SICILIA! Un’installazione permanente presso l’antica Stazione Marittima di Palermo

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Inaugurata al Palermo Cruise Terminal l’installazione “Sicilia!”, che sarà ospitata in modo permanente presso l’antica Stazione Marittima, restituita alla città l’anno scorso dopo un ingente investimento.

«Questo è un luogo a servizio di Palermo – afferma Antonio Di Montegeneral manager di West Sicily Gate srl – «Siamo stati entusiasti fin dal primo momento di offrire la nostra disponibilità perché crediamo che quest’opera cada a pennello, tanto è vero che ogni giorno notiamo la curiosità che suscita nei passeggeri in transito».

L’opera è frutto di un laboratorio condotto dall’artista Flavio Favelli, tra Palazzo Butera e la Casa di Reclusione Calogero Bona – Ucciardone di Palermo, con gli studenti del corso di pittura Cielo Raso Unplugged dell’Accademia di Palermo e i partecipanti al workshop di Spazio Acrobazie del carcere Ucciardone.

L’idea nasce dalla collaborazione tra QuattroPuntoZero e ruber.contemporanea, partner della Scuola di Arti e Mestieri nell’ambito dei laboratori “Educhiamo alla Bellezza”, con «l’obiettivo – come spiega il coordinatore Simone Lucido – di mettere in contatto la città con il proprio patrimonio storico e artistico, non solo attraverso la contemplazione e la salvalguardia ma anche mediante la sua riscoperta e riattualizzazione in chiave contemporanea».

Durante questo percorso, che da aprile a maggio ha visto protagonisti circa 30 giovani siciliani, l’artista ha raccontato il proprio sguardo sulla città e la Sicilia usando come materiale del workshop la collezione personale della rivista “Sicilia”, edita dall’editore Flaccovio dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta e dalle cui pagine sono state prelevate le immagini.

Rivendicando il suo approccio collagistico, l’artista ha quindi utilizzato un materiale “trovato” che, non diversamente dagli oggetti che caratterizzano la sua ricerca (bicchieri, mobili, cartine geografiche), è stato recuperato da rigattieri, nei solai e nelle cantine.

Proprio a partire da questo immaginario, che racconta le bellezze siciliane attraverso una grafica ricercata, Favelli ha assemblato immagini di provenienza diversa come tecnica con cui smontare il paesaggio per creare un nuovo disegno. Il suo è un invito a ricreare un nuovo modo di guardare alla città, annullando le differenze tra alto e basso, tra dimensione personale e pubblica, e a sfruttare i ricordi e la memoria per selezionare i materiali e dare senso alla propria storia, ritrovando tracce di sé sedimentate in frammenti che prendono forma attraverso un ricercato lavoro di montaggio.

Nascono così i trenta collage in cui la mattanza del tonno e le maioliche siciliane convivono con i mosaici bizantini e il gelato “giardinetto” e su cui i due gruppi hanno lavorato contemporaneamente attingendo al patrimonio culturale come “bene comune”, a prescindere dalla formazione o dalla provenienza sociale.

«Ho voluto mettere in relazione diverse sensibilità e storie differenti, quelle degli studenti, dei giovani artisti e delle persone in esecuzione di pena, ponendo tutti sullo stesso piano, me compreso» – spiega l’artista Flavio Favelli – «Quello che colpisce è che non è così chiaro quale sia il collage realizzato dallo studente, dalla persona in esecuzione di pena o da me stesso».

«Quest’opera è importante perché abbatte quelle barriere fra mondi che si vedono spesso conflittuali, in una città che ha bisogno di ricomporre il suo organismo sociale e culturale» – conclude Maurizio Cartaassessore all’Urbanistica e al Centro storico – «Ha la capacità di far capire a persone che pensano di non avere nulla a che fare con l’arte contemporanea che anche loro, invece, ne fanno parte. D’altronde, l’arte contemporanea è un linguaggio che non può e non deve essere elitario».

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