Associazione Circolo culturale Popilia, la solidarietà amicale al servizio del prossimo

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L’Associazione Circolo culturale Popilia è nata nel 1990 per supportre  la popolazione Rom, sedentarizzata da oltre 80 anni nella città di Cosenza e distribuita in parte in Via Popilia in case popolari, in parte in due insediamenti in baracche lungo il fiume Crati. «Nel 2001 poi circa 140 famiglie di Rom della baraccopoli sono state trasferite in un villaggio di case, solo per Rom, alla periferia di un quartiere popolare, praticamente un altro ghetto a rischio devianza. I minori Rom fanno fatica a frequentare la scuola, con un tasso di dispersione scolastica del 60%, a svolgere attività sportive o altre attività laboratoriali, a frequentare luoghi di aggregazione della città», spiega la referente dell’associazione Maria Cristina Carusi. Le famiglie faticano ad integrarsi nel tessuto cittadino, a motivare i figli alla frequenza scolastica e ad intessere relazioni al di fuori del Villaggio Rom, soprattutto a causa di un diffuso e drammatico pregiudizio nei loro confronti da parte dei cosentini. L’Associazione, attraverso il proprio operato e un’assidua frequentazione del quartiere con i suoi volontari,  ha favorito la promozione della dignità personale dei Rom, la tutela dell’identità e della cultura di questa minoranza e la diffusione di una più ampia disponibilità all’accoglienza ed alla solidarietà da parte della cittadinanza cosentina cercando di superare le forme di emarginazione sociale e culturale. «Oggi l’Associazione è ormai radicata nel tessuto della comunità Rom di Cosenza ed è riconosciuta come interlocutore dalle famiglie grazie alle nostre attività e progetti volti al contrasto alla devianza, ma anche come strumento di partecipazione di cittadinanza attiva nei ragazzi minori che frequentano l’associazione». Questo ha permesso di far uscire dall’isolamento di quartiere circa 50 minori e le loro famiglie promuovendone l’interazione con altre realtà cittadine per un’integrazione rispettosa della diversità grazie ad esempio all’attività di doposcuola  svolta durante l’anno scolastico tutti i giorni feriali e una serie di approfondimenti collaterali calibrati sulle caratteristiche dei ragazzi e sui loro interessi.  Contatti con le scuole di appartenenza (I.C. Fausto Gullo, I.C. Via Roma-Spirito Santo e I.C. Don Milani) dei ragazzi Rom per verificare con gli insegnanti  l’andamento didattico-disciplinare dei ragazzi. «Negli anni abbiamo progettato e realizzato anche laboratori di animazione socio-culturale e ricreativa, laboratori di arte, musica e spettacolo, svolti spesso in collaborazione con altre associazioni, per innescare processi educativi centrati sul protagonismo degli stessi ragazzi, sul recupero e valorizzazione degli elementi tipici della cultura di riferimento, sulla coltivazione di relazioni tra pari orientate ad un riconoscimento della dignità e valore di ogni persona e dei talenti di cui ciascuno è portatore», ricorda Maria Cristina Carusi.

Negli anni, l’operato dell’ Associazione ha permesso tantissime altre persone, come i volontari del servizio civile, i compagni di scuola  dei ragazzi Rom, i docenti, gruppi giovanili, associazioni, gruppi scout di conoscere le persone Rom e di approcciarsi a loro diminuendo il proprio pregiudizio e riconoscendoli nella loro dignità di persone. «La nostra associazione conclude Carusi – è l’unica in città che opera all’interno della realtà Rom  riuscendo a raggiungere i ragazzi della comunità Rom coinvolgendo sempre di più i nostri volontari».

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