Punta Campanella: un po’ di storia!

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In queste giornate di stop forzato e di lavoro dietro le quinte, abbiamo pensato di continuare a farvi compagnia raccontandovi la storia dietro la storia di questo progetto!

A partire dal luogo attorno a cui si svolgono le nostre attività: Punta Campanella.

Giovanni Boccaccio la citò nel suo Decameron, ma la storia di Punta Campanella comincia molto prima, in un’epoca così remota da essere diventata mito: si racconta infatti che da quelle parti sia passato per primo niente di meno che l’omerico Ulisse, il quale, dopo aver resistito all’irresistibile canto delle Sirene, pose la prima pietra del famoso santuario di Athena di Punta Campanella, luogo di culto, ma anche, nel pieno stile del campione di tutti i Nóstoi, faro per i naviganti.

Non mancano testimonianze del passaggio romano, in special modo sul fondo del mare su cui affaccia Punta Campanella: leggenda vuole che persino Giulio Cesare, colto da una tempesta in alto mare, abbia finito per fare naufragio proprio lì, e che alcune delle navi della sua flotta lì siano affondate.

Resta da chiarire il perché del nome, “Punta Campanella”. Ebbene, in questo caso le storie sull’origine del titolo si biforcano: una storia parla di una campana all’interno della Torre di Minerva, che veniva suonata dai soldati spagnoli all’avvistamento di navi saracene; l’altra parla invece di un’altra campana, trafugata dai saraceni dalla chiesa di Sant’Antonio Abate, patrono di Sorrento: giunta nei pressi del Tempio di Minerva, la flotta, ostacolata da una potenza oscura, si vide costretta a gettare in mare la campana di bronzo – si dice che, da allora, ogni 14 febbraio (giorno di festa del Santo Patrono), si senta un rumore di campane provenire dal fondo del mare…

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