Laboratorio di ludopedagogia sull’educazione alle differenze @OfficineGomitoli
In occasione della rassegna“Marzo Donna 2017 – Una Rete di Opportunità”, promossa dall’Assessorato alla Qualità della Vita e alle Pari Opportunità del Comune di Napoli, martedì 14 marzo dalle 9:30 alle 13:30 presso il Centro Interculturale “Officine Gomitoli”, la Cooperativa sociale Dedalus realizzerà un laboratorio di ludopedagogia sui temi della violenza di genere, stereotipi sessuali e di genere, omofobia e bullismo, mirato a smontare visioni inflessibili e stereotipate che sovente sono alla base di fenomeni di intolleranza e discriminazione.
La presente iniziativa formativa, di tipo laboratoriale, sarà destinata a studenti e studentesse dell’Istituto Comprensivo 20 “Villa Fleurent” e mirerà a stimolare la capacità di riflettere sull’emotività, sui conflitti, fallimenti, rifiuti e il senso di inadeguatezza che spesso “abitano” i ragazzi.
La giornata laboratoriale di ludopedagogia sarà realizzata dalla Cooperativa Dedalus, con esperienza ultradecennale in attività di contrasto alla violenza sulle donne, e dall’Associazione Liscìa che promuove il metodo della ludopedagogia: metodo che nasce in Uruguay e che promuove il Gioco come veicolo di promozione della partecipazione.
#OfficineGomitoli
“RIVOLUZIONI VIOLATE. Cinque anni dopo: attivismo e diritti umani in Medio Oriente e Nord Africa” @OfficineGomitoli
Martedì 20 dicembre, dalle ore 16:00 alle ore 18:00 il Centro Interculturale Officine Gomitoli, ospiterà la presentazione del libro “RIVOLUZIONI VIOLATE. Cinque anni dopo: attivismo e diritti umani in Medio Oriente e Nord Africa“
Un’analisi aggiornata di quanto sta accadendo nei paesi del Medio Oriente e del Nord Africa cinque anni dopo le cosiddette “Primavere”: Tunisia, Egitto, Siria, Iraq, Palestina, Marocco e Libia. Uno strumento indispensabile per conoscere le pratiche con cui si difendono i diritti umani nella regione mediterranea, con una serie di ritratti di attivisti che si sono battuti e che ancora reclamano diritti, dignità e libertà.
Con contributi di:
Marina Calculli, Francesco Martone, Debora Del Pistoia e Damiano Duchemin; Giovanni Piazzese, Fouad Roueiha, Joseph Zarlingo, Cecilia Dalla Negra, Sara Borrillo e Christian Elia; Lamia Ledrisi.
Introduce:
Ismahan Hassen – Dedalus cooperativa sociale
Modera:
M. Cristina Ercolessi – Università di Napoli L’Orientale/CESAC
Intervengono:
Cecilia Dalla Negra – Osservatorio Iraq/Un ponte per
Ersilia Francesca – L’Orientale/DAAM/CESAC
Daniela Pioppi – L’Orientale/DAAM/CESAC
Sara Borrillo – L’Orientale/DAAM/CESAC
Marina Calculli – L’Orientale/DISUS
La presentazione del volume si colloca all’interno di un più ampio spettro di iniziative ospitate dalla Cooperativa sociale Dedalus in occasione della mostra Svelate. Marocco: femminile plurale. Officine Gomitoli, che si svolgeranno tra il 18 dicembre e il 10 gennaio.
18/12/2016 Inaugurazione Mostra “Svelate. Marocco:femminile plurale @OfficineGomitoli
Un pomeriggio d’ossigeno contro gli stereotipi…
Un pomeriggio di bellezza che alimenta il cuore…
Un pomeriggio di tè e calore umano…
Un pomeriggio di richiamo all’incontro con “l’ Altro”…
Un pomeriggio di conoscenza di anime differenti ma non diverse…
Un pomeriggio di incrocio tra gli sguardi di sponda in sponda del Mediterraneo…
Questa, l’inaugurazione della mostra “Svelate.Marocco:femminile plurale” presso il Centro Interculturale Officine Gomitoli.
ReGeneration: Microinterventi di arredo urbano
E così, si conclude anche la fase di Mapping urbano…
Al suo interno i partecipanti hanno elaborato una reinterpretazione dei luoghi della #IVmunicipalità fino all’ideazione ed alla realizzazione di microinterventi di arredo urbano, finalizzati a migliorare la fruizione collettiva degli spazi.
Il percorso si è avvalso di vari linguaggi espressivi quali #mappeemozionali, #disegno, #pittura, #collage #co-progettazione #workshop di #autocostruzione.
