Pulmì, un meeting per illustrare il progetto

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Il meeting dei partner del progetto Pulmì a Ragusa

Si parte! Per lo meno con gli incontri! Il 19 aprile si è svolto infatti il primo meeting del progetto Pulmì che anche se vedrà la maggior parte delle attività svilupparsi tra i comuni montani di Chiaramonte Gulfi, Giarratana e Monterosso Almo e il capoluogo di provincia. Il progetto coinvolge quasi tutti i 12 comuni iblei, oltre ad altri enti territoriali. Eccoli i nostri partner che si sono confrontati da subito con le attività progettuali pianificate: Svimed, L’Argent e Fondazione San Giovanni Battista insieme ai comuni della provincia di Ragusa (Ragusa, Modica, Comiso, Scicli, Santa Croce Camerina, Ispica, Pozzallo, Giarratana, Chiaramonte Gulfi e Monterosso Almo), al Gruppo di Azione Locale – GAL Terra Barocca e al Libero Consorzio Comunale di Ragusa, oltre al Centro commerciale naturale Antica Ibla, Federsanità Anci Sicilia e Futuring.
È stato il primo passo di un percorso che si svilupperà, per tappe, nel corso di tre anni. A illustrare le finalità di Pulmì è stata Barbara Sarnari, vicepresidente di Svimed, che ha spiegato come il servizio a chiamata deve essere pianificato in ogni suo aspetto per essere un’esperienza positiva, capitalizzabile da altri comuni e integrabile in una visione di territorio più ampia. Il progetto Pulmì punta infatti a ridurre l’isola mento dei comuni montani (Giarratana, Chiaramonte Gulfi e Monterosso Almo) intanto collegandoli meglio con Ragusa.  Un’attenzione particolare sarà indirizzata alle fasce della popolazione più fragili e vulnerabili e facilmente soggette a isolamento e marginalizzazione (disabili e anziani, ma anche giovani e stranieri) e per questo si sta valutando quali mezzi siano dotabili di pedana per disabili, siano a basso impatto ambientale in relazione ai percorsi che dovrebbero compiere etc. Tanti i fattori e i dati da collezionare e da tenere in conto prima di partire realmente con il servizio. In questo senso l’impegno dei partner con le responsabilità dirette delle attività, cioè Svimed, L’Argent e Fondazione San Giovanni Battista si sono già attivate per esser supportati da esperti del settore, raccogliere preventivi, pianificare un’indagine preliminare sul territorio etc. I comuni avranno il compito fondamentale di supportare la raccolta dei dati per inquadrare la situazione, nonché iniziare a coinvolgere la popolazione, in quanto obiettivo trasversale è ovviamente quello di promuovere una cultura della mobilità sostenibile.

Prossimi incontri probabilmente a luglio per avviare già delle attività di focus group nei territori montani per comprendere meglio le esigenze dell’utente target del futuro servizio a chiamata.

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