Fotografia e video, gli utenti del centro “Natale” all’Atelier di Cortometraggio

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Davanti alla videocamera o dietro la macchina fotografica. L’importante è mostrarsi o mostrare la propria idea di mondo. Così Antonio ed Emiddio, Anna e Stefano superano le insicurezze e comprendono le tecniche di base della fotografia. Sgranando gli occhi di fronte alla bellezza del Castello aragonese e al borgo marinaro di Ischia Ponte, che ciascuno immortala secondo la propria prospettiva.

L’Atelier di cortometraggio del progetto “Volontari in rete”, con la regia della onlus Gabbiani e il sostegno di Fondazione con il Sud, è un cocktail di emozioni: gli utenti sono disabili, autistici o affetti da sindrome di Down, come Gabriele e Domenico, che provano a intervistarsi a vicenda.
“Hanno formato un gruppo affiatato, sentendosi protagonisti in prima persona”, spiega la videomaker Eleonora Sarracino di “The Mother Factory”, titolare dell’attività di laboratorio, che darà vita a una mostra fotografica con gli scatti che utenti stanno già realizzando con le macchine usa e getta date loro in dotazione e a un cortometraggio che invece li racconta. “A loro chiedo di mostrarsi davanti alla videocamera, di autorappresentarsi e di combattere le loro paure”, spiega la videomaker. “E accade che gradualmente smettano il timore di lasciarsi riprendere, iniziando a loro volta a voler riprendere”.
I primi incontri sono stati di conoscenza reciproca, per poi iniziare la fase più spiccatamente laboratoriale: da un lato i partecipanti raccontano  – davanti alla telecamera –  aspetti della propria vita e proveranno a esprimere le proprie opinioni in un processo di apertura all’altro e al mezzo tecnologico. Dall’altro diventano in prima persona autori. Perché, spiega la psicologa Marianna Lombardi, “molti di loro non avevano mai provato la gratificazione legata alla creazione di un prodotto, in questo caso un reportage fotografico”. I soggetti? Liberi. “Abbiamo semplicemente chiesto loro di fotografare ciò che maggiormente attirasse la propria attenzione”, spiega la psicologa.
Il diciottenne Emiddio, autistico, ha ripreso prevalentemente i compagni, “come se avesse cercato un nuovo canale di comunicazione sociale con il gruppo, lui che è solitamente abituato al rapporto uno a uno”.
Anna, 32 anni, un lieve ritardo cognitivo e spiccate doti artistiche (adora cantare e crea sorprendenti manufatti in ceramica e col Das)  si è concentrata prevalentemente sui paesaggi. E Stefano, che ha una sindrome della X debole, che comporta un ritardo cognitivo e consistenti difficoltà di relazione, ha combattuto le sue insicurezze fotografando e sentendosi parte di un gruppo, oltre che visibilmente gratificato per i risultati raggiunti. “Sono venuti fuori aspetti positivi degli utenti che non erano emersi con altre attività”, sottolinea Annamaria Di Iorio, amministratrice del Centro Giuseppe Natale di Casamicciola Terme, che ospita tutte le attività del progetto “Volontari in rete”: si tratta uno spazio casa rivolto a soggetti con disabilità fisica o psichica di età compresa tra i 18 e i 50 anni. Una realtà nata con l’obiettivo di favorire l’inserimento sociale degli utenti anche grazie a una serie di attività progettate al fine di assecondare i talenti e le potenzialità delle persone ospitate. Insieme all’Atelier di cortometraggio, si sviluppano attività di poesia, arte, sport ed equitazione.

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