Gomitoli in festa – Danze, canti e disegni dal mondo

 

Officine Gomitoli apre le porte del suo centro interculturale con una festa per raccontare i laboratori artistici di teatro, canto e illustrazione frequentati da giovani, migranti, ragazze e ragazzi del territorio.

A conclusione di questo ciclo di laboratori, Officine Gomitoli mette in scena talenti per salutarsi prima delle vacanze natalizie.

In scena:

Performance Appunti di viaggio del laboratorio di teatro – danza “Riconosci te stesso”
Canti corali intonati dai ragazzi e dalle ragazze del laboratorio “Voci dal mondo”
Esposizioni artistiche del laboratorio di illustrazione “Forme Migranti”

Forme migranti in speed date @Officine Gomitoli

Ultime due tappe del laboratorio “Forme migranti “:disegno formula speed date…

I/le partecipanti, seduti l’uno di fronte all’altra in una fila di tavoli, si sono reciprocamente disegnati cercando di conoscersi e facendosi conoscere in un limite di tempo prestabilito…

Così son venute fuori nuove forme migranti…

Immagini di cosa ognuno ha visto nelle persone che ha avuto di fronte…

Immagini di disegni condivisi e realizzati a quattro mani in cui, seduti intorno a un tavolo e muniti di fogli bianchi e matite colorate, tutti hanno scelto un soggetto e iniziato a disegnarlo ma…ogni 15 secondi, il foglio passava al compagno o alla compagna alla propria destra, che per altri 15 secondi ha continuato il disegno, e così via fino alla fine…

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Incontro-spettacolo con Bergonzoni @Museo MADRE

Sabato 2 dicembre, alle ore 21.00, il museo MADRE ha ospitato l’evento conclusivo della manifestazione “La città e l’ospitalità. La fatica e la bellezza”, con protagonista Alessandro Bergonzoni, che ha portato in scena un incontro-spettacolo in cui ha fatto emergere la “bellezza” dell’incontro, ma anche la “fatica” che ogni convivenza porta con sé. cogliendone le contraddizioni e la necessità, al di là di ogni possibile ipocrisia e dei rischi dei possibili luoghi comuni.

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Workshop teatrale con Alessandro Bergonzoni @Offiine Gomitoli

Parlare di ospitalità’ in tempi di diffidenza e precarietà non è cosa facile.

Tuttavia solo nella convivenza si intravedono possibili futuri, con passione e vicinanza…

Questa l’idea di fondo con cui, Alessandro Bergonzoni, attore bolognese e autore di numerosi testi teatrali e narrativi, ha dialogato con ragazzi e ragazze del territorio, seconde generazioni e giovani con background migratorio sul tema della relazione tra “comunità” e “ospitalità”.

Nel corso del workshop, tema del “botta e risposta” tra l’attore e i/ragazzi/e è stata una riflessione sulla “bellezza” propria di ogni incontro e al contempo sulla “fatica” che ogni convivenza comporta. Al di là di ogni possibile ipocrisia o luogo comune, si è (ri)pensato all’incontro e alla convivenza tra culture, storie e persone differenti come opportunità di benessere e sviluppo per la comunità, analizzandone le potenziali inter-connesioni con esperienze e progetti di rigenerazione urbana, realmente in atto nella città di Napoli.

Ho me: ma non mi basto, non posso bastarmi. Soprattutto se il guscio protetto della mia «casa» non si apre all’accoglienza dell’altro: ovvero, all’imprevisto dell’incontro/scontro che crea – comunque – relazioni. Autentiche. Capaci cioè di sprigionare, più che “integrazioni”, interazioni dialogiche: presupposto di ogni civile convivenza che trasformi l’hostis, lo straniero e (presunto) nemico, in hospes, ospite.

Questo il filo del discorso che si è poi addentrato nell’oscillazione tra partenze e arrivi, approdi e fughe, confini e sconfinamenti; ma anche tra atavico terrore di tutto ciò che è diverso dalla rassicurante, routinaria e oppressiva quotidianità e l’apertura dello sguardo a un “oltre” che fa crollare i muri di certezze, convinzioni, (pre)giudizi lasciando aprirsi orizzonti altri. Che possono anche capovolgere, positivamente, le nostre regole.

