Era un senza fissa dimora, oggi lavora per loro: Ruggiero, che conosce la caduta

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Il 23 dicembre ha svolto il suo primo turno. Prima l’incontro con I Fratelli della Stazione poi il progetto Abitare le Relazioni. Adesso, il contratto di lavoro presso il neonato Punto di Intervento Sociale realizzato dal Comune di Foggia con i fondi del Piano Sociale di Zona.

La nostra storia natalizia è Ruggiero. Chi è Ruggiero? Ruggiero è uno, nessuno e centomila. È l’incipit del post pubblicato sulla pagina Facebook di Abitare le Relazioni, progetto sostenuto da Fondazione con il Sud che, da meno di due anni, offre soluzioni abitative e reinserimento umano, sociale e lavorativo alle persone in difficoltà. È una storia natalizia, in effetti, la quale raccontando la vicenda di uno vuole narrare anche la caduta e la riemersione di altri centomila Ruggiero, fino all’ultimo atto in ordine di tempo: l’assunzione come lavoratore, con tanto di contratto regolare, presso il neonato Punto di Intervento Sociale denominato “a casa di Marian e Giovanna”. Una struttura comunale attesa da vent’anni, realizzata attraverso i fondi del Piano Sociale di Zona e mediante il lavoro e l’impegno dei volontari delle tante realtà che da anni operano nel sociale in Capitanata, Fratelli della Stazione in testa.

Lo scorso 23 dicembre Ruggiero ha svolto il suo primo turno di lavoro al Punto di Intervento Sociale, il quale offre accoglienza notturna a 10 uomini e 5 donne senza dimora, con due sportelli attivi, un servizio mensa e la distribuzione di kit per la vita di tutti i giorni. Proprio lui che, solo un paio di anni fa, dopo aver lasciato la sua città di origine, dove ha ricoperto cariche di dirigenza amministrativa, si è ritrovato a Foggia senza più un lavoro, un reddito, men che meno una casa. Qui ha incontrato i volontari dei Fratelli della Stazione, trovando un posto nel dormitorio della parrocchia di Sant’Alfonso de’ Liguori, condividendo le notti con molti altri “signor nessuno” che, come lui, non avevano più nulla.

Qualche mese dopo però, ha intercettato il progetto Abitare le Relazioni, capeggiato dalla Fondazione Siniscalco-Ceci Emmaus e di cui fanno parte anche i volontari della stessa Comunità Emmaus e i professionisti del Consorzio Aranea, SMILE Puglia e Mestieri Puglia. Ha lasciato il dormitorio parrocchiale in favore di un appartamento condiviso – in co-housing – in una delle masserie della Fondazione, si è rimesso in gioco scrivendo per il giornale dei senza fissa dimora, “Foglio di Via”, al contempo fondando un’associazione di promozione sociale e coordinando alcune attività del progetto. Infine, ha ottenuto un lavoro sicuro, in regola, lì nel primo dormitorio comunale “a casa di Marian e Giovanna”: proprio lui, che ha conosciuto la caduta, ma che ha anche saputo rialzarsi.

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