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Dal neomelodico al rapper marocchino i giovani delle borgate ora hanno il loro festival

Giuseppe ha 18 anni e abita alla Zisa, da quando era piccolo suona il pianoforte e da solo compone brani neomelodici. Al Centro Tau, frequentando il laboratorio musicale guidato da operatori esperti, ha imparato a suonare la batteria, ma soprattutto a lavorare in gruppo con altri ragazzi. «La musica è qualcosa che tutti dovrebbero imparare a fare — dice — perché fa stare bene e dona speranza». Assieme a lui, ci sono tanti giovani, studenti o lavoratori tra i 16 e i 35 anni, per i quali le note sono libertà e riscatto sociale. Grazie al progetto “Zisart”, promosso dal centro di volontari di via Cipressi e finanziato dalla Siae allo scopo di incentivare la creatività nelle periferie urbane, potranno esibirsi sul palco come delle vere star. Debutteranno il 13 e il 14 dicembre alla sala De Seta dei Cantieri culturali alla Zisa, per una rassegna che vede il patrocinio del Comune, ma il progetto che li ha visti impegnati in seminari e attività di laboratorio è iniziato già nel novembre dello scorso anno con la pubblicazione di un bando rivolto allo sviluppo delle capacità artistiche delle periferie cittadine. Sono sessanta giovani artisti palermitani e stranieri, provenienti dai quartieri Zisa, Borgo Nuovo, Borgo Vecchio e Ballarò, ognuno dei quali ha realizzato brani che spaziano dal rock al country, passando per il rap. Di tutte le proposte, ne sono state selezionate 18, premiate per creatività, originalità e attenzione ai temi sociali. Fino a domani i gruppi si eserciteranno in prove generali, ma l’emozione e la gioia dei volontari e dei giovani è già tanta, per un progetto che ha fatto della musica uno strumento di inclusione sociale e di confronto generazionale.

«Zisart è il proseguimento di un percorso iniziato da anni al Centro Tau — afferma il musicista Mario Crispi, ideatore del progetto assieme a Gianni Zichichi, rappresentante dell’associazione “Ci sono anch’io” e a Francesco Di Giovanni di “Inventare insieme Onlus” — L’obiettivo è stato quello di aprire il centro alla città, raccogliendo attraverso il bando iscrizioni di giovani provenienti da tutta Palermo. Abbiamo dato la possibilità ad artisti già avviati di registrare nei nostri studi e a chi aveva interessi musicali o talenti nascosti di confrontarsi l’un altro. La risposta è stata positiva. Abbiamo costruito un percorso attorno ai valori della condivisione e della collaborazione, trasmettendo la fiducia nelle proprie capacità».

Tra i temi del progetto, la multiculturalità, che ha visto i ragazzi confrontarsi, non solo con stili musicali diversi ma soprattutto con lingue differenti.

«Con il gruppo Freezone, composto da due rapper, voce e chitarra, abbiamo scritto due brani in arabo, inglese e italiano — racconta Said Hanafi, 28enne marocchino — Già suonavo e cantavo nel mio paese, ma qui al Centro Tau ho messo in pratica la mia passione per la musica rap, che per me è gioia e obiettivo di vita, oltre il mio lavoro di tecnico informatico ». Ed è così che cantare diventa un modo per esprimere ciò che è difficile dire a parole, come racconta Lola Laid, giovane studentessa tunisina del liceo Benedetto Croce, che da tre anni studia pianoforte con gli operatori del centro: «Abito a Ballarò — dice — ma frequento il centro perché mi permette di studiare musica e di mettermi alla prova. Mi piace il rock, il jazz e il blues e per il progetto Zisart ho realizzato assieme ai ragazzi del gruppo un inedito e una cover». Cantanti, chitarristi e batteristi, tutti con il sogno del grande palco, così la musica diventa libertà di espressione per i giovanissimi: «La musica è l’arte più libera che possa esistere — afferma la 21enne Manuela Cambrìa — per noi giovani è anche un insegnamento per imparare a rapportarci al mondo e ai nostri coetanei, oltre che sfogo alle emozioni».

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