Tour AntiGap a Scalea: “I giovani ammettono una certa propensione al gioco”

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Si è tenuta nelle scorse settimane la tappa del Tour AntiGap nel Comune di Scalea, in provincia di Cosenza. Il numero di persone intercettate, con le quali gli operatori dell’ente partner L’Ulivo hanno instaurato un dialogo di carattere informativo ed espositivo su azioni ed obiettivi di “A carte scoperte” si aggira intorno alle 105-115 unità.

Le modalità di interazione tra gli esperti ed i soggetti coinvolti sono stati di tipo verbale e rappresentativo tramite la visione e la diffusione di dépliant illustrativi delle specifiche del progetto, nella fattispecie nei riferimenti ai Servizi – Centri Specializzati GAP, Punto antiusura, Piattaforma Online – con particolare riferimento al Centro specializzato GAP di Tortora e del “Centro Accoglienza L’Ulivo”.

“Il posizionamento dell’unità mobile nella piazza principale del paese ha offerto agli operatori del Tour Anti-Gap la concreta possibilità di un coinvolgimento di un maggior numero di persone, alcune di transito momentaneo, altre di un passeggio tranquillo e reiterato da lavoro o da semplice passatempo mattutino. –raccontano gli operatori –  Il dato di particolare rilevanza, portato alla luce durante la somministrazione dei Test e le relative conversazioni intercorse, proviene dalla fascia giovane della cittadina: le informazioni ottenute dai gruppi di ragazzi intervistati hanno fornito materiale di interessante discussione. Un giovane del luogo ha inizialmente declinato la conversazione, dichiarando di volerla posticipare ad un momento successivo della giornata; qualche istante dopo, si era procurato un dépliant e lo sfogliava come se fosse ipnotizzato dalla lettura. E’ stato così possibile catturare la sua attenzione instaurando un dialogo in cui a tratti egli palesava uno stato di insicurezza, una condizione da “ping-pong” in cui esternava una timida ammissione di tendenza al gioco che però veniva prontamente insabbiata nelle battute successive”.

“Per un altro giovane del luogo è stata captata una propensione accentuata al gioco, una frequentazione assidua e costante delle sale gioco, con un numero alto di volte all’interno della stessa giornata in cui egli ritorna a farvi “visita”. A sua ammissione, le puntate sono di gran lunga superiore alle proprie disponibilità, intelaiando una rete di prestiti con la famiglia e richieste prosegue il racconto – sparse di denaro in giro per il paese. Il quadro emerso è dunque preoccupante e gli operatori si sono prodigati a consigliare di richiedere aiuto tramite un apposito percorso rieducativo”.

Gli operatori dell’Ulivo si sono, poi, intrattenuti con una comitiva di ragazzi che ha ammesso con disinvoltura una “vocazione al gioco”: “per gli intervistati è stata individuata un’attitudine pericolosa per il gioco in tutte le sue forme: scommesse sportive, cartacee e online, lotto, slot etc. – spiegano gli esperti del Centro GAP di Tortora – Quello che offre stimolo di approfondimento è ciò che concerne la puntata: molti di loro, in una situazione familiare di buona disponibilità economica, affermano di giocare in una sola volta cifre che vanno dai 100 ai 250 euro, alcune volte anche oltre i 300 euro, qualora si trovino in momenti con maggiori mezzi monetari. Tutti hanno dichiarato di tenere appositamente alla larga i genitori da queste loro attività, magari informandoli sporadicamente di qualche loro vincita ma di continuare a gettare ombra in tutti gli altri casi di perdite ingenti e pesanti, mantenute opportunamente nascoste. Il fatto che alcuni di loro abbiano già un lavoro ne garantisce una semi-autonomia che, alla luce di tutto ciò, deve però essere vista come confluente, almeno in buona parte, in corpose spese di gioco. Nonostante il tono iniziale dei ragazzi possa essere sembrato distaccato, disinvolto, leggero, in realtà man mano che la discussione si particolareggiava, essi hanno dimostrato sfaccettature più autocritiche, un delineato senso di autoconsapevolezza e una presa di coscienza a tratti più matura”.

Infine, nel corso della tappa del Tour AntiGap a Scalea, gli adulti hanno prestato attenzione alle parole degli operatori e hanno dimostrato disponibilità nell’intavolare un dibattito dai toni investigativi circa le cause e gli effetti del fenomeno ludopatia mentre gli anziani, pur conoscendo in modo più capillare i luoghi di gioco e i relativi protagonisti, non si sono sbilanciati nelle loro affermazioni.

 

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