Basta una goccia di sangue per salvare una vita

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L'Avis e i suoi sportivi

Donare il sangue come invito all’assunzione di responsabilità da parte di chi opera da tanti anni in un settore estremamente delicato al quale risponde, con la sua presenza quotidiana nel territorio, l’Avis. La sezione di Modica, poi, porta anche nelle scuole questo assunto, raccogliendo consensi e adesioni.

Gianni Frasca

«Siamo nati il 22 maggio del 1981 e abbiamo festeggiato i nostri primi quaranta anni quest’anno, non avendolo potuto farlo nel 2021 causa pandemia – spiega Gianni Frasca, consigliere dell’Avis regionale Sicilia – e siamo orgogliosi di potere raccontare la strada fatta. Un viaggio lungo, pieno di esperienze e di risultati ottenuti».

Risultati che raccontano dell’impegno di tanti. A oggi sono state 6.500 le donazioni da parte di una fascia di popolazione che va dai 18 ai 70 anni, con una maggiore presenza nei centri dell’Avis di donatori di età compresa tra i 40 e i 65 anni.

«Questo perché sono le persone più stabilizzate con il lavoro, le fasce in continua crescita delle quali siamo sempre più alla ricerca. Proprio per questo portiamo avanti un’intensa attività di sensibilizzazione nelle scuole a tutti i livelli, cominciando già dalle scuole elementari, proseguendo sino alla quinta superiore dove parliamo ai figli di coloro che già donano. La cosa bella è che proprio i piccoli ci regalano disegni e pensierini che ci dimostrano di avere compreso il nostro messaggio.  Per quel che riguarda, invece, gli insegnanti, mentre prima eravamo noi a cercarli e sollecitarli, soprattutto negli ultimi due o tre anni succede che, se entro il 20 o 30 settembre non ci siamo fatti sentire, vengono loro a cercarci».

Fondamentale il lavoro di squadra per un’associazione come l’Avis, dove c’è la piena sinergia tra  volontari donatori, volontari collaboratori e volontari in senso stretto, una ventina in tutto, ai quali si affiancano i ragazzi del servizio civile che contribuiscono a offrire un servizio ampio e continuo.

«Oltre al lavoro nelle scuole – prosegue Frasca – abbiamo lo sportello psicologico che dà il nome al progetto sostenuto da Fondazione CON IL SUD, del quale si occupa Letizia. S’intitola, infatti, “Avis ti ascolta – Avis ti informa” il percorso attraverso il quale l’associazione offre supporto ai donatori e a quanti vogliono avvicinarsi a questo mondo. Lo facciamo anche attraverso seminari formativi».

Donando Avis

Momenti di incontro e, appunto, di formazione come quello in programma alle 17.30 di venerdì 11 novembre, nella Sala Araba dell’Hotel Torre del sud di Modica, sul tema “Il valore della progettazione nel terzo settore”. Un’occasione di confronto tra le tante realtà che operano nella quotidianità offrendo servizi alla persona.

Saranno presenti: Gianpietro Briola, presidente Avis Nazionale;  Salvatore Calafiore, presidente Avis regionale Sicilia; Salvatore Mandarà, consigliere Avis nazionale. Sarà anche l’occasione per portare esempi concreti di intervento sul territorio come quello della stessa Avis di Modica con il progetto dello sportello del quale parlerà la psicologa Letizia Frasca. Modererà i lavori la sociologa Enrichetta Guerrieri.

«È una delle occasioni in cui l’Avis può raccontarsi – aggiunge il consigliere dell’Avis regionale Sicilia– e parlare di una realtà come Ragusa in cui è presente in tutti i suoi 12 comuni.  Un territorio di oltre 350mila abitanti, in cui la donazione tocca il 12 per cento, il primo del sud Italia. Credo anche che quest’anno supereremo le 45mila a livello provinciale. È chiaro che si tratta di un lavoro quotidiano, continuo.. Letizia, per esempio, è coordinatrice dell’Avis giovani e sta ottenendo grandi risultati”.

Ma come si fa a convincere proprio i ragazzi dell’importanza della donazione del sangue?

«Intanto va detto che i più giovani sono anche quelli che ci stupiscono sempre perché dimostrano di essere molto più sensibili di quel che pensiamo. Quando diciamo loro che “basta una goccia di sangue per salvare una vita”, rispondono subito. Comprendono molto bene anche quando diciamo loro che la donazione è un atto di egoismo oltre che di altruismo perché, se lo fai periodicamente, ti tieni sotto controllo. È fondamentalmente una questione di prevenzione e di tutela della nostra salute oltre che un’opportunità per salvare una vita umana».

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