HOUSING E ACCOGLIENZA: PORTE APERTE E MANI TESE PER I FIGLI DELLA GUERRA

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L’Housing sociale è un rifugio, una mano tesa, lo spazio dell’incontro e dell’accoglienza.
Una casa, un porto sicuro, un ponte per tornare alla vita. Questa è sempre stata l’idea che ci ha spinto a mettere a disposizione dei nostri ragazzi un luogo da cui ripartire, con gli strumenti appresi durante il percorso, per tornare ad essere parte integrante della società, come valori aggiunti, come persone dotate di una dignità riconquistata con fatica e impegno.
Stiamo con gli ultimi, dentro il nostro tempo, perché siamo convinti che solo dal basso si possa ripartire per costruire nuovi percorsi di vita, perché siamo convinti che tra gli ultimi vi sia un’umanità ricca e complessa e ciò, con le pratiche di solidarietà attiva, possa concretamente rendere il mondo in cui viviamo un posto migliore.
Viviamo dentro il nostro tempo, dicevamo, un tempo scosso dallo spettro di un conflitto che ha già segnato la vita di tante, troppe persone. Una cicatrice aperta di cui intendiamo prenderci cura. Allora ci siamo chiesti cosa potevamo fare e la risposta l’abbiamo trovato nelle nostre pratiche, nella scelta di campo operata anni fa.
Da che parte vogliamo stare, cosa possiamo fare? Ovviamente ciò di cui parliamo non è una presa di posizione tra le due parti in conflitto, ma della scelta di stare con gli ultimi, sempre e comunque, con quelli che soffrono e lottano per restare aggrappati alla vita. Quindi la risposta resta sempre la stessa: Accoglienza, solidarietà, ascolto.
Porte aperte e mani tese, dunque, per chi non ha scelto la guerra e se la ritrova sulla testa, sradicato dalla propria terra e separato dai propri affetti.
L’Housing sociale accoglie infatti da qualche settimana una famiglia di profughi ucraini ed altri progetti sono in cantiere. Perché in fondo per restare umani occorre muoversi, posare lo sguardo, boicottare l’indifferenza e l’immobilismo, fare rete e proteggersi, ultimi tra gli ultimi, per il diritto ad una vita dignitosa e ad un’ infanzia felice.

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