La voglia di vivere non si dimentica.

Inaugurato  il 31 Marzo 2014, l’Alzheimer Cafè fu un vero e proprio “esperimento”, il  primo nel Centro Storico di Napoli.

A quasi un anno di distanza, dedichiamo la nostra storia del mese proprio a questo innovativo strumento di sostegno ai malati e ai loro familiari, intervistando Caterina Musella,  Presidente dell’ A.I.M.A. Campania ( Associazione Italiana Malattia di Alzheimer ) l’associazione che, grazie anche al sostegno della  Fondazione di Comunità del Centro Storico di Napoli e della Fondazione dell’ Ordine degli Ingegneri, ha promosso e gestito questa struttura per alcuni mesi.

“ Il Caffè Alzheimer  – ci spiega  –  è aperto una volta a settimana per l’accoglienza sia di pazienti sia di familiari; scopo della contemporaneità è dare loro la possibilità di riunirsi in Gruppi di Auto Mutuo Aiuto, per scambiarsi informazioni, suggerimenti, condividere le proprie esperienze, mentre i loro cari sono affidati a operatori esperti che li accolgono in altri tipi di attività”

Un impegno costante, ma anche a largo respiro; un lavoro fatto si di competenze specifiche, ma anche di vero e proprio sostegno a chi non soffre di questa malattia, ma ne è indirettamente colpito.  Un doppio beneficio quindi: una migliore qualità di vita di entrambi attraverso il rallentamento dell’evoluzione della malattia, l’inserimento sociale e la restituzione di identità/dignità al paziente, ma anche  una riduzione del carico assistenziale e di conseguenza dello stress sul caregiver .

“Occorrerà però non solo la professionalità di esperti ma tanta solidarietà da parte di tutti – continua Caterina Musella, Presidente dell’ A.I.M.A. dal 2000, anno di nascita dell’ Associazione Italiana Malattia di Alzheimer anche qui in Campania – per diffondere a livello generale una  maggiore conoscenza della malattia, e maggiore sensibilità da parte della comunità locale.”

Anche per questi motivi la Fondazione di Comunità del Centro Storico di Napoli ha deciso di sostenere costantemente i progressi dell Alzheimer Cafè, cui intende destinare il ricavato derivante dalla prova generale de “Tristano e Isotta” dello scorso 19 Febbraio, organizzata al Teatro San Carlo.

Alla fine dell’ intervista, come ormai da tradizione, chiediamo alla dottoressa Musella una storia, un aneddoto che identifichi a pieno l’immenso lavoro svolto in questi anni dalla sua associazione a favore dei malati di Alzheimer; più che una storia (alcune delle quali sono state raccolte nel testo “Alzheimer: storie di tutti i giorni” ED. Luciano 2006) preferisce però ricordare la frase di un loro ospite, con diagnosi di Alzheimer in fase già avanzata, che interruppe un loro brindisi natalizio per ringraziare lei e tutti gli operatori che quotidianamente si occupano dei malati, e per augurarsi poi di rimanere quanto più a lungo possibile lì tra quelle persone meravigliose che gli avevano ridato la voglia di vivere.

Concluse dicendo:”Alzheimer o non Alzheimer che ce ne importa… l’importante è che stiamo bene”

 

Un “discorso di fine anno” arrivato al cuore di tutti, non c’è dubbio.

 

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