“Io Autentico”, quando i ragazzi con autismo diventano cittadini

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La regione Calabria conta circa 25mila autistici: queste persone, soprattutto i ragazzi, sono molto spesso relegati ai margini della società. «Il motivo principale è culturale. Oggi, quando ci sono, esistono per loro solo percorsi trattamentali», spiega Enrico Mignolo, tra i fondatori e presidente dell’Associazione “Io Autentico”, in prima linea da anni sul fronte dell’autismo a Vibo Valentia. «Oggi in Calabria – chiosa ancora Mignolo – le persone con disabilità spesso vivono in famiglie e contesti sociali in cui non si conoscono i propri diritti e di conseguenza non trovano alcuna risposta negli uffici dei servizi sociali dei Comuni, questo è vero dramma calabrese». Una situazione che non solo non ha scoraggiato Enrico e alcuni genitori di Vibo che hanno contribuito a fondare l’associazione Io Autentico, ma ha impiegato queste persone nella costruzione di una rete di iniziative e progetti che permettano ai ragazzi con autismo di poter partecipare – con i loro modi e tempi – alla vita sociale.


«Se da un lato continua ad esserci l’assoluta mancanza di erogazione di servizi, se non quelli puramente trattamentali per i nostri figli con autismo, dall’altro lato 6 anni fa ci siamo posti l’obiettivo di realizzare progetti di partecipazione sociale per i nostri ragazzi con autismo, ma che coinvolgesse anche i nostri figli senza autismo e i figli di tutta la comunità di Vibo. Crediamo non ci debba essere un noi e un loro, dobbiamo essere tutti parte e partecipi del cambiamento socio-culturale che stiamo promuovendo».

Io Autentico in questi anni ha lavorato con ragazzi dai 7 ai 17 anni, ma «l’età non è vincolata dalla nostra volontà, ma da uno stigma verso la patologia che genitori di figli con autismo di età maggiore hanno. Puntano solo sulle attività terapeutiche sperando in una “guarigione” o un miglioramento della forma di autismo, senza pensare che gli stimoli di vita reale e vissuta siano utili e soprattutto indispensabili per evitare a questi ragazzi la ghettizzazione. Noi invece siamo proprio questo: una realtà che punta a costruire quegli stimoli ai ragazzi. Tra questi un campo estivo dal nome “Aut Out”. Doveva durare una settimana nell’estate del 2021, ma è andato avanti per 7 settimane. Durante il campo abbiamo aperto il cinema ai ragazzi con autismo adattando i volumi della proiezione e portando i ragazzi in orari meno affollati, ma facendoti stare insieme agli altri, alle altre persone», spiega Enrico Mignolo.

Il campo estivo era partito con 30 ragazzi di cui solo la metà con autismo. E finita l’estate Io Autentico ha continuato a lavorare con tutti loro, insieme alla comunità. L’obiettivo è far prendere coscienza dell’esistenza di ragazzi con autismo al suo interno e permettere che più persone possibile conoscano i loro modi di vivere la città: dal comprare un gelato al chiosco in spiaggia all’andare in biblioteca a prendere un libro in prestito. Attrita in cui i ragazzi, autistici e non, seguiti dagli educatori, instaurano rapporti di amicizia vera.


«Ora, insieme alla Confcommercio locale stiamo installando pittogrammi che facilitino l’orientamento dei ragazzi con autismo nei supermercati e a chi aderisce al progetto offriamo corsi di formazione del personale. Inoltre attraverso il linguaggio universale dello sport, da cui tanti dei nostri ragazzi sono esclusi per via delle poche risorse dei club o delle palestre abbiamo convenzionato alcuni centri sportivi per avere un nostro mediatore che segua i giovani atleti facendo da collegamento tra l’allenatore e i ragazzi con autismo dentro il contesto delle palestre o delle piscine», conclude Mignolo.

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