Il musical partecipativo per sentirsi liberi e per non smettere di ascoltarsi

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Il Musical partecipativo nasce dal bisogno di far sentire la voce dei giovani attraverso la forma artistica del canto, del ballo e della recitazione. I 12 giovani partecipanti al laboratorio, facilitati e seguiti da Vincenzo Messina e Rosangela Marcianò, stanno scrivendo la storia prendendo spunto da temi legati alla vita quotidiana. Il bisogno di essere ascoltati e compresi è il tema principale del “Musical Libertà”.

L’emergenza Covid – 19 ha costretto il gruppo a trovare metodi alternativi per proseguire il lavoro iniziato il 29 gennaio 2020. Attualmente vengono realizzati due incontri a settimana attraverso Zoom meeting.

Rosangela e Vincenzo ci raccontano una lezione:

Abbiamo fatto palestra per far circolare il pensiero, per raccontarci e per condividere. Un modo per stare insieme in un momento in cui ognuno di noi è sollecitato alla solitudine. In cui siamo costretti a stare a casa pieni di vincoli, restrizioni e costrizioni.

Ecco le frasi che hanno condiviso i ragazzi:

“Abbiamo parlato del mondo che si è fermato, ma solo apparentemente. In realtà non è una pausa. Stiamo provando un modo alternativo di vivere la scuola, le relazioni amicali, le relazioni familiari. È un mondo che si è trasformato perché lo stiamo guardando da un’altra angolazione. Stiamo cercando di capire cosa ci fa stare veramente bene, di capire quali sono i valori che avevamo nascosto o forse che non abbiamo mai avuto. Ci chiediamo chi siamo veramente…. A volte troviamo la risposta…a volte no. Pensiamo di nutrirci non solo di cibo….ma di studio, facciamo attività fisica…. Vogliamo vivere un tempo vivo. No un tempo morto. Ma non sempre è facile L’angoscia a volte ci assale.  Non sappiamo come rapportarci al tempo che passa. Vogliamo vedere la gente, la confusione nelle strade, gli abbracci spensierati, il Centro Tau. A volte andiamo fuori di testa… ma forse anche prima ci capitava. Ci capita di vivere il presente senza pensare a un domani. A volte ci sentiamo rassegnati. È brutto. Abbiamo bisogno di uscire e respirare all’aria aperta senza sentirci soffocare. Ci fa impressione andare a fare la spesa e trovare decine di persone in fila coperte da una mascherina e con le mani blu. Abbiamo tanti sogni: laurearci, diplomarci, cercare un lavoro, andare al mare, andare al cinema, tenerci per mano, vedere la gente…anche quella che non conosciamo, vogliamo prenderci la patente e guidare la macchina, vogliamo uscire con gli amici, vogliamo essere liberi. Vogliamo essere felici”.

 

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