Rapporto Aida, Chi Sono I Richiedenti Asilo In Italia

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Anche quest’anno il rapporto Aida (Asylum Information Database) fotografa la situazione dei richiedenti asilo in Italia, fornendo i dati relativi al 2019 e ai primi mesi del 2020
La relazione sui richiedenti asilo in Italia è curata dall’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi) – partner di Fare Sistema Oltre l’Accoglienza – e dall’European Council on Refugees and Exiles (Ecre), ed è finanziata dall’European Programme for Integration and Migration (Epim).

Qui di seguito alcuni dei punti più interessanti del rapporto Aida.

Richieste di asilo
Le richieste di asilo in prima istanza, presentate in Italia, sono state 43.783. Si registra una flessione del 18% rispetto al 2018. I principali Paesi di origine dei richiedenti asilo sono, nell’ordine: Pakistan, Nigeria, Bangladesh, El Salvador e Perù.

Si tratta per la maggior parte di uomini (73%); le donne sono il 26%. Nel conteggio vanno registrati 6.623 bambini – tra cui 659 minori non accompagnati – che sono di gran lunga diminuiti rispetto al 2018, quando erano 3.678.

Arrivi dal mare
Il numero totale di persone arrivate dal mare è in flessione: erano 23.370 nel 2018, sono state 11.471 nel 2019.
I porti più interessati dagli sbarchi sono stati quelli siciliani, con Lampedusa in prima linea. A seguire la Puglia, la Calabria e infine la Sardegna con 701 persone sbarcate nel 2019. Sono, nella più parte dei casi, persone che provengono dalla Tunisia, sebbene la Tunisia non appaia tra i principali Paesi di origine dei richiedenti asilo. Ciò è probabilmente è dovuto alle difficoltà e agli ostacoli che chi proviene da tale Paese incontra nell’accedere alle procedure per la richiesta stessa di asilo.

Respingimenti in Libia
Nel febbraio 2020, nonostante l’opposizione di numerose associazioni tra cui l’Asgi e l’appello del Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, è stato rinnovato il memorandum di intesa tra Italia e Libia.

Secondo il nuovo accordo, l’Italia s’impegna a continuare a sostenere finanziariamente, con corsi di formazione e con attrezzature, la guardia costiera libica per le attività di ricerca e salvataggio in mare e nel deserto e per la prevenzione e la lotta contro l’immigrazione irregolare.

Nel 2019, almeno 8.406 persone sono state rintracciate dalla guardia costiera libica e riportate indietro.

Arrivi via aerea
Tra gennaio e maggio 2019 il numero totale di domande di asilo presentate all’aeroporto di Milano e Roma Fiumicino è stato contenuto: rispettivamente 56 a Roma e 85 a Milano. Analogamente, dal primo giugno 2019 al 21 gennaio 2020, 79 persone hanno chiesto asilo all’aeroporto di Roma Fiumicino e 166 nell’area di transito dell’aeroporto di Malpensa.

Ma, come riferito da Asgi nell’ambito del progetto In Limine nel maggio 2019, l’accesso alle informazioni all’interno della zona di transito di Malpensa in relazione alla procedura di asilo, è molto scarso.

Secondo i dati ottenuti da Altreconomia, dal primo gennaio al 30 settembre 2019, 1.752 persone sono state rimpatriate dall’aeroporto di Malpensa. Tra questi, 49 nigeriani, 56 ucraini, 16 iraniani. Dall’aeroporto di Roma Fiumicino, nello stesso periodo, sono state rimpatriate 1.435 persone, tra cui 24 iraniani, 17 turchi, 17 libici, 168 ucraini. 651 persone sono state invece rinviate in patria dall’aeroporto di Orio al Serio, tra cui 170 ucraini, 3 turchi, 3 pakistani, 2 afgani e 2 siriani.

Arrivi dal confine sloveno
Gli arrivi in Italia attraverso il Friuli Venezia Giulia, al confine sloveno, sono stati circa 7.000. Nel 2019 e nel 2018 sono stati registrati 96 casi di riammissione in Slovenia da Trieste e Gorizia, senza alcuna procedura o decisione formale.

La situazione alle frontiere francese, svizzera e austriaca
Molti migranti che tentavano di attraversare i confini con Francia, Austria e Svizzera sono stati rimandati indietro, spesso con l’uso della violenza.

Secondo un rapporto presentato nel 2018 da Medici senza frontiere (MSF), negli ultimi due anni erano morte più di venti persone mentre cercavano di valicare i confini.

