Turismo sostenibile nei Piccoli Comuni del Welcome: proficua giornata di confronto e discussione a Campolattaro sul tema del turismo nelle aree interne

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L’incontro dello scorso sabato, tenutosi presso lo spazio antistante dell’Albergo Diffuso Campolattaro nell’ambito del Progetto “Piccoli Comuni del Welcome”, alla presenza del Presidente Angelo Moretti, dei sindaci di Campolattaro e di Sassinoro e di esponenti di diverse associazioni ambientaliste e di promozione culturale del territorio, ha dato il via a diversi spunti di riflessione non solo sul tema del convegno, ovvero il turismo sostenibile, ma è sfociato in una più profonda analisi delle potenzialità e delle strade per aumentare l’attrattività dei piccoli comuni delle aree interne.

Ad aprire gli interventi è stato Stefano Cocca, moderatore dell’incontro nonché socio della Cooperativa di Comunità Conlaboro che ha in gestione l’Albergo Diffuso di Campolattaro, nodo di #welcome e di #welfare della nostra Rete. Il Sindaco di Campolattaro Simone Paglia è stato il primo a prendere la parola, concentrando nel suo intervento la necessità da parte delle amministrazioni, e non solo, di “fare rete” e creare collaborazioni così da creare percorsi condivisi che rendano maggiormente attrattivi e conosciuti i tanti piccoli comuni delle aree interne.

Luca Apollonio, Sindaco di Sassinoro, è entrato nel cuore del tema dell’incontro tracciando la strada del ‘turismo del futuro’ che abbiamo il dovere di delineare: “Noi dobbiamo spingere non per un turismo di massa ma puntare su bellezze paesaggistiche, ambientali, naturalistiche. Il percorso da fare è lungo ma credo che abbiamo imboccato la strada giusta. Servono tante risorse dal governo centrale, e non solo in termini monetari ma anche come infrastrutture, trasporti, fibra ottica etc”

Il Presidente Angelo Moretti ha ‘allargato lo sguardo’ sul tema, partendo dal fenomeno principale dei piccoli comuni nelle aree interne, ovvero lo spopolamento e la desertificazione che impediscono ogni idea di sviluppo e di crescita: “Sale della Terra e i Piccoli Comuni del Welcome non immaginano affatto che il futuro di questi borghi sia il turismo, e questo lo diciamo con chiarezza: il 17% del PIL italiano è il turismo, nella provincia di Benevento siamo all’11%, pertanto il massimo a cui possiamo ambire è la percentuale nazionale, con cui comunque non potremmo rispondere allo spopolamento.

Il turismo è una leva, una delle tante leve, una cartina di tornasole per cui quando i luoghi sono vivi viene voglia di visitarli. Le aree interne sono un luogo dove poter vivere bene. Chi ha pensato e costruito questa piazza (adiacente all’albergo diffuso) aveva un pensiero politico sulla bellezza, altrimenti non avrebbe fatto gli scaloni a vista su questo splendido panorama. Chi sceglie questi luoghi da vivere si lega ad un concetto di qualità. Noi dobbiamo connettere, ed è quello che come Sale della terra si sforza di fare, il pensiero politico con quello operativo.  Chi ha pensato all’Albergo Diffuso l’ha fatto come risposta ad un centro storico abbandonato. Spesso in queste zone capita di pensare ad un hardware, un qualcosa da costruire ma poi spesso manca il software, chi fa vivere questo luogo.”

Ma come affrontare il problema di ‘portare la vita’ in questi luoghi se nell’immaginario comune questi posti sono erroneamente considerati come una minoranza, quasi destinata a scomparire?

“Questo luogo non è affatto marginale ma rappresenta la maggioranza dell’Italia, che per il 70% si compone di comuni con meno di 5000 abitanti, la gran parte dei quali a rischio spopolamento.
Allarghiamo ancora lo sguardo all’Europa, che per l’80% è un’area rurale, abitata da meno del 20% della popolazione. Allarghiamo ulteriormente lo sguardo e notiamo che l’Europa è il 5% della popolazione mondiale, la sola Nigeria come abitanti tra qualche anno sarà quanto l’intera Unione Europea.
Non possiamo pensare che il Mediterraneo possa essere una porta da sbarrare e aspettarci che Campolattaro possa essere salvata dai campolattaresi, Benevento dai beneventani e così via, mentre abbiamo un indice di natalità basso, un invecchiamento progressivo e una tendenza ad andare verso la città: questa tendenza si può invertire ma non possiamo farlo da soli, dobbiamo capire che siamo al centro di movimenti mondiali che stanno determinando il futuro. La Brexit è stata decisa nelle aree rurali, la dinamica delle frontiere chiuse non è determinata da grandi città ma dalla paura dei piccoli borghi di aprirsi.