Non sono mancati gli illuminanti giochi di parole di Alessandro Bergonzoni, che ci ha apertamente invitati tutti a praticare uno sport: “il salto in ALTRO”…ad “abitare l’infine e non il confine” e che ci ha ricordato, infine, che la “mano che uccide di più non è quella destra o quella sinistra, ma la man/canza”…

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Laboratorio di grafica – ReGeneration 2 @Officine Gomitoli

Approfondire le discipline grafiche, con riferimento anche al settore pubblicitario e dell’editoria?

Al laboratorio di Grafica ad Officine Gomitoli si può!

Chi è il graphic designer?

Cosa fa nel suo lavoro?

Approcciandosi al settore del graphic design e delle arti visive, il/le partecipanti hanno imparato a creare prodotti di comunicazione visiva, progettati per essere stampati o trasmessi tramite i media elettronici allo scopo di comunicare un messaggio al pubblico nel modo più semplice ed efficace.

Imparando a conoscere gli elementi costitutivi dei codici dei linguaggi progettuali e grafici…
Prendendo consapevolezza delle radici storiche e delle linee di sviluppo nei vari ambiti della produzione grafica e pubblicitaria…
Conoscendo e applicando le tecniche grafico-pittoriche e informatiche adeguate nei processi operativi…
Sapendo individuare le corrette procedure di approccio nel rapporto progetto-prodotto-contesto, nelle diverse funzioni relative alla comunicazione visiva e editoriale…
Identificando e usando tecniche e tecnologie adeguate alla progettazione e produzione grafica…
Conoscendo e sapendo applicare i principi della percezione visiva e della composizione della formagrafico-visiva…

Così, i/le partecipanti acquisiscono e sviluppano la padronanza delle metodologie proprie della grafica…unendole alle propria creatività…
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Openday ReGeneration 2 @Officine Gomitoli

Qualche momento dell’Openday di ReGeneration 2 ad Officine Gomitoli

I/le partecipanti hanno avuto l’occasione di conoscere i nuovi percorsi del progetto e di sperimentarli in prima persona attraverso dei mini laboratori con gli esperti.

Si è parlato di limiti, di confini da superare, della città e di nuovi e diversi modi di rappresentarla e viverla…

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Costruire riciclando @Officine Gomitoli

Realizzare e creare oggetti utilizzando materiale riciclato, per insegnare ai/alle giovani a creare con poco, per incentivare la loro fantasia ed applicare il loro senso dell’ingegno…

Dando così una seconda vita a materiali come carta da regalo, cartone, imballaggi, bucce di frutta, bottiglie e vasetti di plastica, bicchierini di vetro, vasi e vasetti, scatole e scatolette li si è trasformati in giochi, giocattoli, addobbi, oggetti e tutto quello che ha suggerito loro la  fantasia.

Partendo dall’idea di rispondere al bisogno di problematiche di smaltimento e riciclo dei materiali di scarto tra le mura domestiche, nel corso del laboratorio di riciclo creativo un atto semplice, come differenziare i rifiuti e riutilizzarli, è diventata un’abitudine mentale elaborata in modo stimolante, divertente e…artistico!
Così si ripensa in chiave creativa ai temi del recupero e del riutilizzo…
Così si impara ad assemblare diversi oggetti e materiali di scarto, con il sistema del collage polimaterico…
Così si approfondiscono le conoscenze attraverso la sperimentazione e l’esperienza, modellando, dando forme e colore all’esperienza, individualmente e in gruppo, con una varietà creativa di strumenti e materiali, lasciando “traccia di sé”…

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“La città e l’ospitalità. La fatica e la bellezza”: Alessandro Bergonzoni @Officine Gomitoli

Tre giorni di confronto, visioni e cultura sul tema: “La città e l’ospitalità: la fatica e la bellezza” che hanno ruotano intorno a cinque appuntamenti:

Il 30 novembre al pomeriggio con il coinvolgimento di alcune scuole della città: proiezione del film”Welcome” di Philip Loiret. Proiezione accompagnata dagli interventi di Gennaro Carillo, Paola Clarizia, Patrizia Cotugno e Tania Castellaccio

Il 1 dicembre, alle ore 17.00: Workshop teatrale rivolto agli studenti delle scuole coinvolte nell’iniziativa con Alessandro Bergonzoni.

