FAD, l’associazione nella quale i disabili sono avvolti dal calore delle famiglie

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Una quotidianità ricca, piena di amore e voglia di condividere anche le difficoltà. È il nucleo familiare protagonista dei percorsi proposti ai giovani disabili a cui si rivolge la Fad, Famiglie associate disabili, associazione che opera nel territorio di Spezzano Albanese, in provincia di Cosenza. Una realtà che si considera tra le poche in grado di offrire concrete opportunità di crescita ai propri utenti. L’idroterapia, l’ìppoterapia, la musicoterapia, ma anche le sedute di psicologia e, perché no, i momenti di allegria dati dal karaoke.

Immersi nell’arte nei paesi arbresh

«Non dico che siamo gli unici», afferma il presidente di Fad, Gennaro Romio, «ma ci possiamo senza ombra di dubbio considerare una delle due o tre associazioni che fanno ciò che gli altri neanche provano a proporre. La nostra utenza è composta da disabili, giovani e non solo, con le più diverse patologie, per esempio cerebrolesi e autistici, ai quali offriamo opportunità di recupero e anche svago attraverso attività che abbiamo pensato dopo attenta valutazione delle esigenze comuni. Dobbiamo chiarire che non siamo specializzati dal punto di vista sanitario, infatti, nei casi che lo richiedono, ci consultiamo con gli specialisti. Offriamo, però, a tutti loro la possibilità di vivere la quotidianità attraverso momenti di condivisione. Le gite, per esempio, sono alcuni di questi momenti».

La maggior parte della attività si svolgono in sede ma, per la piscina e l’ippoterapia, le strutture a cui l’associazione si appoggia sono lontane e, per raggiungerle, bisogna organizzare i pulmini.

Vivere l’acqua tutti insieme

«Se fossimo in altre regioni, per esempio la Lombardia o la Toscana, tutto sarebbe diciamo pure un gioco», prosegue il presidente. «Siamo, però, in Calabria, dove, come dicevo prima, di strutture per disabili, gravi o non gravi che siano, ce ne sono ben poche. E quando ci sono, distano chilometri, ovviamente non sempre percorribili dalle famiglie. Facciamo, quindi, i salti mortali per dare loro modo di fare piscina o andare a cavallo, consci dei benefici che apportano loro. Proprio per quanto riguarda l’ippoterapia, molti arrivano restii a montare in sella, ma pian piano, grazie all’enorme pazienza dei nostri operatori e di chi gestisce il maneggio, riusciamo ad avvicinarli al cavallo e al suo meraviglioso mondo. Certo, sono sempre passeggiate quelle che proponiamo, ma qualcuno è anche riuscito ad andare al trotto».

Grandi soddisfazioni che si vorrebbe incontrassero non solo il favore, ma anche la mano tesa, da parte degli enti pubblici.

«È un classico vedere realtà come la nostra lavorare senza aiuto da parte di chi dovrebbe sostenere le belle iniziative che fanno crescere la propria comunità», dice in conclusione Romio -. «Il problema è che in Calabria mancano le strutture per i ragazzi disabili come i nostri. Continuo a dirlo, al Sud tocchiamo con dolore la mancanza di attenzione nei confronti delle fragilità. Basterebbe poco perché, vedere spuntare il sorriso sul volto di questi giovani, è la più grande soddisfazione che possiamo avere. Ci ripaga di tanta fatica. Lo stesso per le famiglie che, senza di noi, non saprebbero veramente cosa fare. Il nostro supporto è, dunque, duplice, ma centuplica la voglia di andare avanti».

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