Il tavolo di governance per il lavoro regolare

All’interno del progetto B.U.S. (Buone Uscite dallo Sfruttamento) è stato istituito un Tavolo di Governance volto a conoscere e approfondire il fenomeno del grave sfruttamento dei lavoratori stranieri impiegati in agricoltura nell’area di Lamezia Terme e territori limitrofi.

In seno al partenariato che vede al proprio interno: Comunità Progetto Sud, il Centro per l’impiego di Lamezia Terme, Inea Calabria (Istituto Nazionale Economia Agraria,), CISL, CGIL, Associazione Immigrati, Sociologi e ricercatori afferenti all’Università della Calabria, ci si è proposti di porre in essere azioni efficaci di esplorazione del fenomeno del lavoro irregolare in agricoltuIMG_20150426_121947ra.

Nelle prime fasi di scambio di conoscenze tra gli stakeholders è sorta come impellente la necessità di realizzare un’indagine sperimentale sul campo per comprendere ruoli, dinamiche di reclutamento dei lavoratori stranieri, condizioni di vita e lavoro, eventuali legami con altre sfere della criminalità.

Nella programmazione degli interventi di indagine è stata scelta come modalità più confacente al caso quella della ricerca–azione, da sviluppare secondo una metodologia di tipo qualitativo, basata su interviste semi-strutturate e indagine documentale.

L’area ricerca imperniata sul lavoro di Marina Galati, Maria Elena Godino, Rosanna Liotti, Fabio Saliceti e Isabella Saraceni è supportata dalla consulenza del Prof. Carchedi Francesco, Sociologo, esperto di processi di politiche migratorie.

Attualmente è in corso la fase di indagine desk, giunta alla raccolta di materiale bibliografico sul fenomeno dello sfruttamento lavorativo di recente pubblicazione.

Si è deciso di scomporre la narrazione dell’indagine in 4 segmenti:

  1. La normativa di contrasto alle forme di grave sfruttamento lavorativo.
  2. Letteratura e studi sul lavoro dei migranti in agricoltura in Calabria.
  3. Analisi del fenomeno sui media in Calabria.
  4. Storia del caporalato.

Da questi propositi si parte per andare a fondo delle dinamiche di uno dei più gravi mali della Calabria e in particolare dell’area del lametino.

Ci si prefigge, attraverso questa ricerca, di individuare e realizzare azioni sociali, di concerto con gli enti preposti, volte ad arginare il fenomeno del caporalato e abbattere l’aberrante silenzio di tutti coloro che entrano in contatto con il fenomeno di grave sfruttamento dei lavoratori stranieri nelle campagne calabresi.

La metafora del progetto BUS è quella della strada che va dal grave sfruttamento di donne e uomini in terra straniera, spesso loro avversa, ad una nuova e possibile uscita verso la legalità e la tutela dei diritti e anche in questo caso è più che rappresentativa delle azioni messe in campo dal tavolo di governance e dall’area ricerca.

 

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