Con l’Istituto Alberghiero per parlare di inclusione. A Otranto arriva il progetto “Io come te”

30740039_582755158761862_4098884987917434880_nDopo Lecce, il Progetto “Io Come Te” si è fermato, questa mattina, all’Istituto Alberghiero di Otranto, dove si è parlato anche dell’iniziativa del consultorio mobile per segnalare casi o situazioni che necessitano di interventi di professionisti.

A Otranto nelle aule dell’Istituto Alberghiero, punto di riferimento importante per tantissimi giovani del territorio, si sono ritrovate, fianco a fianco, le associazioni Agedo Lecce, Anyway Accessalento, LILA Lecce Onlus, il Centro antiviolenza SanFra, la scuola e gli studenti, per parlare di inclusione.

Oggi le relazioni sociali rischiano di degenerare in seguito ad una fragilità che, come testimoniano le cronache, diventa sempre più significativa tra i giovani. Bullismo, razzismo, omofobia e le violenze di genere sono figlie di paure e pregiudizi che si radicano e si diffondono a macchia d’olio in questa nostra società frenetica e distratta.

Parlare ai giovani

Per promuovere una cultura fatta di rispetto delle differenze che vinca su violenza e pregiudizio è nato il progetto “Io come te – Percorso di introspezione sociale contro la violenza”. Parlare ai giovani e formarli per promuovere una società orientata al contrasto di ogni forma di violenza e al dialogo: questo il focus del percorso “Io come te”.

Prima di ascoltare il dirigente dell’Istituto Alberghiero di Otranto, incontriamo GianFranca Saracino, presidente di Agedo Lecce, impegnata con gruppi di studenti e studentesse.

GianFranca, ci parli del progetto “Io come te”?

Il progetto “Io come te”  nasce dalla volontà di mettere in rete le Associazioni che in misura diversa si occupano d’inclusione sociale e di contrasto alla violenza e al pregiudizio”.

Un percorso, dunque, di introspezione sociale contro la violenza con un’azione specifica nelle scuole che si concretizza nel dialogo con le nuove generazioni. Proprio per questo oggi, nel nostro sesto incontro con le scuole, siamo qui all’Istituto Alberghiero. Con l’IISS di Otranto e Poggiardo c’è stata, infatti, la firma di un protocollo d’intesa e, già in passato, sono stati sviluppati progetti che hanno visto il coinvolgimento di quest’Istituto.

L’azione di oggi, quindi il dialogo con le nuove generazioni, mira a mettere in relazione gli studenti con le varie realtà associative di volontariato. Il contatto diretto consente di avere la percezione più indicativa di come le associazioni si muovano per prevenire ogni forma di violenza attraverso la conoscenza delle tante tematiche che gli attivisti e i volontari consegnano ai ragazzi.

Importantissima in questo progetto è l’iniziativa del consultorio mobile, anche questa un’azione di “Io come te”.

Il consultorio mobile mette a disposizione di studenti, professori o comunque di qualsiasi cittadino, un Numero Verde che è l’800- 642523, per segnalare casi o situazioni che necessitano di interventi di professionisti capaci di individuare le associazione che possono essere d’aiuto nel caso specifico.

A parlare di inclusione è anche il professore Augusto Spicchiarelli, dirigente dell’IISS Otranto e Poggiardo, a cui abbiamo chiesto:

Prof. Spicchiarelli, qual è stato il percorso verso questa giornata?

“Il percorso è un percorso quotidiano e il tema dell’inclusione è un tema che sentiamo profondamente, tant’è che nel nostro istituto vi sono due docenti che si occupano proprio di inclusione. Del resto non potrebbe essere diversamente date le caratteristiche del nostro istituto che ben si prestano all’inclusione.

Tra le tante attività che facciamo, affinché l’inclusione si realizzi concretamente, questa giornata è, senza dubbio, un modo per avviare un percorso formativo e di dialogo tra i nostri ragazzi e le associazioni di volontariato che sanno parlare agli studenti di tematiche quanto mai delicate.

In definitiva, l’iniziativa “Io come te” ha portato nel nostro istituto un momento di confronto importante. Lo percepiamo dalla risposta dei ragazzi stessi che non vorrebbero smettere di ascoltare le testimonianze preziose che i volontari del progetto hanno consegnato ai nostri studenti.”

 

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