L’Arte della Libertà e guerra di parole

di

Oggi nel mondo si celebra il diritto alla scrittura durante la detenzione, con un testimonial di eccezione, Behrouz Boochani: giornalista, scrittore e rifugiato curdo in fuga dall’Iran, detenuto illegalmente dal governo australiano, autore del libro “Nessun amico se non le montagne”. Da pochi giorni a Milano si è conclusa un’altra sfida epica, “Guerra di parole” tra detenuti di San Vittore, e studenti della Statale di Milano, 15 minuti in cui con il principio della retorica bisogna sostenere due posizioni differenti, complice il rap. «Se la libertà significa qualcosa, è il diritto di dire anche quello che l’altro non vuole sentire». Un format, ideato da Perlare che fa riflettere sulla necessità di trovare nuovi modi di dire libertà e democrazia, a colpi di disputatio e di questio. Nel progetto L’Arte della Libertà abbiamo dato alla parola a detenuti, operatori penitenziari, operatori culturali, che con la guida dell’artista Loredana Longo hanno creato un lessico comune per ritrovare il valore della parità.

Regioni

Argomenti

Ti potrebbe interessare

La vita reclusa cambia colore: L’Arte della Libertà

di

“La vita reclusa cambia colore” è il titolo che il Manifesto ha dedicato al progetto L’Arte della Libertà in corso al carcere...

L’Arte come chiave

di

Può la matita essere una chiave? Può l’arte indagare, insegnare, liberare? Una mostra al Drawing Center di New York – The Pencil...

Prove di allestimento della mostra “Quello che rimane”

di

Quello che rimane” a cura di Elisa Fulcol e Antonio Leone è il racconto di un processo durato un anno in cui...