La cultura e le comunità: spazi comuni e convivenza

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Ieri 5 giugno presso la Biblioteca comunale di Monreale si è tenuto l’incontro “La cultura e le comunità: spazi comuni e convivenza”, organizzato all’interno del progetto Open Library che mette in rete numerose biblioteche del territorio.

Amelia

L’incontro è stato deciso dopo i gravissimi fatti di Monreale e dice Amelia Crisantino, Presidente della Pro Loco che è capofila del progetto: “i ragazzi hanno vissuto e ancora vivono sentimenti di dolore, sgomento, rabbia, confusione. Ed è naturale che sia così. Come adulti abbiamo sentito l’esigenza di offrire uno spazio perché queste emozioni potessero andare oltre il gruppo dei pari”. È stata quindi chiesta la partecipazione delle associazioni giovanili sul territorio, Arci Link e la Consulta giovanile, e l’incontro è iniziato col dare parola ai ragazzi, per fare pulizia rispetto a una comunicazione che tende a manipolare le reazioni emotive.

Ilaria

Ilaria Cascino, da pochi giorni presidente di Arci Link, nell’accettare la nuova carica ha dichiarato “vogliamo essere parte di ciò che ricostruisce. Abbiamo bisogno di sentirci parte integrante di qualcosa, ci guida l’amore per questa città e la rabbia di chi non si arrende”. Ilaria ha reso pubblica una lettera scritta assieme agli altri ragazzi, dove si riflette sulle ipocrisie delle formule standard che sembrano innocue ma non lo sono, ad esempio la retorica “educazione al bello”, e legge: “ma come possiamo parlare di bellezza ai ragazzi dello ZEN cresciuti tra ecomostri, abbandono e marginalità strutturali?” I ragazzi rivendicano un ruolo e spazi pubblici, chiedono “visione politica e il coraggio di rovesciare le priorità”.
Siamo nel nostro Sud. Dove tanto c’è da fare e dove tanto si lavora, gli esempi positivi dobbiamo diffonderli perché servono a rafforzare la parte sana della società. Ad esempio, il 30 maggio ad Altofonte c’è stato il primo Festival dei Lettori che, dopo un percorso annuale di educazione alla lettura, ha coinvolto più di ottocento alunni e un paese intero:

Ridulfo

Emanuele Ridulfo, che insegna ad Altofonte e si definisce “cittadino acquisito di Monreale” si sofferma sull’importanza del dialogo scuola/famiglia e sul necessario coinvolgimento delle istituzioni per costruire un ambiente nuovo, che si apre al cambiamento mentre continua a trasmettere i valori del vivere civile.

In collegamento online hanno dato il loro contributo Antonino Bernardone da Santa Cristina e il benedettino dom Mariano, bibliotecario a San Martino delle Scale, anche loro decisi sostenitori del valore preventivo della cultura e del bisogno di cura del territorio.

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Don Nicola Gaglio, l’arciprete del Duomo, non teme di usare espressioni forti: “il problema è il fallimento degli adulti, non ci sono adulti che guidano. Mancano capacità di riflessione e progettazione, dobbiamo avere il coraggio di dirlo. Il punto centrale è che non abbiamo visione, non ci interroghiamo ma in cambio c’è la facile abitudine a trovare capri espiatori.

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La parte sana della società non si espone e fa un passo indietro. Nessuno ci mette la faccia. E questa è cultura mafiosa”. Augusto Cavadi, scrittore attivo nel volontariato sociale, richiama l’attenzione sull’illegalità diffusa che ci circonda con esempi tratti dalla vita di ogni giorno, che riempiono le nostre giornate e vengono percepiti come “normali”.

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Renato di Giovanni, psicologo coordinatore del Gruppo di Intervento Psicologico dell’ASP di Palermo, riepiloga le azioni compiute nell’intervento straordinario attivato dopo la strage, soffermandosi sul malessere diffuso ma sommerso che rimanda alla distanza fra cittadini e istituzioni. Ricorda che a Monreale è operativo un presidio sanitario territoriale fondamentale, il consultorio familiare, e sottolinea la necessità di ricostruire una comunicazione che si è persa: bisogna riannodare una catena che comprende la scuola, la famiglia e le istituzioni alleate fra loro, perché il futuro non arrivi alle giovani generazioni già degradato.

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E Serafina Moncada, partner di Open Library con la cooperativa I Sicaliani, comincia il suo intervento con una frase che condensa un sentimento che aleggia nell’aria “chiedo scusa come adulta”, per il senso di colpa derivante dal non consegnare un mondo migliore ai nostri ragazzi: nell’esperienza di Serafina siamo già andati molto avanti e rischiamo di smarrire il filo della comunicazione fra generazioni. Da animatrice sociale con molti anni di esperienza Serafina esorta a fare attenzione, a puntare alla consapevolezza e trasmettere i valori dello stare insieme senza manipolazioni. Le biblioteche che non ci sono o funzionano male: sono servizi per i cittadini, sono luoghi liberi e sono nostre, di tutti noi: ai ragazzi vorrei dire “occupatele! Sono un posto libero e sono un vostro diritto!”

Federica

Anche Federica Chiarello interviene: lei, da giovane operatrice culturale, apprezza l’occasione dello scambio fra generazioni e ci ricorda che dobbiamo fare attenzione alle relazioni, lavorare sul percorso che porta alla consapevolezza altrimenti sarà tempo sprecato.

Irene Capozzi del Ceipes (partner di Open Library) porta la sua esperienza di giovane madre attenta e dice “vedo tanti genitori distratti”: il rimedio ancora una volta è la cultura, “consapevolezza” diventa la parola chiave della cittadinanza attiva.

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Ci sono diversi altri interventi dei partecipanti, infine Rosanna Maranto, presidente di Illustramente e anche lei in Open Library riflette sull’importanza di incontri che ci fanno sentire parte della comunità che, come operatori culturali, vogliamo cambiare. Di fatto viviamo circondati da eventi tragici, ogni giorno viviamo una guerra col suo conto di morti. E Rosanna sintetizza il pensiero che è stato filo conduttore dell’incontro quando dice che i libri e in generale la cultura sono l’unica via d’uscita per arrivare alla consapevolezza: l’obiettivo è sempre la cittadinanza attiva, il partecipare ed essere parte della comunità in cui viviamo.
È stato uno scambio fruttuoso fra diverse generazioni, sono state trasmesse esperienze e pensieri che lasciano pensare a nuovi obiettivi e ci riportano alle parole scelte per dare una traccia a questo incontro: cultura, comunità, spazi comuni entro cui convivere. È solo un primo passo, ma vogliamo riprendere le parole di Ilaria che dice “ci guida l’amore per questa città e la rabbia di chi non si arrende”.
In rappresentanza della Città metropolitana è stato presente all’incontro il dott. Maurizio Lo Galbo, capo gabinetto del sindaco Lagalla, che ha seguito con attenzione ed è intervenuto per dire “sono qui per ascoltare e sono consapevole che c’è tanto da fare”. Una conclusione che ci trova d’accordo.

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