Ristorando con…Flora

Nel 2011 la chiesa evangelica Bethel gestiva una mensa chiamata Abdia. Quest’ultima era frequentata principalmente da immigrati. Io all’epoca seguivo l’area dei progetti sociali per l’associazione Calabriameda; insieme ai servizi sociali del comune di Cosenza, mi resi conto che c’era un nuovo spaccato di società italiana: le cosiddette “Nuove povertà”. Nonostante ciò, sapevo che era difficile che le famiglie italiane frequentassero le mense sociali.
In che modo gli italiani potevano avvicinarsi alla mensa? La soluzione fu cambiare lo stigma da mensa a ristorante. Ecco che presentai il progetto al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali chiamandolo Ristorando.
Il Ministero accolse e finanziò il nostro progetto per 2 anni, inserendoci anche in un percorso di valutazione delle politiche sociali, chiedendoci di monitorare alcuni stati di avanzamento. La nostra mensa aveva un duplice ruolo: accogliere sia fruitori che volontari, creando un’economia circolare. Fu così che la mensa Abdia si trasformò in Ristorando, un luogo indirizzato alle famiglie alle quali prima non veniva data importanza e che non si avvicinavano ai servizi di assistenza pasto.
Ancora oggi, dopo 12 anni, ogni volta che vedo l’insegna ripenso all’entusiasmo di tutto il gruppo di lavoro che dal primo momento si è impegnato per la nascita e la realizzazione di questo progetto che oggi è diventata una piccola realtà. Io tutt’ora mi occupo di trovare fondi e risorse per Ristorando, per far sì che possa trarre beneficio da tutto il tessuto sociale della città e rimanere importante nei contesti cittadini.
Il nostro augurio è quello che un giorno Cosenza possa fare a meno di Ristorando, perché vorrebbe dire che avremmo “sconfitto” le nuove povertà e la nostra missione potrà definirsi conclusa.