VIII del Comune di Palermo, un’équipe di educatori, educatrici, pedagogiste, pedagogisti, psicologi, psicologhe, psicoterapeuti e psicoterapeute intende sperimentare e consolidare un modello territoriale di prevenzione e presa in carico di minori che presentano disturbi o problematicità dovuti all’uso disfunzionale dei dispositivi tecnologici e della rete, supportare adolescenti e preadolescenti attivando percorsi educativi per un uso consapevole degli strumenti che tecnologia mette a disposizione, e garantire spazi di ascolto e formazione anche per i genitori.

Si parte dalla consapevolezza che nell’era internet esistano nativi digitali (net generation) e immigrati digitali. I primi comprendono i giovani nati nell’ultimo trentennio e hanno particolare dimestichezza nell’uso del computer e soprattutto dei cosiddetti nuovi media che rappresentano un aspetto esistenziale importante della loro vita. Gli immigrati digitali – detti anche boomer -, invece, rappresentano i nati prima del boom delle tecnologie informatiche e per questa ragione meno competenti nell’acquisizione delle relative abilità e nel gergo giovanile di Internet

I nativi digitali sono ragazzi/e multi tasking, ovvero capaci di gestire contemporaneamente più situazioni come dialogare, chattare, fare scrolling, giocare, ecc… grazie alla rapidità di accesso che forniscono le nuove tecnologie rispetto alle preesistenti modalità di acquisizione di informazioni sganciate da uno schermo: riescono ad acquisire con un click un numero illimitato di informazioni, non pensabile fino a qualche decennio fa.

Bambine e bambini, ragazze e ragazzi sono fortemente attratti ed affascinati dalla rete e da tutte le forme di comunicazione che essa consente: è su questa base che vengono modellati linguaggi, sistemi di relazioni ed emozioni, fino a raggiungere la costruzione di identità alternative da proporre in rete anche in anonimato. I nuovi media, così, riescono ad attivare nuove strategie e percorsi di rappresentazione del sé e della propria realtà di riferimento edificando nuovi valori e categorie simboliche. 

Il fascino del mondo digitale è da attribuire principalmente al brevissimo lasso di tempo che intercorre tra l’idea e il risultato ottenuto rispetto al ben più lungo tempo necessario per realizzare, naturalmente nel mondo reale, l’intero percorso esperienziale partendo da un’idea, dal suo sviluppo e dal raggiungimento degli esiti finali. Oggi si è consapevoli che i confini tra mondo virtuale e reale non sono così netti come si pensava tempo addietro bensì fortemente interconnessi tanto da generare un’unica realtà con le relative opportunità, sicurezze e rischi. In seno alla sicurezza, la rete si identifica come una ragnatela dove si rischia di restare intrappolati o di finire in situazioni pericolose; infatti, siamo di fronte ad una realtà complessa, scarsamente regolamentata, nella quale trovano spazio contenuti e comportamenti potenzialmente dannosi per lo sviluppo dei più giovani a livello psico-fisico.

In tal senso la scuola riveste una grande responsabilità poiché si trova da una parte di fronte la necessità di incorporare le nuove tecnologie nei metodi di insegnamento e di diffonderne il corretto uso, dall’altra deve tenere conto dei rischi connessi. Per questa ragione, rispetto alle diverse aree in cui si sta sviluppando il progetto, proprio la scuola rappresenta uno degli snodi di azione principali, con l’obiettivo di promuovere un’educazione ai media e alla cittadinanza digitale che supporti i giovani nello sviluppare nuove life skills e competenze che favoriscano dei comportamenti positivi e di adattamento capaci di far fronte efficacemente alle sfide della vita. Queste abilità sono alla base delle iniziative di promozione alla salute e del benessere di bambini/e e adolescenti sviluppate dalle educatrici del Centro Diaconale “La Noce” Istituto Valdese che in questi mesi hanno avviato collaborazioni con cinque istituti scolastici e attività laboratoriali di informazione e sensibilizzazione. Sono 24 in totale le classi destinatarie delle attività educative progettate, suddivise equamente tra scuola primaria e secondaria di I e II grado.

Parallelamente, un luogo d’ascolto sicuro è dedicato a ragazzi e ragazze che non riescono a fare a meno di internet, hanno manifestato un uso problematico della rete, sono stati esposti a contenuti dannosi o inadeguati, vivono momenti di isolamento sociale: il progetto In-Dipendenze offre la possibilità di accedere a uno dei due “Spazi Offline” presenti a Palermo, in cui bambini/e, adolescenti e famiglie possono intraprendere dei percorsi dedicati per ridurre i fattori di rischio legati a un uso eccessivo o incontrollato del web e rafforzare le capacità personali e interpersonali.  Uno è si trova presso il  Centro Diaconale “La Noce” Istituto Valdese, in via Evangelista di Blasi, 16, l’altro all’interno degli spazi dell’Istituto Don Calabria, a Casa San Francesco, in Vicolo Infermeria dei Cappuccini, 3.

All’interno degli sportelli si possono intraprendere interventi psicoterapici e socio-educativo che si espletano attraverso una serie di azioni sinergiche e di coordinamento tra più livelli di analisi sviluppate in partenariato – in seno al progetto In-dipendenze sostenuto da Fondazione con il Sud – dal Centro Diaconale “La Noce” Istituto Valdese, soggetto responsabile, con Istituto Don Calabria, ASP 6 di Palermo – U.O.C. Dipendenze Patologiche – Dipartimento Salute Mentale, Dipendenze Patologiche e Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Maghweb, NEXT – Nuove Energie X Il Territorio, Comune di Palermo, Università degli Studi di Palermo – Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche, dell’Esercizio Fisico e della Formazione, Istituto Comprensivo Antonio Ugo, Istituto Gonzaga-Centro Educativo Ignaziano, Istituto Comprensivo De Amicis-Da Vinci.

Regioni

Argomenti

Ti potrebbe interessare

“Spazio Offline” apre le porte anche a Ballarò: oggi l’inaugurazione all’Istituto Don Calabria

di

Questo pomeriggio a Casa San Francesco, in vicolo Infermeria dei Cappuccini, 3, l’Istituto Don Calabria ha inaugurato il secondo ambulatorio di psicoterapia...

In-Dipendenze al Gonzaga Campus: la media education per affrontare le sfide di un’era iper-connessa

di

Per quanto un’intera generazione di persone sia cresciuta a stretto contatto con le nuove tecnologie e abbia familiarizzato con la rete e...

Essere genitori analogici in un mondo digitale, tra paure e sfide educative

di

L’aumento dell’uso dei dispositivi tecnologici da parte dei bambini e delle bambine ha portato a un dibattito diffuso e a nuove paure...