La Croce Rossa a Cosenza? Sempre eccezionale nella quotidianità, ma mancano i giovani
di gilda sciortino
Un secolo e mezzo di attività costante, portando assistenza sanitaria e sociale a chiunque ne abbia necessità, si dovrebbe sentire. Eppure, quando oggi si parla di Croce Rossa Italiana, ci si riferisce a un’organizzazione capace di essere sempre al passo con i tempi; e questo sia in tempo di pace sia di conflitto, in aree estese o ridotte dal punto di vista geografico e numerico. Vale, quindi, anche in Calabria dove dimostra di sapere stare al passo con i tempi.
«Soprattutto durante il periodo della pandemia sono state attivate attività ad hoc in linea con l’emergenza – afferma Antonio Zaccaro, presidente della sezione cosentina -. Partiamo sempre da situazioni con problematiche legate al sistema sanitario, ma non solo nel nostro territorio. Noi ci troviamo sul versante tirrenico, da Tortora al confine con la Basilicata, ci estendiamo sulla costa per 50 chilometri con competenza su 17 Comuni della provincia. Un territorio veramente vasto, in cui le situazioni ed esigenze sono diverse».
In tutto 148 volontari che vanno in aiuto di territori che ospitano 60 abitanti sino ad altri nei quali risiedono in 10mila, come Scalea. Una media di 60mila cittadini.
«Gli interventi che abbiamo messo in campo sono numerosi – aggiunge Zaccaro – anche in considerazione del fatto che siamo andati a elezione per il rinnovo del consiglio direttivo a febbraio del 2020, proprio nel periodo in cui ci stavamo affacciando sulla pandemia. La prima iniziativa è stata all’aeroporto di Lamezia Terme ed, essendo iscritti nell’albo della Protezione civile, siamo andati a supporto degli altri 26 comitati della Croce rossa italiana in Calabria. A Lamezia, in particolare, ci siamo occupati della misurazione della temperatura corporea. Poi, da settembre 2020, ci sono stati diversi comuni, per esempio Scalea e Belvedere, che hanno visto crescere il numero dei positivi, quindi ci siamo trovati a supportare i vari enti per accompagnarli a fare il tampone molecolare al punto Usca territoriale».
La sinergia con le realtà del territorio è sempre al centro del lavoro della Croce Rossa Italiana, ancor di più in Calabria dove le emergenze sono di varia natura. Fondamentale, per esempio, il suo supporto nella distribuzione dei viveri da parte del Banco alimentare.
«Oltre alle famiglie, abbiamo prestato attenzione ai bisogni dei minori – dice ancora il presidente della Croce Rossa di Cosenza -. Abbiamo, quindi, messo in campo il progetto “La matita della gentilezza”, rivolto a quei ragazzi che erano coinvolti nella didattica a distanza, distribuendo materiale di cancelleria, dai quaderni alle matite e ai colori. Un modo per garantire quelle situazioni che, diversamente, si sarebbero aggravate. Attraverso questo genere di attività, però, abbiamo verificato che nei nostri territori mancano le mappature. Abbiamo predisposto un database di 900 famiglie di 17 Comuni, ma non siamo riusciti a integrarlo con quello delle amministrazioni pubbliche che, nel tutelare la privacy degli utenti, non hanno consentito di avere un quadro completo dell’emergenza nella regione Calabria».
In tutto 148, dicevamo, i volontari dell’associazione, ma solo sulla carta perché poi, quelli realmente attivi, sono circa 40; 50% donne e 50% uomini. Poco male, però, perché è la situazione che vivono quasi tutte le associazioni. Rispetto all’età, invece, da un po’ di tempo la Croce Rossa sta facendo una riflessione.
«Il nostro regolamento ci dice che, per essere considerati volontari a tutti gli effetti attivi, si dovrebbero prestare 6 servizi a trimestre, quindi 24 all’anno, ma non è così facile da realizzarsi. Rispetto all’età il più giovane ha 14 anni, mentre il più anziano 82. Quattordici è anche l’età minima per fare ingresso in Croce Rossa, anche se solo con la maggiore età puoi salire su un’ambulanza o utilizzare un defibrillatore. L’ulteriore nostro problema – conclude Antonio Zaccaro – è che sempre meno giovani si avvicinano a noi. Questo anche perché, una volta usciti dal liceo, se decidono di proseguire gli studi e frequentare l’università, sono costretti ad andare lontano da casa. I primi due atenei, infatti, sono a due ore da Cosenza e a Salerno. Nonostante si pensi che, per evidenti difficoltà, non possiamo contare come prima sui giovani, ci crediamo sempre. Attraverso il progetto “Il tempo della gentilezza” finanziato dal Ministero del Lavoro, infatti, ci stiamo rivolgendo alla fascia di età 8/13 anni per fidelizzare i volontari attraverso attività con le scuole su cui stiamo molto puntando. Certo, però, ci verrebbe in aiuto avere una nostra sede».
Una nota dolente, quella dei locali, perchè quelli in cui la sezione di Cosenza della Croce Rossa Italiana ha sede sono stati dati in comodato d’uso da parte dell’amministrazione locale, non consentendo agli operatori di vivere una stabilità che darebbe loro modo di programmare anche a lungo termine. Spazi nei quali sono attivi gli sportelli sociali per la prima accoglienza e per reindirizzare ai servizi territoriali l’utenza. Raccontarlo sembra facile, ma viverlo è tutt’altra cosa.
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