La risposta c’è, anzi, le risposte ci sono, e sono tante: di fondo noi pensiamo che dobbiamo immaginare tutte quelle microeconomie in grado di rivivere e rivitalizzare i borghi. L’albergo diffuso, l’orto antico, l’agricoltura di qualità sono microeconomie, che vanno connesse tra di loro e con il capitale sociale.
Va connessa l’hardware di questa bellezza con il software di tutte queste microeconomie.
Dobbiamo capire insieme come essere attrattori di chi vuole venire a vivere, a lavorare o semplicemente in visita nelle aree rurali.”

Secondo Mario De Chenno, responsabile del WWF, “la strada di queste aree è recuperare la residenza delle persone, cioè far sì che la gente non vada nelle città a lavorare. Servono infrastrutture ed inserirsi in una rete di idee, un nuovo spirito imprenditoriale che dia vita a nuove attività. L’Oasi WWF si regge sul lavoro dei volontari, senza alcun sostegno. Ma il turismo non può reggersi sul volontariato, serve imprenditoria, sostegno e un meccanismo di incentivi e disincentivi per stimolare interesse. Va coinvolto e valorizzato anche il settore dell’agricoltura, come il turismo deve essere sostenibile e legarsi a un’idea di sviluppo.”

Vincenzo mancini ha parlato dell’esperienza dell’Orto Botanico di Benevento, che da oltre 30 anni si occupa di biodiversità, “della quale mi definisco un custode. Recuperare la cultura e la storia – ha aggiunto – è la strada prima di parlare di turismo. Nell’orto botanico stiamo recuperando varietà antiche di frutti del Sannio: per ora solo 140 ma ce ne saranno 6/700. Nonostante cambiamenti climatici noi nell’orto stiamo recuperando la frutta, facendo un progetto di ‘Adotta il tuo frutto’ con custodi da tutt’Italia. Sostenibile è il fatto che nell’orto nostro non ci sia acqua né concimazioni.
Stiamo recuperando conoscenza delle erbe selvatiche, che componevano i piatti tipici del luogo ma ora nessuno conosce. Non si può limitare a pochi periodi all’anno il turismo, sostenibile vuol dire anche garantire turismo e servizi tutto l’anno.”

Stefano Cocca si lega al discorso e al problema della stagionalità del turismo, che rende difficile attuare una programmazione costante e assicurare una continuità di servizi per tutto l’anno.

Enzo Auletta, del CAI, Club Alpino Italiano, sezione di Benevento, ha affrontato la questione della qualità del turismo: “Il territorio ha una capacità limitata di sopportare la presenza umana, bisogna attirare persone qui ma la sostenibilità non è solo numerica bensì educativa, chi viene deve rendersi conto di dove si trova ed essere rispettoso. Quando portiamo gente in montagna il mantra è che il posto va lasciato come si è trovato, chi arriva dopo deve godere dello stesso luogo incontaminato.
Il sentiero è consumo di terra, di suolo, che usandolo va via. Prendere le scorciatoie ad esempio è sbagliato per l’impatto che ha sull’ambiente. Chiedo a chi ha messo in piedi l’iniziativa di essere custodi di questo luogo. Il modello d uso più diffuso in montagna è il picnic, cosa errata. Le realtà locali hanno un ruolo di sensibilizzazione importante: noi abbiamo sperimentato con successo una collaborazione con i ragazzi di Sassinoro, con altre associazioni, appurando che la rete permette di supportarsi e sostenersi a vicenda.”

Marco Iamiceli, Presidente dell’Associazione “Paesi dell’acqua”, ha focalizzato il suo intervento sulla riscoperta della qualità della vita dei piccoli comuni in seguito alla pandemia, “ma bisogna fare un passo in più, uscire dalla nostra campana di vetro ed evolvere. Non ci interessa il turismo di massa ma, ad esempip, il Trentino investe tanto in pubblicità, hanno conquistato la loro identità con un marketing basato sulla valle e non sul singolo paese. È un processo lento ma da fare, che potrebbe sintetizzarsi nella frase ‘innovare ma mantenere le origini’.”

Ha poi parlato Antonello Petrillo, di Rurail APS, associazione nata nel 2016 per costruire un contenitore digitale per aggregare e migliorare offerta sul territorio, su modello Airbnb.
“Lanciammo un hub digitale per creare spazio di lavoro ma purtroppo iniziò la pandemia appena dopo. I paesi colpiti da spopolamento sono ancora troppi, il primo passo è cercare di rendere posti attrattivi dove vivere, il buon turismo si fa dove c’è buona vita.”

La giornata si è conclusa con una degustazione dei prodotti tipici del Sannio, con abbinamenti con i vini “Sale della Terra”, suggeriti dall’AIS – Associazione Italiana Sommelier – di Benevento, presentati da Mariagrazia De Luca.

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