Il Ministero dell’Interno ha dichiarato che dal primo gennaio al 30 settembre 2019 sono state respinte in Francia 231 persone di cui 40 dal confine di Aosta, 178 dal confine di Ventimiglia, Liguria, e 13 dal confine di Bardonecchia, in Piemonte.

Nello stesso periodo, 238 migranti sono stati respinti in Italia dalla Francia, di cui 11 ad Aosta, 178 a Ventimiglia e 13 a Bardonecchia. 161 persone sono state rinviate in Svizzera, di cui: 10 dal confine con Aosta, 143 da Domodossola (Piemonte) e 8 da Como (Lombardia); mentre, nello stesso periodo, 2.025 persone sono state riammesse in Italia dalla Svizzera, di cui 34 ad Aosta , 543 a Domodossola e 1.448 a Como.

In Austria sono state invece respinte 49 persone, di cui 35 dal Brennero, Trentino Alto Adige e 14 da Tarvisio (Friuli Venezia Giulia). Nello stesso periodo, 93 persone sono state riammesse dall’Austria all’Italia, di cui 63 dal Brennero (e San Candido) e 30 da Tarvisio.

Hotspot
Alla fine del 2019 erano attivi, sul territorio italiano, quattro hotspot – le strutture che servono per differenziare i richiedenti asilo dai migranti economici: uno in Puglia (a Taranto) e tre in Sicilia (Lampedusa, Pozzallo e Messina). Al 31 dicembre 2019, gli hotspot hanno ospitato un totale di 78 persone, tutte in Sicilia.

Diversi i dati dell’anno precedente: nel 2018, erano entrate negli hotspot 13.777 persone, provenienti principalmente dalla Tunisia (5.638), dall’Eritrea (2.472) e dal Sudan (759) .

Ricollocazione dei richiedenti asilo
Secondo le norme vigenti, i richiedenti asilo possono essere collocati in tutto il territorio italiano, a seconda della disponibilità dei centri di accoglienza e sulla base di criteri che prevedono circa 2,5 richiedenti asilo per mille abitanti in ogni regione. Ma tale collocamento non viene effettuato mediante una decisione formale e pertanto non è appellabile dal richiedente.

Alla fine del 2019, il numero totale di richiedenti asilo accolti è stato di 67.036 (esclusi quelli di Siproimi – Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri). Nella classifica delle regioni in cui è avvenuta la distribuzione ai primi posti ci sono, in ordine: Lombardia 10.576; Emilia Romagna 7.066; Piemonte 6.716; Lazio 5.766; Veneto 5.400; Campania 5.340; Toscana 4,840.

SIPROIMI
La sistemazione dei minori non accompagnati deve avvenire – per legge – principalmente nelle strutture SIPROIMI (ex SPRAR). Tutti i minori non accompagnati, compresi quelli in cerca di asilo, hanno accesso a tali strutture. I bambini che raggiungono l’età adulta nei centri SIPROIMI, vi possono rimanere fino alla decisione finale sulla loro domanda di asilo.

Le circolari emesse dal Ministero dell’Interno il 27 dicembre 2018 e il 3 gennaio 2019 hanno specificato che nel caso in cui al minore non accompagnato venga concessa protezione internazionale, può rimanere nella struttura SIPROIMI per altri 6 mesi.

In caso di mancanza di posti disponibili, i minori non accompagnati possono anche essere ospitati nelle strutture governative di prima accoglienza. A fine 2019, i centri di prima accoglienza hanno ospitato 572 bambini non accompagnati.

Emergenza Covid-19
Nei primi mesi del 2020, causa l’emergenza Covid-19, l’Italia ha adottato misure che incidono sulle procedure di asilo e sulle disposizioni in materia di accoglienza. Tra queste, il decreto interministeriale del 7 aprile 2020 con il quale i porti italiani sono stati dichiarati “luoghi non sicuri” stabilisce che le persone in arrivo sono soggette all’isolamento fiduciario per 14 giorni, trascorsi i quali possono accedere alle strutture di accoglienza per i richiedenti asilo.

Le procedure formali, sebbene non siano state sospese, hanno tuttavia registrato difficoltà e ritardi. Le condizioni materiali di accoglienza sono state prorogate fino alla “fine delle misure in atto per l’emergenza sanitaria”, anche per coloro che non ne avrebbero più diritto.

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