Lo storytelling inclusivo: per uno sguardo condiviso sul quartiere Kalsa di Palermo

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Uno dei laboratori di Storytelling con le associazioni partner di progetto

Raccontare e raccontarsi, ascoltare le storie del quartiere e creare insieme una nuova narrazione fatta di possibilità e cambiamento collettivo. È questo l’obiettivo dei laboratori di Storytelling, realizzati per mettere in connessione le realtà del quartiere attraverso l’arte del racconto nell’ambito del progetto Sport Popolare in Spazio Pubblico, sostenuto da Fondazione con il Sud e che vede il contributo di tante realtà del territorio per la conquista dei diritti attraverso lo sport e la riqualificazione dello spazio pubblico.

Nel percorso lungo 30 mesi, le associazioni partner saranno impegnate in attività di raccolta fondi per realizzare tre aree ludico sportive tra la Kalsa e il Foro Italico, territorio in cui operano da tempo per l’inclusione sociale. Ai fini di realizzare una campagna di fundraising efficace, per la prima area scelta, ovvero l’ingresso del Plesso Amari tra via Ingrassia e via Archirafi, il comitato Addiopizzo ha lavorato sui temi della comunicazione etica ed inclusiva all’interno dei laboratori di storytelling.

Insieme ai partner del progetto e a chi vive il quartiere giorno dopo giorno, sono state gettate le basi per narrare il contesto nel quale la campagna si svilupperà, tenendo conto che ognuno con il proprio contributo, rappresenta uno spaccato del quotidiano, una storia virtuosa che testimonia un cambiamento reale e possibile dal basso a cui bisogna dare spazio con il racconto ai fini di costruire una campagna arricchita dagli stessi residenti.

I laboratori di storytelling hanno cercato di costruire uno stile comunicativo collettivo, alternativo, partecipativo e inclusivo attraverso incontri e attività che hanno messo in risalto il vissuto di ogni partecipante, con i suoi desideri, necessità, rivendicazioni e resistenze, con la propria personale storia e visione del territorio.

Con i partner di progetto, sono stati svolti due incontri: uno con l’intento di ragionare sulla costruzione di racconti che mettano in primo piano i vissuti dei beneficiari e delle beneficiarie senza mai restituire visioni fuorvianti o non approvate dai protagonisti delle azioni, l’altro mirato alla ricostruzione degli ultimi anni di azioni svolte da tutti i partner alla Kalsa per cercare di costruire insieme una timeline multimediale che sia narrazione condivisa del lavoro svolto sinora dalla rete di partenariato.

«Creare insieme la linea del tempo condivisa – dice Lucia Sorce, dirigente dell’ICS Rita Borsellino, partner del progetto – è di vitale importanza perché finora abbiamo fatto tantissime cose per trasformare ciò che non ci piaceva nel quartiere, creando di fatto una rete forte che adesso è impegnata in Sport Popolare in Spazio Pubblico, senza mai soffermarci sulla narrazione collettiva e condivisa di ciò che è stato».

Residenti e commercianti della Kalsa hanno invece connesso le loro storie nel quartiere attraverso la descrizione di un oggetto rappresentativo del loro vissuto. L’arte del racconto, attraverso aneddoti, ha permesso interscambio di punti di vista, desideri comuni e idee condivise.

«Non mi sarei mai immaginata di trasferirmi alla Kalsa, adesso è un luogo dal quale non voglio più andare via – ha detto Chiara Marino, ristoratrice di Quattro Mani – è pieno di storie di resistenza e bellezza, un luogo che ha saputo trasformarsi e che ha in sé la potenzialità di poter cambiare ancora grazie alla creazione delle relazioni. Oggi mi sento rappresentata da un pezzetto delle piantine che ho sparso ovunque davanti al ristorante e un po’ attorno, regalandole ai vicini. Credo fermamente nel valore della bellezza, per questo sostengo il progetto di riqualificazione del progetto Sport Popolare in Spazio Pubblico, un’azione che dal
basso riporta bellezza laddove non c’è».

L’obiettivo dei laboratori con residenti e commercianti sarà quello di creare una mappa digitale del quartiere con le storie di tutti i partecipanti e che sarà disponibile a breve insieme alla campagna di crowdfunding.

Un sentito grazie a tutti i partecipanti al laboratorio che trovate anche in foto qui di seguito: Chiara Marino del ristorante Quattro Mani, Sergio Barbara della sala da tè Teco, Beppe Castellucci e Michelangelo Pavia del co-working Neu-Noi, Alessio Colli del laboratorio Lu Coriu di Vicolo 4, Fabrizio Lisciandrello di Ciatu, Anna Patti, Cristina Vigneri, Pino Apprendi, Claudia Vitale de La bottega delle Percussioni e Emilio Ajovalasit del Teatro Atlante.

 

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