Ora i ragazzi si impegneranno nella realizzazione di una piattaforma web su cui condividere i contenuti e nella promozione di due eventi di piazza per coinvolgere la cittadinanza, mostrare e sperimentare le loro produzioni…
Stay tuned 🙂
#OfficineGomitoli
Laboratorio Rewind.Napoli nelle migrazioni
Due classi, III e IV anno, di un liceo linguistico…il Liceo G.Mazzini di Napoli…
Due mattinate di conoscenza, scoperta, formazione, smantellamento di stereotipi, gioco, approfondimento e incontro…
Questo è stato il “mini” laboratorio Rewind. Napoli nelle migrazioni, che si è tenuto presso il Centro Interculturale Officine Gomitoli, in due giovedì ( 17 e 24 novembre ) dalle ore 9:30 alle ore 13:00.
Quanti sono gli “immigranti” in Italia?
Quanti a Napoli?
Cosa caratterizza una persona come “immigrato”?
Che differenza c’è tra dire “migrante” e dire “immigrato”?
Chi è un richiedente asilo?
Chi è un profugo?
Cosa vuol dire “giovane 2G”?
Che cos’è la cittadinanza?
Che vuol dire essere “straniero”?
Quanti tipi di migranti esistono?
Nel corso del primo incontro, si è cercato di rispondere a queste (e a molte altre domande), in un momento che più che la classica leziona frontale, ha immediatamente preso le vesti di un dibattito aperto a più voci, dove la voglia di apprendere mista alla curiosità e allo stupore di fronte allo sfatamento della maggior parte degli stereotipi pubblicizzati dai media, ha portato i ragazzi ad interrogarsi attivamente sulla realtà che li circonda…
Il secondo incontro si è invece aperto con una panoramica su alcune delle comunità migranti presenti a Napoli e in Campania…
Qual è la comunità migrante con il maggior numero di presenze a Napoli?
E in Campania?
Quanti sono i cinesi a Napoli?
Che difficoltà (linguistiche e non) incontrano?
Qual è la comunità Nordafricana più presente in Campania?
Sono più uomini o più donne?
Che caratteristiche ha avuto la migrazione est Europea a Napoli?
Quante sono le coppie miste?
Dove vivono gli “immigrati”?
Che livello di istruzione hanno?
Partendo così da queste domande, la discussione si estesa parlando poi di usi, costumi, tradizioni ed esperienze che questa o quella comunità migrante mantiene, abbandona o adatta nella migrazione…
Esaurite (per modo di dire) le domande da rivolgere alle mediatrici culturali della Cooperativa Sociale Dedalus che hanno guidato l’incontro, dalla teoria si è passati alla pratica: l’incontro con i ragazzi minori stranieri non accompagnati, del Centro Interculturale Nanà, anch’esso parte della Dedalus.
Nell’incontro tra pari, abbattuta qualsiasi difficoltà linguistica, diffidenza e/o timidezza iniziale, i ragazzi e le ragazze hanno cominciato a conoscersi a partire dalla “pausa-caffè”…
Divisi in gruppi misti poi, i ragazzi hanno provato a sperimentare il gioco delle “presentazioni incrociate”: un quarto d’ora per scambiarsi più informazioni possibili l’un l’altro/a per poi doversi presentare davanti a tutti in maniera “incrociata”…
Musica preferita, sogni nel cassetto, storie di coraggio e di ordinaria normalità, passioni, preferenze culinarie e l’immancabile scambio del contatto Facebook…
Così giovanissimi e giovanissime si sono conosciuti/e…
Così i ragazzi del Centro Interculturale Nanà, hanno stretto nuovi legami…
Così i ragazzi e le ragazze del Liceo Mazzini hanno “viaggiato” pur restando fermi nello stesso luogo…
#OfficineGomitoli
Laboratorio artistico di illustrazioni: Indovina chi?
Si è conclusa la prima fase del laboratorio artistico: le tessere per il Memory sono pronte!
Il (buon) gusto dell’innovazione: il cibo come collante sociale
È pensabile far sì che la cucina possa costruire nuove forme di cittadinanza?
Interrogandosi sull’inventiva, sulle tradizioni, sul metissage e su tutto quel che riguarda le “ossessioni” legate al cibo, la Fondazione Premio Napoli sta facendo dialogare ricercatori, artisti e imprenditori nell’ambito del progetto “Il (buon)gusto dell’innovazione”, percorso che coinvolge i quartieri di piazza Garibaldi e di Montesanto.
