Torna in vita l’ex-mattatoio di Guspini grazie al progetto Insieme per lo sviluppo e l’inclusione

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Torna in vita, e in ottima forma finalmente, l’ex Mattatoio di Guspini, grazie al progetto INSIEME per lo sviluppo e l’inclusione.

Il mattatoio ha storia antica e tormentata. Comincia nel 1934 quando entra in funzione per razionalizzare e soprattutto elevare gli standard della macellazione che fino a quel momento era fatta in casa o in bottega dai macellai.

Nel 1960 venne ristrutturato per la prima volta, per sostenere la crescita delle attività di allevamento che – insieme a quella mineraria – era la principale fonte di sostentamento, per qualcuno di ricchezza, del territorio di questa bellissima zona del sud-ovest della Sardegna.

Le nuove disposizioni europee sull’igiene alimentare imposero la chiusura nel 1993. Nel 2004 venne riconvertito in un centro di lavorazione delle carni con un investimento pubblico di circa un milione di euro (allora due miliardi di vecchie lire). Nonostante il gigantesco investimento di denaro pubblico il centro non aprì nemmeno i battenti.

Oggi, grazie ad un nuovo progetto sostenuto dalla Fondazione con il Sud, e portato avanti da un partenariato composto da Enti del Terzo settore e da una nuova filiera di produttori, l’ex mattatoio torna in vita riconvertito in centro di lavorazione di carne suina e di prodotti ortofrutticoli. 

Il progetto è ufficialmente partito nel febbraio del 2021, ma si era in piena pandemia e per questo tutti i lavori e le iniziative previste hanno subito slittamenti e ritardi.

Ma nonostante il COVID, grazie all’attività sul territorio, la rete ha continuato a strutturarsi, attraverso il partner Università di Sassari che ha prodotto – insieme ad un primo gruppo di allevatori – un disciplinare per gli allevamenti che parteciperanno al progetto che garantisca tutta la filiera, dalla produzione del cibo per i suini, ai metodi di allevamento per finire alla macellazione.

Nell’ultimo anno i lavori all’interno dell’ex-mattatoio hanno avuto una forte accelerazione: nuovi impianti elettrici, nuove celle frigorifere, nuove macchine per la lavorazione degli alimenti hanno trovato posto in un edificio antico ma completamente ristrutturato per offrire allo stabilimento spazi adeguati per la logistica e per la produzione di prodotti finiti: derivati del suino e prodotti ortofrutticoli confezionati.

Anche la ricerca del “prodotto giusto” da offrire al mercato – prima quello locale e poi via via quello nazionale e internazionale – sta dando i suoi frutti attraverso ricerche e incontri sul territorio che permetteranno, una volta terminati i lavori dello stabilimento, di offrire ai consumatori eccellenze della tradizione prodotte con materie prime di grande qualità grazie al controllo delle filiere produttive.

Filiere che, oltre a valorizzare le produzioni locali e a chilometro zero, avranno una particolare attenzione verso il sociale. Tutto il progetto infatti vuole infatti non solo sostenere e rilanciare l’economia locale, messa a dura prova dalla chiusura del comparto minerario, ma sostenerlo e rilanciarlo con grande attenzione al sociale e alle fragilità, per le quali si stanno costruendo processi di inclusione che permettano davvero a tutti di beneficiare di questo nuovo rilancio dello storico edificio degli anni ‘30.

Grazie alla Fondazione con il Sud e alla rete dei partner locali (Cooperativa Santa Maria, Arci Guspini, Tramas, Piccoli Progetti Possibili, Parrochia San Nicolò Vescovo, Università degli studi di Sassari, Enial, C.C.N. Apice Guspini, Fondazione Asilo Santa Maria di Guspini, Enial, Arci Sud-Sardegna, Associazione San Nicolò Vescovo), nascerà un marchio di rete il cui obiettivo è quello di creare un ecosistema che, grazie alla produzione di prodotti orticoli e di suino pesante tipici del Medio-Campidano/della zona del Monte Linas, possa generare lavoro, innovazione di prodotto, e riabilitazione di persone in situazioni di disagio in modo scalabile e sostenibile.

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