Pratiche filosofiche per riconoscere stereotipi e prassi violente
Il Progetto Via delle donne, nel segmento a cura della Cooperativa TelaLAB, si occupa anche di ideare e generare processi in cui setacciare, attraverso la filosofia e le pratiche filosofiche, le visioni del mondo dei partecipanti e riconoscere stereotipi e prassi violente.
Per farlo è stato scelto un istituto secondario di primo grado nella cittadina di Trepuzzi (Le) già teatro nel luglio 2018 di un femminicidio.
Nella prima fase sono stati realizzati diversi incontri con la dirigente scolastica e le collaboratrici per descrivere il progetto e le pratiche filosofiche. Sono seguiti incontri con i docenti al fine di garantire comprensione partecipata del metodo e favorire l’emersione di dubbi e domande.
Negli incontri con la classe coinvolta nel percorso, nell’esercizio del dialogo socratico, si è parlato di fotografia, sperimentandone la pratica e osservando, attraverso le teorie di Roland Barthes in La camera chiara, le fotografie di Letizia Battaglia.
Sono emerse visioni stereotipate sul ruolo della donna in relazione alla maternità. Il clima in classe è addensato da dinamiche di potere: la loro parola ambita è forza. Nel frattempo la postura delle ragazze è ridimensionata e indebolita.
Sopravvive un microcosmo calcificato di stereotipi di genere che vedono la donna preposta alla conservazione della specie ed estranea a qualsiasi concetto di libertà o di autodeterminazione, già tra dodicenni. In uno dei più recenti laboratori, preso a pretesto uno scatto di Paola Agosti che ritrae una femminista con un cartellone su cui era scritto “Decido io e su tutto”, l’affermazione è apparsa insostenibile per i ragazzi e le ragazze. Il percorso è proseguito con attività volte a stimolare la consapevolezza attraverso le relazioni amicali e di classe, come espresso da una studentessa “È stato molto bello e la cosa più importante per me è stata condividere questi momenti con i miei compagni e partendo da diversi argomenti a volte estranei al progetto ci siamo collegati a quello che era lo scopo del percorso.”
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