Diario Terragiusta

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Il racconto di Martina, operatrice socio legale di Medici per i diritti umani 

La clinica mobile arriva al casolare sempre alla stessa ora, ogni settimana. C’è il sole in campagna e i ragazzi rientrano dal lavoro con le loro biciclette.  Sono stanchi, ma sorridono.

Si fermano a salutare gli operatori e prenotano il loro turno per fare una visita e parlare con l’operatrice legale. Poi vanno a cambiarsi, tolgono gli abiti da lavoro, e ritornano presso la clinica mobile.

Iniziano così le visite e i colloqui fino a quando si fa buio, il freddo incalza e anche la fame.

Durante uno degli interventi, mentre la clinica mobile si sta per spostare in un altro casolare, arriva un ragazzo che parla molto bene in italiano, ci chiede di aspettare perché ci deve parlare di una cosa importante.

Racconta una storia, una storia di 10 anni di vita in Italia.

Mohamed parla di grandi città, di una vita passata in strada, di una vita di precarietà, povertà e ostacoli.

L’operatrice legale gli chiede che tipo di documenti ha con sé, se ha bisogno di un supporto. Mohamed, però, si volta dice qualcosa in bambara e da dietro il camper spunta un ragazzo con le braccia conserte e il cappuccio della felpa sulla testa.

Mohamed ci presenta Ismail, che non dice niente, ma si toglie il cappuccio: è il suo modo di salutarci.

La storia che ha raccontato Mohamed, è la storia di Ismail, che non ha più voce, che non ha più un nome, che non ha mai avuto una casa in Italia e che, probabilmente, ha subito un trauma che gli ha provocato difficoltà nella gestione della sua quotidianità.

Mohamed deve partire, non può rimanere più accanto ad Ismail e lo dice con gli occhi lucidi, con gli occhi di chi, conosce la sofferenza e l’insensibilità, ma non ha mai perso l’umanità, con gli occhi di un amico preoccupato. Ci chiede di cercare Ismail quando arriviamo al casolare e di chiedergli come sta, affinché lui abbia sempre qualcuno su cui contare.

Perché è vero che Ismail non ha nulla, ha lo sguardo assente, non ha speranza, non ha un documento; ma ha avuto chi gli ha dato affetto e si è preso cura di lui, il suo amico Mohamed.

Sono queste le storie di uomini, storie che si inseriscono tra decreti sicurezza, indifferenza ed emarginazione. Sono storie di persone che, nonostante le difficoltà quotidiane, rimangono solidali.

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