Riappropriarsi di uno spazio pubblico urbano attraverso la street art

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Riappropriarsi dello spazio pubblico urbano e farlo attraverso un percorso partecipativo: questo l’obiettivo del laboratorio che si è svolto nei mesi scorsi con i giovani dell’associazione Yolk, che gestisce un centro sportivo di comunità nel plesso Antonello da Messina dell’istituto Karol Wojtyla.

Organizzato da Ruber Arte Contemporanea e ideato dallo street artist palermitano Marco Mirabile, il laboratorio è stato pensato per condividere con i partecipanti una riflessione critica sull’importanza di contribuire in prima persona alla rigenerazione dei luoghi collettivi.

«Il progetto è partito con un’idea generale ma senza uno schema rigido» – racconta Marco Mirabile – «Il fatto di avere iniziato in modo spontaneo e “situazionista” ha avuto lo scopo ben preciso di cominciare a conoscersi sia come gruppo che singolarmente. Questo ha permesso di costruire un legame forte e utile a creare un percorso comune e partecipativo».

Grazie a questo crescendo di conoscenza si è arrivati in modo naturale a individuare il luogo da rigenerare, il progetto da realizzare, i colori da usare. La stessa spontaneità ha attraversato i bambini del quartiere e gli adolescenti di passaggio che, incuriositi, hanno contribuito con le proprie idee integrandosi a poco a poco nel gruppo.

«Sin dal primo incontro abbiamo mirato allo sviluppo del dispositivo “Gruppo Street Art”, favorendo la comunicazione e il rispetto reciproco tra i partecipanti. Ragazzi e ragazze hanno apprezzato la possibilità di riunirsi routinariamente il sabato, attirando la partecipazione di altre/i giovani (e non solo) del quartiere, ma soprattutto percependo lo spazio-scuola come un luogo d’appartenenza e d’espressione» – aggiungono Marta Cuti e Giorgio Rausa, rispettivamente coordinatrice e tutor del progetto per conto dell’Associazione Yolk – «La realizzazione dell’opera sul muro esterno della scuola rappresenta un primo passo verso la possibilità di incidere realmente sul quartiere, consapevoli di essere soltanto all’inizio di un lungo percorso di rigenerazione dei luoghi collettivi e di impegno sociale nel quartiere».

«Abbiamo trascorso metà del tempo in strada, proprio nell’angolo scelto da rigenerare» – continua lo street artist palermitano – «A noi si sono uniti residenti del quartiere e tutti insieme, come fosse un gioco, siamo arrivati a concludere il percorso non solo raggiungendo l’obiettivo di recuperare uno spazio urbano ma anche di conquistare un “tempo relazionale” di qualità».

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