Presentiamo un partner del progetto: Amorevolmente Insieme!
di lacasaditotionlus
Valentina Genitori D’Arrigo, presidente di Amorevolmente Insieme, ci presenta le attività che svolgono sul territorio. Buongiorno! La vostra associazione è partner del progetto Abitare e Lavorare a Casa di Toti. Si tratta di una realtà attiva sul territorio catanese a cui vorremmo dare spazio per condividerne azioni e valori. Vorrei inoltre cogliere l’occasione per presentarvi al nostro pubblico.
D. Cominciamo dai princìpi: qual è la missione principale della vostra associazione? Come descrivereste la visione a lungo termine dell’associazione?
La nostra associazione, Amorevolmente Insieme, nasce con l’obiettivo di offrire supporto e accompagnamento alle famiglie con figli con neurodiversità. La nostra missione è costruire percorsi di crescita e autonomia per i ragazzi, aiutando anche le loro famiglie a sentirsi meno sole in questo cammino. La nostra visione a lungo termine è quella di una società più inclusiva, in cui le persone con disabilità possano vivere con dignità, indipendenza e realizzazione personale, con il sostegno di una comunità accogliente.
D. Raccontaci qualcosa di Voi: quando e perché è stata fondata l’associazione? Quali sono stati i principali traguardi raggiunti fino ad oggi?
L’associazione è stata fondata con il supporto dello studio Parentage per rispondere a un bisogno concreto: creare uno spazio di ascolto, condivisione e supporto per i siblings (fratelli e sorelle di persone con disabilità) e per le loro famiglie. Nel tempo, le nostre attività si sono ampliate e oggi seguiamo progetti legati all’autonomia, al “durante noi” e al “dopo di noi”. Tra i traguardi più significativi, possiamo citare l’organizzazione di weekend di autonomia, il sostegno psicopedagogico alle famiglie e la creazione di reti di collaborazione con altre realtà locali impegnate sullo stesso fronte.
D. Chi può diventare membro dell’associazione e quali sono i requisiti per iscriversi?
Chiunque condivida i nostri valori e desideri contribuire al nostro lavoro può diventare membro dell’associazione. Non ci sono requisiti particolari, se non la volontà di impegnarsi per il benessere delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
D. Quali sono le principali attività e progetti che l’associazione promuove attualmente?
Attualmente ci occupiamo di diverse iniziative, tra cui:
- Weekend di autonomia, in cui i ragazzi con disabilità sperimentano la gestione della vita quotidiana, con il supporto di educatori.
- Percorsi di sostegno per i siblings, per aiutarli a elaborare il loro ruolo all’interno della famiglia.
- Progetti educativi e laboratori inclusivi, mirati allo sviluppo delle competenze sociali e lavorative.
- Supporto alle famiglie attraverso incontri formativi e gruppi di auto-mutuo aiuto.
- esperienze formative e abilitanti all’interno di realtà del territorio che hanno aperto le porte ai nostri ragazzi per offrirgli una opportunità di crescita, un momento di fiducia; ristoranti, ma anche parrucchieri, asili.
D. L’associazione collabora con altre organizzazioni o enti? Se sì, quali sono alcuni esempi significativi?
Sì, collaboriamo con diverse realtà del territorio. Oltre al progetto Abitare e Lavorare a Casa di Toti, siamo in rete con scuole, enti locali e associazioni che condividono la nostra missione. Lavoriamo, ad esempio, con centri educativi, strutture di accoglienza e cooperative sociali per creare percorsi personalizzati per i nostri ragazzi. In questo momento abbiamo avviato una collaborazione con la scuola Atelier nel bosco che condivide i principi dell’accoglienza e dell’inclusione.
D. Qual è l’impatto dell’associazione sulla comunità locale o sul settore di riferimento?
Il nostro impatto si misura nella crescita delle autonomie dei ragazzi che seguiamo e nel supporto concreto alle famiglie. Abbiamo visto bambini diventare più indipendenti, famiglie sentirsi meno sole e comunità scolastiche e cittadine più sensibili ai temi dell’inclusione. I ragazzi sperimentano uno spazio di vita fatto anche di momenti separati dalla famiglia, o con gli amici come amano dire loro.
D. Potete condividere qualche storia di successo che illustra il lavoro dell’associazione?
Uno dei nostri ragazzi, dopo aver partecipato ai nostri percorsi di autonomia, ha iniziato un’esperienza lavorativa in un contesto protetto, riuscendo a gestire le sue mansioni in modo indipendente. Un’altra storia significativa riguarda una famiglia che, grazie al nostro supporto, ha trovato strategie efficaci per migliorare la qualità della vita del proprio figlio con disabilità. Attualmente stiamo inserendo con un tirocinio un altro dei nostri ragazzi per dargli la possibilità di apprendere e diventare autonomo le mansioni necessarie a svolgere autonomamente il ruolo di aiuto in una scuola materna, e sperare che anche lui possa essere a lungo termine inserito in maniera stabile nel mondo del lavoro.
D. Quali sono le principali sfide che l’associazione sta affrontando attualmente?
Le sfide principali sono legate alla necessità di risorse per ampliare i nostri progetti e garantire continuità nel tempo. Inoltre, il cambiamento culturale verso una vera inclusione è ancora un percorso lungo: lavoriamo per sensibilizzare la comunità e le istituzioni affinché ci siano più opportunità concrete per i nostri ragazzi. Più diritti, facili da richiedere, servizi che mettano nelle condizioni le famiglie di avere davvero dei punti di riferimento e che possano offrire ai ragazzi una esperienza di vita completa non solo implementare abilità, ma divertirsi, fare sporto, lavorare.
D. Qual è il messaggio principale che vorreste trasmettere a chi legge questa presentazione?
Che l’inclusione è un valore di tutti, non solo di chi vive la disabilità in prima persona. Ognuno di noi può fare la differenza, creando spazi e opportunità per una società più accogliente e giusta.
D. Come possono le persone interessate sostenere o collaborare con la vostra associazione?
Si può sostenere l’associazione in tanti modi: diventando volontari, partecipando ai nostri eventi, sostenendoci economicamente con donazioni spontanee o con il 5×1000 o aiutandoci a far conoscere il nostro lavoro. Ogni piccolo contributo può fare la differenza!
D. Qual è il vostro ruolo nel progetto Abitare e Lavorare a Casa di Toti? Quali sono secondo voi i punti di forza di questa progettualità?
Nel progetto Abitare e Lavorare a Casa di Toti, il nostro ruolo è quello di confrontarci con le famiglie del territorio e favorire l’inserimento dei ragazzi presso i laboratori che vengono svolti in struttura, primo passo per prendere confidenza con la struttura, per fare gruppo con gli altri per sperimentarsi e ascoltare i bisogni delle famiglie. Il punto di forza di questa iniziativa è la possibilità concreta di far sperimentare ai ragazzi con disabilità una vita indipendente, con un lavoro e una casa condivisa, in un ambiente accogliente e strutturato per valorizzare le loro capacità.
Grazie di cuore per il tempo che ci avete dedicato. Possiamo annunciare già che faremo una nuova intervista per presentare il laboratorio di cui siete protagonisti assoluti, un luogo magico in cui i ragazzi speciali coinvolti possono davvero far emergere le loro emozioni.