Stelle e Luci va a scuola!

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I percorsi di educazione all’affettività del progetto “Stelle e Luci”, che stanno coinvolgendo 25 scuole per un totale di 300 studenti, 150 genitori e 500 docenti, rappresentano un punto focale per la sensibilizzazione rispetto alla violenza di genere. Gli operatori specializzati, coinvolti nel progetto, hanno saputo coinvolgere grandi e piccini attraverso una serie di laboratori. Per gli alunni delle scuole dell’Infanzia e Primaria, vista la particolarità dell’argomento, è stato utilizzato il testo “Le Fiabe in Rosso”, una breve raccolta di fiabe della tradizione, tutte con protagoniste femminili, ma con finali rivisitati. Mignolina, Cappucetto Rosso, Biancaneve, Rosaspina e Raperonzolo, sono le cinque figure femminili che abitano le pagine di questo libro illustrato. Lorenzo Naia, l’autore, prende fra le mani alcune delle favole tradizionali di Andersen e dei fratelli Grimm e ne modifica il finale, regalando alle cinque figure femminili un destino diverso da quello assegnatogli dai loro “padri”. Lo scopo è proprio quello di creare un progetto contro la violenza sulle donne e gli stereotipi di genere. All’interno dei laboratori del progetto “Stelle e Luci” è stata scelta la fiaba di Mignolina. La sua storia è stata raccontata con l’ausilio di marionette per poi farla rappresentare liberamente ai bambini in un laboratorio creativo. I momenti di sensibilizzazione sono stati arricchiti anche da canti e balli sempre centrati sulla tematica. L’arcobaleno delle parole gentili, costruito sempre in un laboratorio creativo, ha introdotto anche il concetto del prendersi cura, esplicato meglio nel laboratorio verde, in cui i bimbi hanno messo nei barattoli dei semi, e hanno sperimentato il germogliare della piccola pianta di cui prendersi cura, mettendo in pratica il messaggio che “chi semina cura, raccoglie amore”. Nel laboratorio di Cineforum, un montaggio di scene di cartoni animati Disney, con protagoniste delle principesse, ha dato spunto ad un dialogo e ad una riflessione sulla violenza contro le donne, ma soprattutto sulle azioni che non devono mai compiersi e sull’affettività. Nell’ultimo incontro i bimbi, alla presenza di altre classi, di docenti e, in alcuni casi, dei dirigenti, hanno messo in scena la loro “favola d’amore” con lo scopo di dare restituzione del percorso fatto, ma anche per lanciare un messaggio di speranza e di amore. Un’esperienza, secondo il personale coinvolto, che ha superato ogni aspettativa. Parlare di violenza di genere a bambini così piccoli, significa aspettarsi di incontrare una serie di difficoltà, invece si è rivelato un percorso proficuo, in cui i bimbi stessi sono diventati docenti di una materia a loro congeniale: l’amore e le relazioni genuine e sincere.

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