Lidia Longo ai fornelli tra “monelli”. La storia delle scappatelle Made in carcere.

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RUBRICA “oltre confine” – 2

 

Lidia Longo ai fornelli tra “monelli”. La storia delle scappatelle Made in carcere.


È la storia di Lidia Longo, nata e cresciuta a Bari che dopo aver lavorato in proprio per una vita, dal 2016 ha deciso di dedicarsi al prossimo, lavorando nel settore Food dell’Istituto Penitenziario Minorile di Bari.
In particolare Lidia è responsabile della Produzione delle Scappatelle, di cui abbiamo chiesto un po’ i retroscena e il significato. Infatti la forma a cuore di questi biscotti di altissima qualità è dovuta, ci spiega, all’amore con cui questo lavoro viene donato ai ragazzi che possono finalmente avere un riscatto dalle loro vite e degli obiettivi nelle giornate quotidiane che passano più lente di altre.
I passaggi sono diversi e vengono turnati sempre sotto il controllo di Lidia che però racconta come a volte non sia tutto così semplice e scorrevole. “È anche questa una parte della medaglia” e ci fa vedere anche questo lato dove nulla è scontato e facile e bisogna imparare prima di tutto a sapersi rapportare e capire questi ragazzi che poi riescono però a realizzare tali meravigliosi prodotti, tipici pugliesi che rendono grazie alla bellezza delle opportunità. Perché oltre alla speranza che si cela dietro le Scappettele, questi prodotti sono noti anche per la qualità degli ingredienti studiati e scelti con cura. Sono solo quattro e bastano per renderli così speciali: Farina di Grano Biologico Senatore Cappelli, Olio Extravergine di Oliva Biologico, Vino Rosso Biologico e Zucchero di Canna Chiaro Biologico.

 


Scegliere questi biscotti quindi non rappresenta solo un gesto per se stessi, ma aiutare a costruire un mondo migliore e sostenere un importante percorso educativo e di vita.
Ce lo testimonia Lidia che lo ha visto in prima linea ogni giorno, da ormai quasi 10 anni. E aggiunge anche quanto siano fondamentali le regole però, che sono forse la cosa più difficile. Spesso non è facile, molti giorni sono No e la scelta di questi ragazzi, ci racconta, è tra l’aspettare di uscire per ricadere e il darsi da fare per alzarsi una volte per tutte. Sono molto giovani, dai 14 ai 25 anni, e a quell’età si sa quanto sia tutto più complesso ma anche e ancora pieno di speranze, il loro mondo. E tutto questo grazie a persone come lei, come Luciana Delle Donne (Imprenditrice e Ideatrice di Made in Carcere) e a tante altre persone (spesso volontari) che lottano per aiutare queste persone ad avere una seconda opprtunità.

Federica Calabrese

 

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