Rifiuti in Campania: tra emergenza e soluzioni

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Rifiuti in Campania

L’emergenza rifiuti in Campania ha messo in evidenza l’esistenza di due problemi:

  • il primo, lo smaltimento dei rifiuti;
  • il secondo, la difficoltà di trovare un terreno comune per un dialogo fra il mondo della ricerca e quello della sanità pubblica.

Da una parte la necessità di rigore metodologico, dall’altra la necessità di indicare azioni concrete e di un linguaggio comprensibile alle istituzioni e alla popolazione.

Seppur i dati prelevati dall’Osservatorio regionale siano incoraggianti (emerge un lieve incremento dal 52,7 del 2018 al 52,8% del 2020) la questione campana ha delle caratteristiche che non aiutano a chiarire i problemi legati alla gestione dei rifiuti. 

Rifiuti in Campania: i dati degli ultimi anni 

La tendenza storica evidenzia che dopo un costante incremento della percentuale di raccolta differenziata dal 2009, gli ultimi tre anni registrano una situazione sostanzialmente stabile con una percentuale di raccolta differenziata che si aggira intorno al 53%:

  • il Sannio risulta il territorio più virtuoso, con una quota di 72% a Benevento e provincia;
  • segue la provincia di Salerno con il 64,4%
  • Avellino con il 64,3%;
  • tra i capoluoghi spiccano: Avellino (71,31%), Benevento (62,11%) e Salerno (59,60%), mentre sotto la media regionale si trovano Caserta (50,20%) e Napoli (36,23%)
  • tra i comuni con più di 20mila ci sono Ottaviano con l’83,97%, Vico Equense con l’81,68% e Bacoli con l’80,92%.

Si tratta di un primo approccio positivo, che però devo fare i conti con l’ancora incivile deposizione illegale e incontrollata di rifiuti di ogni tipo.
Preoccupanti, sono i rifiuti tossici, che hanno prodotto risultati che lasciano intendere la presenza di effetti negativi nelle aree limitrofe alla discariche.

Di fronte a queste controversie la sanità pubblica non riesce a sostenere azioni decise, mentre si crea uno spazio, allo stesso tempo, per casi di “pirateria scientifica” che contribuiscono a seminare allarmismi attraverso i media. 

Una svolta necessaria per risolvere il problema 

L’unico modo per risolvere questa situazione è mettersi nella prospettiva dell’azione e contare i danni.
Per prima cosa bisogna partire dall’assunto che finora nelle discariche illegali sono state riversate tonnellate di rifiuti, soprattutto tossici.
In secondo luogo, che urge bonificare il territorio, indipendentemente dall’esito degli studi sui legami fra rifiuti e salute.

Infine, il passo successivo, visto che l’attuale sistema di smaltimento, consiste nell’impiantare gli strumenti riconosciuti come efficaci: la raccolta differenziata, le discariche a norma di legge e gli inceneritori di nuova tecnologia. 

Rifiuti in Campania: nuove strategie di informazione e comunicazione

Parallelamente a questi interventi, è anche necessario attuare una diversa strategia di comunicazione nei confronti della popolazione.
L’idea che potrebbe rappresentare la soluzione giusta è quella proposta dal
Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm)  

La proposta prevede di creare un centro di riferimento per l’informazione scientifica e la comunicazione, con il compito di condurre altri studi e fornire un’informazione scientificamente credibile e indipendente.
Inoltre, bisognerebbe fare affidamento anche a tutte quelle associazioni campane che operano nell’ambiente, come:

  • Legambiente Campania
  • CometaPark
  • Fondazione con il sud,

che ogni giorno si impegnano a comunicare messaggi positivi di sostenibilità e argomenti inerenti alle decisioni più immediate da prendere riguardo il problema rifiuti, ovvero il ruolo importante delle discariche e degli inceneritori. 

Inoltre, un’altra idea da poter valutare per queste associazioni, sarebbe quella di dedicare del tempo ai programmi di informazione e di educazione, per comprendere quali funzionano meglio e perché, al fine di ottimizzare i passaggi epocali richiesti dalle linee guida per uno smaltimento dei rifiuti che sia il più efficiente e privo di rischi possibile.

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