“Il gioco d’azzardo ha rubato la mia adolescenza”. Il lieto fine è possibile

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La storia di Stefano, è quella di un ex giocatore d’azzardo che ha perso la sua adolescenza nelle scommesse ma che ora con la riabilitazione è in cammino per ritrovare la dolcezza della vita.

“Una volta ho vinto 950 euro in un solo colpo”.  “E quanto hai perso, hai mai fatto un bilancio?”. “Troppo, anche se fosse stato solo un euro. Ho perso in menzogna, ambiguità e manipolando chiunque si avvicinasse per aiutarmi”. Tre righe, poche parole e una significativa presa di coscienza di quel che è accaduto nella vita di Stefano (nome di fantasia), ex giocatore d’azzardo seguito dal Serd di Casavatore ed ospite nel centro diurno di Acerra.

Stefano ha cominciato a giocare quando sedeva ancora tra i banchi di scuola. “Tutto è cominciato molto prima della pandemia Covid ma con il lockdown la mia corsa sfrenata alla scommessa è stata inarrestabile. Ci ordinavano di non uscire di casa e io non me ne facevo un problema anzi, intensificavo il ritmo del gioco grazie all’online e alla possibilità di aprire con grande facilità delle richieste di credito”, racconta Stefano. Ha ancora paura di ricadere ma ha imparato a non nasconderlo  e ad affrontare le emozioni. Non si nasconde dietro ai sotterfugi e alle bugie che durante la sua dipendenza dal gioco d’azzardo, ha raccontato a tutti. Rubava ai suoi familiari. Rubava a suo padre, a sua madre e perfino a sua nonna. Quando se ne accorgevano mentiva. “A volte però non bastava ed ero costretto a restituire la somma facendola ritrovare per caso sotto ad un mobile o sotto ad un cuscino. Tentavo così di innescare in loro il senso di colpa per avermi creduto responsabile e mi convincevo di averla fatta franca. Una stupida illusione”, dice Stefano mentre ci parla dritto sulla sedia. “Mi illudevo – continua- che tutto andasse secondo i miei programmi, quelli che facevo giorno dopo giorno e mi sentivo invincibile ma la verità è che evadevo dai problemi, non mi stimavo e non sapevo cosa volesse dire essere autentico. Il gioco ha rubato la mia adolescenza ed io l’ho rubata a mio fratello”. Il secondogenito che ha dovuto assistere a litigi e mantenere l’equilibrio tra le acrobazie di una famiglia investita dal gioco d’azzardo per la dipendenza di Stefano.

Al Centro per dipendenze ad Acerra dell’AslNa2 Nord,  partner del progetto Game Over, Stefano appare indaffarato.   È pieno di iniziative e anche adrenalinico perché a breve discuterà la tesi in Sociologia su Comunicazione pubblica sociale e politica. È in riabilitazione da quasi due anni ed in questo periodo di piano terapeutico individualizzato, ha scoperto anche un altro lato di sé. Gli piace cucinare i dolci oltre che mangiarli, chiaramente. Il suo dolce preferito è la sfogliatella frolla, tipica napoletana, ma quello che gli riesce come un maestro pasticciere è la sbriciolata.  “Il procedimento – spiega Stefano- è semplice, si riduce in briciole la sostanza friabile e poi la si ricompatta dando nuova forma e senso all’impasto”. E chissà, forse in quella dolcezza tutto è metafora di ripartenza.

articolo a cura di Tina Cioffo

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