Il terzo e quarto appuntamento sabato 2 dicembre al mattino: alle ore 10.30 con l’inaugurazione della mostra di Francesco Tullio Altan, che ci ha regalato la disponibilità ad esporre 18 sue vignette sui temi dell’immigrazione, della convivenza e della multiculturalità.
A seguire, un momento di confronto tra studenti e città con Aldo Bonomi (AAster), Maria Grazia Giannichedda (Direttore della Fondazione Basaglia), Carlo Borgomeo (Presidente Fondazione con il Sud), Domenico Ciruzzi (Presidente fondazione “Premio Napoli), Alfredo Guardiano (Astrea).

Sabato 2 dicembre alle ore 21 Alessandro Bergonzoni presente per un incontro/spettacolo con la città, al Museo MADRE. Museo d’arte contemporanea Donnaregina.

Parlare di ospitalità’ in tempi di diffidenza e precarietà non e’ cosa facile. La paura per un futuro che appare sempre più incerto, insieme alla sensazione di correre il costante rischio di scivolare in processi di marginalità ed esclusione sono sensazioni che riguardano fasce ampie della popolazione, ben oltre le sfere della povertà e della vulnerabilità economica più tradizionali.

La rabbia di chi si sente abbandonato dalle istituzioni e di chi non accetta gli effetti di una crisi disuguale spingono le comunità’ locali a chiudersi. A vivere come faticoso qualsiasi sforzo di convivenza e a percepire l’altro differente più come minaccia che non come risorsa.

Ma d’altra parte e’ del tutto evidente che solo nell’incontro, nei movimenti, nella disponibilità al meticciato si intravedono possibili futuri e soprattutto la possibilità di immaginare il consolidamento di relazioni civili e democratiche. Di pensare a città e luoghi in grado di produrre benessere collettivi e opportunità di relazione e bellezza

Su queste tematiche, abbiamo organizzato tre giorni di confronto, visioni e cultura sul tema: “La città e l’ospitalità: la fatica e la bellezza”.

Progetti fotografici @Officine Gomitoli

Passata la fase iniziale ovvero quella “dell’innamoramento” e delle necessarie riflessioni tecniche, si torna al significato di fotografare, osservando e analizzando la realtà intorno a sè, con il fine di sviluppare la propria sensibilità artistica.

Come?

Realizzando dei progetti fotografici che richiedono impegno e mantengono vivo lo stimolo e l’atteggiamento giusto. Questo perché fotografare senza un progetto ben definito può andare bene ogni tanto, per svagarsi, ma a lungo termine c’è bisogno che il nostro lato artistico si evolva.

Fotografare è in parte cogliere l’attimo, in parte seguire l’istinto, ma anche esprimere le proprie idee, quelle più profonde e complesse.

Spesso si sente parlare di “progetto fotografico”e nell’immaginario delle persone — forse proprio per l’uso della parola “progetto” — si pensa che ci deva essere uno studio e tanta pianificazione dietro.

Ma è veramente così?

Oppure è frutto del talento?

O semplicemente una botta di “fortuna” all’ennesima potenza?

Una cosa non esclude l’altra.

Un “progetto fotografico” non deve essere necessariamente “pianificato” a tavolino, ma può scaturire anche da una semplice intuizione. Che significa in fondo la parola “progetto” se non semplicemente “gettare avanti”?

Così per strada, con le loro fotocamere e un’intuizione, i ragazzi e le ragazze del laboratorio di fotografia “Dallo scatto al progetto” hanno messo in moto il cervello ad “immaginare” foto che, coerenti tra loro, possono permetter loro di comunicare qualcosa… 

Raccontare una storia…

Documentare una situazione…

Seguire l’evoluzione o la crescita di qualcosa…

Mostrare la peculiarità di un posto…

E allora perchè non uscire di casa con la fotocamera in mano e degli obiettivi in mente?

Lezione 24-11 (2) Lezione 24-11 (6)