La prima tappa ha avuto luogo proprio nella zona Aragonese giovedì 27 ottobre 2016 alle 17.00 presso il Centro interculturale Officine Gomitoli, con un incontro-dibattito a cui hanno preso parte Gabriele Frasca, presidente della Fondazione Premio Napoli, Gennaro Carillo (Università Suor Orsola Benincasa / Università di Napoli Federico II), Pasquale Sorrentino (Hotel Palazzo Caracciolo), Alfredo Guardiano (Astrea. Sentimenti di Giustizia), Andrea Morniroli (Cooperativa Dedalus, Centro interculturale Officine Gomitoli), Antonio Martiniello (Made in Cloister), Nicolangelo Gelormini (Made in Cloister) e Fabio Landolfi (Aste&Nodi- agenzia informale di sviluppo locale).
Partendo dal processo di rigenerazione urbana di notevole interesse, spontaneo, non pianificato, soprattutto non coordinato che è in atto nella zona di Porta Capuana, si è considerato come il “luogo della porta” sia un grande laboratorio per la convivenza tra le differenze…un luogo in cui le più diverse realtà dialogano di fatto, indipendentemente dalle intenzioni dichiarate dei soggetti coinvolti e un luogo in cui il “mezzo” della convivenza è costituito per molti versi dal cibo.
“Pur nella differenza tra i vari interventi un denominatore comune può essere individuato nel cibo come veicolo di legami sociali impensati tra le comunità che vivono a ridosso di Porta Capuana. Al tempo stesso, il discorso sul cibo implicherà una riflessione sui rapporti tra alimentazione corretta e reddito, con l’obesità e le patologie connesse diffusa dove i livelli reddituali sono più bassi”.
E in effetti è proprio così!
Il discorso sul rapporto tra cibo e innovazione, tradizioni locali e mode culinarie sempre più globali, coinvolge non solo gli “esperti” ma anche e soprattutto gli abitanti del territorio. Proprio per rafforzare l’importanza di questo aspetto e, allo stesso tempo, per favorire il coinvolgimento dei cittadini, sono stati coinvolti nel progetto due dei quartieri chiave della città, sia dal punto di vista della cultura gastronomica sia da quello artistico e imprenditoriale: Piazza Garibaldi (Area Aragonese) e Montesanto.
I prossimi incontri promossi nell’ambito del progetto, lasceranno tracce permanenti nei quartieri interessati. In particolare, per l’area di Montesanto verrà sviluppato un percorso di realtà aumentata basato su sensori di geolocalizazione che, attraverso smartphone, permetteranno di accedere a una narrazione multimediale di Montesanto attraverso le storie e i volti di chi ha scritto e sta continuando a scrivere la storia di un quartiere simbolo di Napoli (anche) attraverso il cibo.
È pensabile far sì che la cucina possa costruire nuove forme di cittadinanza?
Da quello che succede a Napoli, sembrerebbe sì.
#OfficineGomitoli
Per Tessere Idee: Presentazione del libro “Tutto quello che non vi hanno mai detto sull’immigrazione”
Giovedì 07 luglio alle ore 16.30, Officine Gomitoli presenta un incontro con Gianpiero Dalla Zuanna, Senatore della Repubblica e già Preside della Facoltà di Statistica dell’Università di Padova, nonché co-autore del libro “Tutto quello che non vi hanno mai detto sull’immigrazione”, insieme a Stefano Allievi.
Un pomeriggio insieme per riflettere su come l’Italia è diventata nel breve giro di un paio di generazioni da paese di emigrazione sostanzialmente monoculturale a grande porto di mare in cui vivono oggi cinque milioni di stranieri mentre l’immigrazione è da anni al centro del dibattito pubblico e dello scontro politico.
Un pomeriggio per riflettere su come spesso però se ne discuta senza tener conto dei dati di fatto: se in un luogo non ci sono risorse sufficienti per permettere agli uomini di soddisfare le loro necessità e in un altro luogo le opportunità sono sovrabbondanti rispetto agli uomini, un gruppo di abitanti del luogo di partenza si trasferirà inevitabilmente nel luogo d’arrivo. Ed è dunque impensabile che il flusso dei migranti si interrompa.
Di questo e molto altro, ne discuteranno con l’autore Roberta Gaeta, Assessore al welfare del Comune di Napoli; Paolo Battimiello, Dirigente scolastico; Andrea Morniroli, Cooperativa Dedalus e Louis Benjamin Ndong, Associazione Senegalese.
Accompagna la discussione Mariola Grodzka, mediatrice culturale della Cooperativa Dedalus.
#OfficineGomitoli
Per Tessere Idee: Officine Gomitoli presenta “Corpus Comune” di Marisa Albanese
In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato del 20 giugno, nei locali del centro interculturale “Officine Gomitoli”, la Coop. Dedalus di Napoli, è lieta di ospitare Marisa Albanese, artista visiva, che presenta Corpus Comune, un articolato progetto nomade partito da Lampedusa che ripercorre virtualmente e fisicamente le rotte degli immigrati.
