Polveri minerarie, palazzoni fatiscenti, giovani e speranze ai Tamburi

Siamo al quartiere Tamburi, a Taranto, proprio all’ombra al mostro dell’impianto siderurgico che divora le vite dei suoi abitanti. Nascono poesie tra le nuvole delle ciminiere che fumano, che si alzano imponenti verso il cielo pure terso di un angolo di mondo fatto di polveri minerarie rosse, giovani che giocano a pallone e palazzoni fatiscenti.  Nonostante tutto. Primo punto. Polveri minerarie rosse: circondano tutto, determinano il colore predominante. Una volta era il verde: il quartiere ospitava un sanatorio e c’erano molti alberi; quelli che fornivano la materia prima dell’artigianato locale che si intende, ora, recuperare attraverso la falegnameria sociale. Le polveri minerarie oggi sporcano gli abiti appesi alle finestre delle case, che diventano cartine tornasole dei venti della giornata e dei quantitativi di polveri depositati sui davanzali. Il marchio “Made in Tamburi” intende colorare quegli abiti e donare loro uno spirito diverso, associando la produzione di nuovi modelli sartoriali a partire da scarti tessili ad un progetto di vita per 10 donne del quartiere. Secondo punto. I giovani: raccontano di speranze e di desideri, -nonostante tutto-, e urlano contro quell’ordinanza che impedisce loro perfino di giocare all’aria aperta. Raccogliere la loro voce, rielaborare il vissuto attraverso la musica, evitando che le loro orecchie si distorcano ai rumori assordanti dell’industria pesante e dei racconti di dolore dei vecchi: l’orchestra I tamburi di Taranto lavorerà per auto-costruire i propri strumenti musicali a partire da materiali di recupero e per realizzare uno spettacolo di strumenti e di percussioni per riprodurre quel rumore genuino della speranza e della voglia di cambiamento. Terzo punto. Edifici fatiscenti: l’artigianato del quartiere, così rinvigorito, abiterà il Teatro artigiano San Francesco De Geronimo, una porzione di edificio che verrà recuperato all’interno della parrocchia omonima, situata al crocevia tra le diverse anime del quartiere, per diventare un megafono per i giovani, e luogo propulsore del cambiamento dal basso per disegnare la nuova storia che verrà. Il progetto è promosso dalla Confraternita Maria SS.ma della Scala in collaborazione con associazioni ed organizzazioni locali.

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