1 Gli aerei antincendio. La papera di latta e l’inizio di una storia.

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Storia dell’aereo antincendio. Parte 1.

Un amico che conosciamo da tempo, ma di cui sappiamo poco.

Li vediamo sfrecciare sulle nostre teste, abbiamo assistito ai rifornimenti d’acqua che facevano in mare mentre noi, sul bagnasciuga, ci godevamo la vacanza e quello spettacolo inatteso. Ma come nasce l’aereo antincendio? Scopriamo insieme, la storia di questo mezzo – e soprattutto della pratica che è chiamato a compiere – così noto a tutti e così poco conosciuto per davvero.

Born in U.S.A.

U.S.A., 1930: Howard Flint compie il primo volo con un aereo per ridimensionare un incendio boschivo. Un tentativo storico, anche perché fu un fallimento: l’aereo, che trasportava l’acqua grazie a due enormi contenitori legati alle ali, fu un’idea geniale ma destinata a non risolvere il problema per cui era nata. L’acqua infatti evaporò, oltre a diffondersi in cielo spinta dalla scia delle eliche.

 

La papera di latta

Per quel primo volo, Howard Flint adottò un Fort TriMotor, conosciuto tra i piloti con il nome di “Papera di latta”. Perché?

Date voi stessi un’occhiata alla foto qui sotto e giudicate voi!

La papera di latta
La papera di latta

 

L’aereo, fu denominato così perché si presentava con l’alluminio al naturale, senza alcuna forma di colorazione. E in effetti, ha una qualche somiglianza con le scatole di biscotti tipiche di quegli anni!

Senza errori, non si arriva da nessuna parte. Ma con le bombe d’acqua?

Ma, in fondo, tutte le storie più belle, anche quelle tinte da colori apparentemente banali, iniziano così: con un errore. E spesso, prima di arrivare al successo, si passa per altri sbagli.

Per ovviare al problema che la prima esperienza aveva evidenziato, si decise di munire gli aerei antincendio della possibilità di sganciare le cosiddette “bombe d’acqua”: furono installati sull’aereo due contenitori di 37 litri ciascuno, colmi di un prodotto liquido che venne poi lanciato a 130 km/h da un altezza di circa 100 metri.

Ma anche questo tentativo non portò ad alcun risultato. Lo abbiamo detto, lo sappiamo: prima di arrivare a qualcosa di buono si passa quasi sempre per degli errori. Spesso grandi errori. E quella degli aerei antincendio è una storia che non è da meno, a riguardo.

Una nuova era alle porte. Forse.

Finita la seconda guerra mondiale, nel 1947, si decise di riprovare con le bombe d’acqua, questa volta lanciandole da un Boeing B-29, un potentissimo quadrimotore impiegato, fino ad allora, nello sforzo bellico statunitense. Fu  caricato, precisamente, con quarantasei bombe contenenti ognuna 623 litri d’acqua e fece il suo primo tentativo di sgancio a Great Falls nel Montana, volando a 1000 metri di quota. Ma anche in questo caso, colpo di scena, si decise di abbandonare questa pratica. Le cose erano andate bene, ma il sistema risultò, oltre che costoso, anche dotato di un certo rischio, visto che venivano adottate spolette e serbatoi metallici come involucro delle bombe.

Un Boeing B-29, fonte foto “Wikipedia”

Ma, si sa, gli uomini d’ingegno non si arrendono facilmente. Così, nel 1953, un terzo tentativo riesce a dare risultati magnifici. La prova conferma quanto immaginato dagli studiosi: l’acqua – e/o altri liquidi additivi – in caduta libera, lanciato da un aereo antincendio alla dovuta velocità e altezza, riesce a bagnare un lembo di terra in maniera diffusa.

L’aereo utilizzato per questo test? Un Douglas DC7, dotato di sei contenitori con capienza di 1500 litri circa ognuno. Curiosi di sapere come è andata davvero? Seguiteci. La storia degli aerei antincendio non finisce certo qui. Anzi, questo è solo l’inizio! Continua a seguirci sul  Firewall, un blog che fa parte di Esperienze con il Sud.

fonte principale: http://aerostoria.blogspot.it

 

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