Corpus Comune è partito da Lampedusa, il luogo simbolo, iperluogo dell’evento migratorio. Lampedusa è il porto di approdo, il posto in cui si arriva per primi, se ci si arriva, e da cui si vuole spostare via per altremete, per avere una vita differente, un destino migliore. Lampedusa è il simbolo dello sbarco, la prima tappa dell’arrivo, e proprio da lì, è iniziato il progetto. La prima parte sull’isola si è svolta con notevoli difficoltà. Prima una breve visita all’Hotspot dove, straordinariamente, l’artista è riuscita a entrare e scattare delle foto. Successivamente, si è tenuto un laboratorio artistico ospitato dal Centro Studi Ibby, no profit organization, con un gruppo di migranti dai 16 ai 27 anni, provenienti da Gambia, Sudan, Darfur… Giorni in cui ci si è incontrati per conoscersi, parlare, disegnare, costruire forme, portare la mente in un vuoto fertile e dare spazio alla creatività.
Nel corso del laboratorio a Lampedusa si sono prodotti opere pittoriche e scultoree, lavori che sono già parte integrante del Corpus Comune.
La seconda parte del percorso si inaugura, non a caso, nella Giornata Mondiale del Rifugiato indetta dalle Nazioni Unite per ricordare la data di approvazione, nel 1951, della Convenzione sui profughi da parte dell’Assemblea generale dell’ONU.
Questa fase prevede un laboratorio con cadenza bisettimanale per il mese di giugno, da riprendere poi in settembre. Il laboratorio di scultura sarà ospitato nel salone centrale di Officine Gomitoli ospiterà un laboratorio di scultura diretto da Marisa Albanese con rifugiati e migranti di ogni età e nazionalità seguiti da varie associazioni attive sul territorio. Si racconteranno storie. Si cercherà di esplorare l’immaginario e la creatività di persone partite alla ricerca di un luogo migliore da abitare e le loro testimonianze. Lo si farà attraverso dei manufatti, con un approccio istintivo, spontaneo, condiviso, capace di superare barriere linguistiche, timidezze e sfiducia.
Il progetto Corpus Comune muove dall’attenzione che da sempre l’artista ha posto nei confronti delle questioni identitarie e delle problematiche sociali e che nei lavori degli ultimi anni si è concentrata sui fenomeni delle migrazioni. Lo sguardo si è focalizzato sui mutamenti intervenuti nello sviluppo della società occidentale nel rapporto uomo/natura e sul portato culturale che inevitabilmente tali migrazioni producono; a fianco di una prospettiva che vede nell’accelerazione dei movimenti migratori una questione da gestire sia sul piano umanitario, sia su quello politico per renderla non più solo un “problema”, ma soprattutto un’opportunità di vita per milioni di persone, vi è anche l’inevitabile constatazione che la cosiddetta “crisi umanitaria” segni, soprattutto, l’emergere di una crisi radicale di un modello di vita e di relazione con gli altri fondato sul dominio e sullo sfruttamento, modello che ha governato per secoli il pensiero – e la pratica – della società occidentale. I rifugiati sono la cartina di tornasole di una crisi forse irreversibile di un modello di società e di visione del mondo che ha confuso l’ottimismo della globalizzazione con forme antiche e nuove di sfruttamento. Il lavoro di Marisa Albanese pone questo evento epocale in relazione con temi quali il movimento dei corpi, lo spostamento e il flusso di energia e le ripercussioni socio-politiche sulla nostra società di un mondo non più eurocentrico ma obbligato a “sentire” e vedere come parte di sé l’altro che arriva.
Temi e prospettive che sono coerenti con le modalità che da sempre la Dedalus utilizza nel suo lavoro quotidiano con le persone migranti, fuori da logiche meramente assistenziali, ma centrate sulla partecipazione e l’emancipazione delle donne e degli uomini che entrano in contatto con i servizi. Così come “Officine gomitoli” vuole essere luogo, anche in questo caso in modo coerente all’esperienza artistica di Marisa Albanese, dove l’incontro tra differenze produce bellezza e cultura, diventa occasione di benessere per tutta la comunità.
Questo percorso che avrà altri step, in altri luoghi e in altri Paesi, seguendo anch’esso il proprio destino nomade, non solo vuole denunciare, ma, soprattutto, ritrovare altre forme di vita, dignità non ancora spezzate, presenze che si consegnano alla vita.
«Umuntu ngumuntu ngabantu» «Io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo» (motto dell’etica filosofica Ubuntu)