“Pietra di Scarto” in udienza speciale da Papa Francesco

di

di Pietro Fragasso

E’ il 18 gennaio 2020 e mancano ormai poche ore al mio quarantaduesimo compleanno. Il regalo però è arrivato in anticipo, consegnato direttamente in una piccola sala del Vaticano, in un clima intimo con poco più di trenta persone presenti.

Siamo tutti seduti e inevitabilmente nervosi. O almeno io lo sono. Al mio fianco Massimo sfoglia un libro che donerà alla persona che tutti attendiamo.

Paola di TV2000 – a cui dobbiamo tutto questo e che non finiremo mai di ringraziare – ci comunica cosa accadrà di lì a breve e come saranno scanditi i tempi e i momenti.

Poi sono attimi: un portone si apre, un lembo di tunica bianca che si intravede, oscillante. Ed eccolo arrivare, a passi brevi ma decisi. Comincia a percorrere il semicerchio di sedie che ci ospita, stringendoci la mano e salutandoci uno ad uno.

Giuseppe, alle mie spalle, non riesce a trattenersi e chiede “Le posso dare un bacio? “. L’uomo in bianco gli sorride e da il suo consenso. Ci sediamo. Le persone che mi precedono, si alzano e si dirigono al microfono per raccontare a lui, al Papa, chi sono e che missione si sono date nella vita.

Il primo è Salvatore Natoli, filosofo e accademico di fama internazionale; a seguire Martina Colombari, accompagnata dalla Fondazione Rava, Paolo Bonolis, volto notissimo della TV, accompagnato dal CUAM; e ancora Karolina Kostner, bronzo alle Olimpiadi di Sochi, Paolo Rumiz, scrittore e giornalista.

E poi arriva il momento. Il mio.

Nell’attesa del turno ho provato a respirare profondamente per abbassare la tensione, in maniera circolare. Mi alzo e procedo. Sarò ad un metro scarso e uso, per rivolgermi a Francesco, una formula che sorprende anche me: Buonasera Santità!

Ecco, mentre lascio che il mio discorso proceda, mi rendo conto che le parole che sto usando sono completamente differenti da quelle preparate e rimuginate nei giorni precedenti. Ma il punto non è questo: mentre parlo sento il peso, la fatica, la gioia per la strada percorsa fino ad oggi; vedo i sorrisi dei miei compagni di strada che sono con me, mentre sto dicendo al Papa che esistiamo; che sogniamo le pietre di Scarto come ancora non sono; che crediamo nel potere salvifico del lavoro; che non ci arrendiamo.

L’udienza è alla fine e si arriva al momento dei saluti. Io e Peppe ci avviciniamo, portando a Francesco il dono che abbiamo per lui: una confezione dei nostri prodotti, in un cartone che porta ben evidenziato il nome di Francesco Marcone. Perché in questa occasione proprio lui non poteva mancare.

Ora siamo in macchina. Ci raccontiamo quello che abbiamo vissuto e facciamo ancora fatica a credere che sia accaduto. La domenica ci verrà in soccorso donandoci il tempo per sezionare le emozioni.

Poi bisognerà riprendere: a esistere, a sognare, a credere.

Per chi se lo fosse chiesto: il Massimo seduto al mio fianco fa di cognome Bottura ed è forse lo Chef più importante al Mondo. Inutile dire che Giuseppe gli ha subito parlato di Pomovero.

E se lo conosco, sono quasi certo che qualcosa accadrà.

https://www.youtube.com/watch?v=4ykrgEcoGeo&feature=youtu.behttps://www.tv2000.it/

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