Donne “in rosa” si raccontano!

di

Leggiamo alcune testimonianze di “donne in rosa”:

Alba Pastore

“Mi chiamo Alba, e sono una donna in rosa.

Voglio parlare brevemente di un argomento molto importante, la PREVENZIONE.

Otto anni fa mi fu diagnosticato un tumore maligno al seno, e dopo essermi sottoposta ad intervento chirurgico e aver fatto le cure del caso, mi fu detto dal medico che ERO ARRIVATA IN TEMPO.

Ecco COS’E’ LA PREVENZIONE: ARRIVARE IN TEMPO.

Ma come si arriva in tempo? Si arriva in tempo grazie ai CONTROLLI, alle VISITE, perché con essi si monitora la nostra salute. Noi li dobbiamo fare, soprattutto quando siamo convinti di stare bene.

Controlli come l’autopalpazione, o un’ecografia, controlli semplici, innocui e non invasivi. Io attraverso la mia storia voglio incoraggiare ad effettuare questi controlli, se veramente ci vogliamo bene, vogliamo bene ai nostri cari, alla nostra famiglia.

Non mi resta che dire: VIA ALLA PREVENZIONE E VIA ALL’AMORE PER LA VITA!!

Pileria Pellegrino

“Sono Pileria, e sono una donna in rosa, frequento da tempo questa realtà dello sportello rosa perché ad un certo punto della mia vita ho avuto a che fare con una patologia oncologica: un carcinoma.

Da qui è iniziata una nuova vita, mi sono resa conto di entrare in un universo di cui conoscevo l’esistenza ma che era parallelo al mio.

Lì è iniziata una nuova percezione di tutta quella che è la realtà, gli affetti, di tutto quello che è la vita che apparentemente veniva privata della normalità per affrontare sfide che sembravano veramente troppo grandi!!

MA COSI’ NON E’ STATO, sono qui a testimoniare, a raccontare che si può affrontare qualsiasi percorso terapeutico, l’importante è trovare in sé le forza, le energie che ognuno di noi inconsapevolmente ha, senza sapere di essere abbastanza forti per affrontare le difficoltà e di fare di un momento difficile come quello che può essere un momento di malattia, un’opportunità, per sé, per la propria famiglia e per quanti stanno intorno, ma anche per coloro che si trovano ad affrontare magari in momenti diversi lo stesso percorso per il quale siamo passati.

È lì che possiamo essere d’aiuto a noi stessi e agli altri e far in modo che tutta la sofferenza, il dolore e le difficoltà che ci hanno caratterizzato ed hanno caratterizzato il nostro cammino, non siano sterili, ma possano essere d’aiuto a qualcun altro che in tempi diversi si troverà ad affrontare la stessa nostra strada.

È per questo che credo molto nel confronto, nell’arricchimento che viene nel racconto di storie simili, perché è da questa unità, da questa solidarietà che si può avere un impatto anche all’esterno per essere d’aiuto a quanti vivono situazioni del genere, alle famiglie, amici e parenti coinvolti, che in un modo o nell’altro ne risentono, perché la malattia oncologica non è una malattia individuale, ma una malattia che coinvolge l’intero nucleo familiare, e che possano trovare la speranza in un messaggio positivo perché SE NOI CE L’ABBIAMO FATTA ANCHE ALTRI POSSONO FARCELA!!

Per me questa è stata una delle attitudini principali con cui affrontare la malattia, è stato determinante”.

Queste sono solo alcune delle testimonianze delle nostre “donne in rosa”, a testimonianza dell’importanza che ha la prevenzione, che spesso rimandare una visita, un controllo, potrebbe avere conseguenze spiacevoli, che si potrebbero evitare solo avendo una maggiore attenzione e propensione alla prevenzione.

 

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